Il saggio lavora sul tema dell’indissociabilità di pensiero e azione, cogliendola in una serie di elaborazioni artistiche e teoriche (Godard, Ejzenstejn, Bellour), nonché nelle acquisizioni degli studi di antropologia e psicologia del Novecento. In questa prospettiva, uno dei testi di cui l’interpretazione deve tenere conto – e perfino il testo che da quell’interpretazione dovrebbe essere privilegiato - è l’ipertesto che si forma nella mente dello spettatore e che risulta costituito dalle tante “illuminazioni”, dalle tante “accensioni” che si depositano nella memoria individuale e collettiva (in dipendenza dall’insieme delle esperienze di cui il soggetto è stato protagonista, e tra queste quelle estetiche) e che va a definire quelli che Bateson chiama “ethos gruppali”, Stern “affetti vitali”, Bowlby “modelli operativi interni”, Weiss “egoicizzazione” delle “riproduzioni autoplastiche”, Ruggieri “decodifica imitativa”, Casadio “pattern mimico-espressivi corporei” e “codifica ‘empatica’ dell’opera d’arte”. Un ipertesto, questa la conclusione del saggio, che è direttamente implicato nell’agire e la cui interpretazione non può avvenire che attraverso un autentico lavoro sperimentale interdisciplinare
DE VINCENTI, G. (2008). Il testo a-specifico e l'agire. In F.V. Giulia Carluccio (a cura di), Dentro l'analisi. Soggetto, senso, emozioni. (pp. 52-72). TORINO : Edizioni Kaplan.
Il testo a-specifico e l'agire
DE VINCENTI, Giorgio
2008-01-01
Abstract
Il saggio lavora sul tema dell’indissociabilità di pensiero e azione, cogliendola in una serie di elaborazioni artistiche e teoriche (Godard, Ejzenstejn, Bellour), nonché nelle acquisizioni degli studi di antropologia e psicologia del Novecento. In questa prospettiva, uno dei testi di cui l’interpretazione deve tenere conto – e perfino il testo che da quell’interpretazione dovrebbe essere privilegiato - è l’ipertesto che si forma nella mente dello spettatore e che risulta costituito dalle tante “illuminazioni”, dalle tante “accensioni” che si depositano nella memoria individuale e collettiva (in dipendenza dall’insieme delle esperienze di cui il soggetto è stato protagonista, e tra queste quelle estetiche) e che va a definire quelli che Bateson chiama “ethos gruppali”, Stern “affetti vitali”, Bowlby “modelli operativi interni”, Weiss “egoicizzazione” delle “riproduzioni autoplastiche”, Ruggieri “decodifica imitativa”, Casadio “pattern mimico-espressivi corporei” e “codifica ‘empatica’ dell’opera d’arte”. Un ipertesto, questa la conclusione del saggio, che è direttamente implicato nell’agire e la cui interpretazione non può avvenire che attraverso un autentico lavoro sperimentale interdisciplinareI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.