Le innumerevoli raffigurazioni della morte di Cleopatra presenti nella pittura e nella grafica del 16 secolo costituiscono il punto di partenza di un saggio che mira ad esplorare i possibili legami tra la tradizione figurativa rinascimentale ed il lessico collegato a parti del corpo umano in Antony and Cleopatra di William Shakespeare.L'iconicità della presenza fisica di Cleopatra nella pittura rinascimentale sfocia con naturalezza nel linguaggio drammatico di Shakespeare che utilizza i termini del corpo in modo diretto o metaforico. Alla luce dell'importanza del corpo nella tradizione visiva del Rinascimento,una parte significativa di questa materialità fisica sembra trasferirsi nel linguaggio di Cleopatra, che si fa "corporeo", "organico", componendosi attorno a scelte lessicali che suggeriscono il suo desiderio di dare alle sue parole una vera e propria plasticità avvolgendole nella sostanza della materia.L'ipotesi di partenza si sostanzia analizzando il testo come corpus, valutando la frequenza e la collocazione di termini quali labbra, occhi,mani, cuore, testa sangue e lingua. L'analisi quantitativa e qualitativa viene quindi applicata alle battute di Cleopatra, per dimostrare l'esistenza di un collegamento tra rappresentazione visiva e rappresentazione grafica che prende origine dalla descrizione della regina d'Egitto fatta da Plutarco.

Taking the cue from countless visual representations of Cleopatra’s death in the 16th century, the essay aims at exploring the possible connection between the Renaissance visual tradition and the lexis related to parts of the human body in Antony and Cleopatra. Cleopatra’s iconic physical presence in the Renaissance paintings naturally flows into Shakespeare’s dramatic language that uses, either directly or metaphorically, the words of the body. If corporeity was important in the Renaissance visual tradition, the idea is that a significant proportion of this physical materialism was transferred into her language, eventually resulting in a corporeal or “organic” language. Cleopatra’s speech, in fact, develops around lexical choices which suggest her wish to give a plastic presence to her words by wrapping them up in a material substance. This thesis is put to the test with a corpus analysis of Shakespeare’s play, taking into account the frequency of words such as lips, eyes, hands, heart, head, blood, and tongue. A quantitative and qualitative analysis is then applied to Cleopatra’s lines, to prove the existence of a connection between vision and words which originates in Plutarch’s description of the Egyptian queen.

Faini, P. (2010). “Cleopatra’s Corporeal Language". In I.N. DEL SAPIO GARBERO M. (a cura di), Questioning Bodies in Shakespeare’s Rome. ACUME 2 (pp. 161-169). GÖTTINGEN : V&R Unipress.

“Cleopatra’s Corporeal Language"

FAINI, Paola
2010-01-01

Abstract

Taking the cue from countless visual representations of Cleopatra’s death in the 16th century, the essay aims at exploring the possible connection between the Renaissance visual tradition and the lexis related to parts of the human body in Antony and Cleopatra. Cleopatra’s iconic physical presence in the Renaissance paintings naturally flows into Shakespeare’s dramatic language that uses, either directly or metaphorically, the words of the body. If corporeity was important in the Renaissance visual tradition, the idea is that a significant proportion of this physical materialism was transferred into her language, eventually resulting in a corporeal or “organic” language. Cleopatra’s speech, in fact, develops around lexical choices which suggest her wish to give a plastic presence to her words by wrapping them up in a material substance. This thesis is put to the test with a corpus analysis of Shakespeare’s play, taking into account the frequency of words such as lips, eyes, hands, heart, head, blood, and tongue. A quantitative and qualitative analysis is then applied to Cleopatra’s lines, to prove the existence of a connection between vision and words which originates in Plutarch’s description of the Egyptian queen.
2010
978-3-89971-740-2
Le innumerevoli raffigurazioni della morte di Cleopatra presenti nella pittura e nella grafica del 16 secolo costituiscono il punto di partenza di un saggio che mira ad esplorare i possibili legami tra la tradizione figurativa rinascimentale ed il lessico collegato a parti del corpo umano in Antony and Cleopatra di William Shakespeare.L'iconicità della presenza fisica di Cleopatra nella pittura rinascimentale sfocia con naturalezza nel linguaggio drammatico di Shakespeare che utilizza i termini del corpo in modo diretto o metaforico. Alla luce dell'importanza del corpo nella tradizione visiva del Rinascimento,una parte significativa di questa materialità fisica sembra trasferirsi nel linguaggio di Cleopatra, che si fa "corporeo", "organico", componendosi attorno a scelte lessicali che suggeriscono il suo desiderio di dare alle sue parole una vera e propria plasticità avvolgendole nella sostanza della materia.L'ipotesi di partenza si sostanzia analizzando il testo come corpus, valutando la frequenza e la collocazione di termini quali labbra, occhi,mani, cuore, testa sangue e lingua. L'analisi quantitativa e qualitativa viene quindi applicata alle battute di Cleopatra, per dimostrare l'esistenza di un collegamento tra rappresentazione visiva e rappresentazione grafica che prende origine dalla descrizione della regina d'Egitto fatta da Plutarco.
Faini, P. (2010). “Cleopatra’s Corporeal Language". In I.N. DEL SAPIO GARBERO M. (a cura di), Questioning Bodies in Shakespeare’s Rome. ACUME 2 (pp. 161-169). GÖTTINGEN : V&R Unipress.
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