Le carovane di cui parla questo saggio s’incrociano sull’itinerario che va da Isfahan, antica capitale della Persia, fino a Smirne, sulle coste del Mediterraneo. È un antico percorso, per secoli calcato da viaggiatori e mercanti che dall’Europa raggiungevano per via di terra la Persia e da qui le Indie orientali e viceversa. Niente di più facile dunque che convogli provenienti da direzioni diverse e formati da equipaggi di svariate origini s’incrociassero lungo la via o si ritrovassero a sostare nei medesimi caravanserragli. In queste pagine cerco di concentrarmi su uno di questi incontri, avvenuto tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, in luoghi e date abbastanza precisi, ma la cui particolarità è quella di essere puramente virtuale. Si tratta da una parte di viaggiatori francesi in carne ed ossa che percorrono la via da Smirne o da Tiflis (l’odierna Tbilisi) fino ad Isfahan, e dall’altra di viaggiatori persiani immaginari che vanno invece da Isfahan a Smirne. I personaggi reali si chiamano Jean-Baptiste Tavernier e Jean Chardin ed è sulla strada che va da Erevan a Tabriz e Qom fino ad Isfahan che avviene il primo incontro coi due persiani immaginari che procedono in senso inverso: si tratta di Usbek e Rica, le celebri creature di Montesquieu e presunti autori delle Lettres persanes.
NORCI CAGIANO DE AZEVEDO, L. (2007). Incrocio di carovane. Il viaggio di Usbek da Isfahan a Smirne. In AA.VV. (a cura di), Quaderno del Dipartimento di Letterature comparate (pp. 73-83). ROMA : Carocci Editore.
Incrocio di carovane. Il viaggio di Usbek da Isfahan a Smirne
NORCI CAGIANO DE AZEVEDO, Letizia
2007-01-01
Abstract
Le carovane di cui parla questo saggio s’incrociano sull’itinerario che va da Isfahan, antica capitale della Persia, fino a Smirne, sulle coste del Mediterraneo. È un antico percorso, per secoli calcato da viaggiatori e mercanti che dall’Europa raggiungevano per via di terra la Persia e da qui le Indie orientali e viceversa. Niente di più facile dunque che convogli provenienti da direzioni diverse e formati da equipaggi di svariate origini s’incrociassero lungo la via o si ritrovassero a sostare nei medesimi caravanserragli. In queste pagine cerco di concentrarmi su uno di questi incontri, avvenuto tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, in luoghi e date abbastanza precisi, ma la cui particolarità è quella di essere puramente virtuale. Si tratta da una parte di viaggiatori francesi in carne ed ossa che percorrono la via da Smirne o da Tiflis (l’odierna Tbilisi) fino ad Isfahan, e dall’altra di viaggiatori persiani immaginari che vanno invece da Isfahan a Smirne. I personaggi reali si chiamano Jean-Baptiste Tavernier e Jean Chardin ed è sulla strada che va da Erevan a Tabriz e Qom fino ad Isfahan che avviene il primo incontro coi due persiani immaginari che procedono in senso inverso: si tratta di Usbek e Rica, le celebri creature di Montesquieu e presunti autori delle Lettres persanes.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.