Il lavoro vuole essere un contributo alla definizione dell’identità europea attraverso la percezione che di essa si ha oltreoceano. La scelta del punto di vista non riguarda però i paesi dell’Atlantico Nord, con cui l’Europa intrattiene accordi e progetti alla pari, ma quei paesi del sud che s’identificano con il nome di America Latina. La latinità di questo subcontinente è già in partenza una rappresentazione identitaria in sé eloquente.Invece di confermare l’identità originaria, sceglie quella derivata dalla colonizzazione. Una definizione di appartenenza culturale in senso ampio, che concerne il sud, ma anche i Caraibi e il Messico, territori che la geografia colloca non più a sud ma nel centro e nel nord. Tra osservatore e osservato, quando vi è spazio per un qualche margine di reciprocità, si apre un gioco di mutui rispecchiamenti. In questo caso, si può parlare di una dialettica secolare tra un’Europa che vuole essere messa al centro del mondo e un mondo che ammira e si misura con essa. La missione civilizzatrice con cui l’Europa ha affrontato l’America esprime uno sguardo costituente che ha reso gli indigeni incivili, barbari, infedeli. Popoli primitivi e arretrati e, quindi, un continente vergine da occupare, da colonizzare, da rendere culturalmente l’estremo occidente, ma anche uno spazio immaginario dove trovare fortuna. Questa costituzione primaria è la base di partenza sulla quale si sono susseguiti i flussi emigratori dell’Europa in America, un’impronta che ha influito in modo decisivo nella costituzione dell’identità nazionale di quei popoli. Il legame tra i due continenti si è cristallizzato senza fretta, attraversando l’oceano, percorrendo secoli, culture e vissuti per infine prendere forma e sedimentarsi nel vissuto di singole persone.
Tognonato, C.A. (2010). L'Europa vista dall'Atlantico Sud. In Vittorio Cotesta (a cura di), Europa, Europa. Idee, immagini, percezioni (pp. 225-262). Soveria Mannelli : Rubbetino Editore.
L'Europa vista dall'Atlantico Sud
TOGNONATO, CLAUDIO ALBERTO
2010-01-01
Abstract
Il lavoro vuole essere un contributo alla definizione dell’identità europea attraverso la percezione che di essa si ha oltreoceano. La scelta del punto di vista non riguarda però i paesi dell’Atlantico Nord, con cui l’Europa intrattiene accordi e progetti alla pari, ma quei paesi del sud che s’identificano con il nome di America Latina. La latinità di questo subcontinente è già in partenza una rappresentazione identitaria in sé eloquente.Invece di confermare l’identità originaria, sceglie quella derivata dalla colonizzazione. Una definizione di appartenenza culturale in senso ampio, che concerne il sud, ma anche i Caraibi e il Messico, territori che la geografia colloca non più a sud ma nel centro e nel nord. Tra osservatore e osservato, quando vi è spazio per un qualche margine di reciprocità, si apre un gioco di mutui rispecchiamenti. In questo caso, si può parlare di una dialettica secolare tra un’Europa che vuole essere messa al centro del mondo e un mondo che ammira e si misura con essa. La missione civilizzatrice con cui l’Europa ha affrontato l’America esprime uno sguardo costituente che ha reso gli indigeni incivili, barbari, infedeli. Popoli primitivi e arretrati e, quindi, un continente vergine da occupare, da colonizzare, da rendere culturalmente l’estremo occidente, ma anche uno spazio immaginario dove trovare fortuna. Questa costituzione primaria è la base di partenza sulla quale si sono susseguiti i flussi emigratori dell’Europa in America, un’impronta che ha influito in modo decisivo nella costituzione dell’identità nazionale di quei popoli. Il legame tra i due continenti si è cristallizzato senza fretta, attraversando l’oceano, percorrendo secoli, culture e vissuti per infine prendere forma e sedimentarsi nel vissuto di singole persone.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.