Il tema dell’arte di massa è stato affrontato dall’estetica di matrice analitica soltanto da pochi anni, mentre rappresenta un ambito di discussione spesso trattato dall’estetica ‘continentale’, da Adorno a Debord. Ecco perché è interessante vedere come il problema dell’arte di massa viene affrontato dai filosofi analitici. Il saggio, ricompreso nella raccolta, curata sempre dall’autore, Le arti nell’estetica analitica, inizia ricostruendo le premesse del dibattito, e cioè ricapitolando da un lato le posizioni più note in argomento, da Adorno e Benjamin a Macdonald, dall’altro evidenziando come la spinta ad occuparsi di arte di massa sia venuta all’estetica analitica a partire dall’esterno, e cioè in specie dalla voga dei cultural studies; segue una rapida disamina dei vari modi nei quali è stato indicato il fenomeno dell’arte di massa (arte popolare, arte ‘bassa’, arte di massa) e delle loro implicazioni. Successivamente viene esposta la teoria di N. Carroll consegnata al volume A Philosophy of Mass Art e viene sottoposta a critica la definizione dell’arte di massa ivi proposta. Dopo aver esposto e analizzato le critiche a Carroll avanzate da D. Novitz e T. Cohen, viene presa in considerazione e criticata la tesi esposta da R. Pouivet nel suo L’oeuvre d’art à l’âge de sa mondialisation. L’ultimo paragrafo propone sul tema dell’arte di massa alcune indicazioni teoriche diversamente orientate.
D'Angelo, P. (2008). Arte di massa. In D'ANGELO P. A CURA DI (a cura di), Le arti nell'estetica analitica (pp. 153-176). MACERATA : Quodlibet.
Arte di massa
D'ANGELO, Paolo
2008-01-01
Abstract
Il tema dell’arte di massa è stato affrontato dall’estetica di matrice analitica soltanto da pochi anni, mentre rappresenta un ambito di discussione spesso trattato dall’estetica ‘continentale’, da Adorno a Debord. Ecco perché è interessante vedere come il problema dell’arte di massa viene affrontato dai filosofi analitici. Il saggio, ricompreso nella raccolta, curata sempre dall’autore, Le arti nell’estetica analitica, inizia ricostruendo le premesse del dibattito, e cioè ricapitolando da un lato le posizioni più note in argomento, da Adorno e Benjamin a Macdonald, dall’altro evidenziando come la spinta ad occuparsi di arte di massa sia venuta all’estetica analitica a partire dall’esterno, e cioè in specie dalla voga dei cultural studies; segue una rapida disamina dei vari modi nei quali è stato indicato il fenomeno dell’arte di massa (arte popolare, arte ‘bassa’, arte di massa) e delle loro implicazioni. Successivamente viene esposta la teoria di N. Carroll consegnata al volume A Philosophy of Mass Art e viene sottoposta a critica la definizione dell’arte di massa ivi proposta. Dopo aver esposto e analizzato le critiche a Carroll avanzate da D. Novitz e T. Cohen, viene presa in considerazione e criticata la tesi esposta da R. Pouivet nel suo L’oeuvre d’art à l’âge de sa mondialisation. L’ultimo paragrafo propone sul tema dell’arte di massa alcune indicazioni teoriche diversamente orientate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.