All’interno del contributo viene presentato un testimone finora sconosciuto della Commedia dantesca, risalente all’ultimo quarto del sec. XIV. Il manoscritto è attualmente conservato presso una Collezione privata. Viene fornita per prima cosa una descrizione codicologia e paleografica del codice (§ 1); vengono date quindi indicazioni di carattere filologico sul testo dantesco trasmesso dal manoscritto e sulla sua collocazione nella tradizione dell’opera (§ 2); viene analizzato un distico contro Dante che compare in una delle carte di guardia alla luce della tenzone di Dante con Forese Donati (§ 3); si esamina infine la nota di possesso apposta nel Cinquecento da un tintore di seta fiorentino, Giovanni di Bartolomeo d’Antonio dall’Ancisa (alla cui mano è possibile assegnare lo stesso distico), con particolare attenzione al problema della sua identificazione storica (§ 4). A Marco Cursi si devono i §§ 1 e 4.2, a Maurizio Fiorilla i §§ 2, 3 e 4.1.
Fiorilla, M., Cursi, M. (2014). Un ignoto codice trecentesco della 'Commedia' di Dante. In CANETTIERI P, PUNZI A (a cura di), Dai pochi ai molti. Studi in onore di Roberto Antonelli. (pp. 687-702). ROMA : Viella.
Un ignoto codice trecentesco della 'Commedia' di Dante
FIORILLA, Maurizio;
2014-01-01
Abstract
All’interno del contributo viene presentato un testimone finora sconosciuto della Commedia dantesca, risalente all’ultimo quarto del sec. XIV. Il manoscritto è attualmente conservato presso una Collezione privata. Viene fornita per prima cosa una descrizione codicologia e paleografica del codice (§ 1); vengono date quindi indicazioni di carattere filologico sul testo dantesco trasmesso dal manoscritto e sulla sua collocazione nella tradizione dell’opera (§ 2); viene analizzato un distico contro Dante che compare in una delle carte di guardia alla luce della tenzone di Dante con Forese Donati (§ 3); si esamina infine la nota di possesso apposta nel Cinquecento da un tintore di seta fiorentino, Giovanni di Bartolomeo d’Antonio dall’Ancisa (alla cui mano è possibile assegnare lo stesso distico), con particolare attenzione al problema della sua identificazione storica (§ 4). A Marco Cursi si devono i §§ 1 e 4.2, a Maurizio Fiorilla i §§ 2, 3 e 4.1.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.