Alcuni dialoghi platonici, e sono tutti dialoghi importanti, presentano una particolarità. Platone sembra quasi divertirsi a svalutare il proprio stesso racconto o mostrandolo poco attendibile o presentando vere e proprie incongruenze. Nel Simposio, per esempio, tutto il dialogo tra Socrate e gli altri partecipanti al Simposio è raccontato da uno che non era presente al dialogo stesso ed a cui quest'ultimo è stato raccontato da un testimone che ha omesso diverse cose e non ricorda bene altre cose, anche perchè il racconto viene fatto più di dieci anni dopo che è avvenuto. Nel Parmenide tutto il confronto tra Parmenide e Socrate su problemi difficilissimi è raccontato da qualcuno che a sua volta l'ha sentito raccontare da una persona che era sì presente, ma che era anche giovanissimo, un adolescente, e che ora non si occupa più di filosofia, bensì di cavalli. Altro ancora di questo genere si trova in dialoghi fondamentali come il Teeteto o come il Timeo. Perchè Platone opera questa specie di auto svalutazione? In effetti egli sa benissimo che il suo lettore sa a sua volta che il problema dell'attendibilità storica non ha senso alcuno, dato che il lettore sa che i dialoghi platonici sono inventati dal loro autore. La messa in discussione dell'attendibilità storica rimanderà dunque, forse, ad una messa in discussione di un altro tipo di attendibilità, quella teoretica. Platone avverte in modo esplicito il proprio lettore, in più luoghi, di vedere nelle scritture che egli gli presenta, non già la verità, ma una copia più o meno sbiadita della verità; qui le incongruenze e la scarsa attendibilità potrebbero essere segnali attraverso i quali Platone avverte chi lo sta leggendo di non credere fino in fondo a quello che legge come espressione della verità assoluta e di prendere ciò che è stato scritto come un ombra imperfetta, come un resoconto impreciso di quella verità assoluta.

Gessani, A. (2008). RACCONTARE IL RACCONTO. SULLE INTRODUZONI DI ALCUNI DIALOGHI PLATONICI. In CARELLA S (a cura di), Logos kai Nous. Discorso e intuizione nella filosofia platonica (pp. 67-92). ROMA : Aracne.

RACCONTARE IL RACCONTO. SULLE INTRODUZONI DI ALCUNI DIALOGHI PLATONICI

GESSANI, Alberto
2008-01-01

Abstract

Alcuni dialoghi platonici, e sono tutti dialoghi importanti, presentano una particolarità. Platone sembra quasi divertirsi a svalutare il proprio stesso racconto o mostrandolo poco attendibile o presentando vere e proprie incongruenze. Nel Simposio, per esempio, tutto il dialogo tra Socrate e gli altri partecipanti al Simposio è raccontato da uno che non era presente al dialogo stesso ed a cui quest'ultimo è stato raccontato da un testimone che ha omesso diverse cose e non ricorda bene altre cose, anche perchè il racconto viene fatto più di dieci anni dopo che è avvenuto. Nel Parmenide tutto il confronto tra Parmenide e Socrate su problemi difficilissimi è raccontato da qualcuno che a sua volta l'ha sentito raccontare da una persona che era sì presente, ma che era anche giovanissimo, un adolescente, e che ora non si occupa più di filosofia, bensì di cavalli. Altro ancora di questo genere si trova in dialoghi fondamentali come il Teeteto o come il Timeo. Perchè Platone opera questa specie di auto svalutazione? In effetti egli sa benissimo che il suo lettore sa a sua volta che il problema dell'attendibilità storica non ha senso alcuno, dato che il lettore sa che i dialoghi platonici sono inventati dal loro autore. La messa in discussione dell'attendibilità storica rimanderà dunque, forse, ad una messa in discussione di un altro tipo di attendibilità, quella teoretica. Platone avverte in modo esplicito il proprio lettore, in più luoghi, di vedere nelle scritture che egli gli presenta, non già la verità, ma una copia più o meno sbiadita della verità; qui le incongruenze e la scarsa attendibilità potrebbero essere segnali attraverso i quali Platone avverte chi lo sta leggendo di non credere fino in fondo a quello che legge come espressione della verità assoluta e di prendere ciò che è stato scritto come un ombra imperfetta, come un resoconto impreciso di quella verità assoluta.
2008
978-88-548-1767-8
Gessani, A. (2008). RACCONTARE IL RACCONTO. SULLE INTRODUZONI DI ALCUNI DIALOGHI PLATONICI. In CARELLA S (a cura di), Logos kai Nous. Discorso e intuizione nella filosofia platonica (pp. 67-92). ROMA : Aracne.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/167659
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact