Nel presente contributo l'autore prendendo le mosse da una riflessione di Ken Robinson circa la necessità di modificare i paradigmi dell'educazione per favorire lo sviluppo del potenziale creativo di tutti e di ciascuno e dall'ormai celebre affermazione di H.H. Anderson circa il progressivo impoverimento del pensiero creativo che accompagna la crescita dell'uomo dall'infanzia all'età adulta, analizza criticamente alcuni dei fattori che possono spiegare il decalage del potenziale creativo in rapporto allo sviluppo della persona e tutto ciò sia rispetto ad alcune questioni che rimandano ai modelli educativi generali, sia rispetto alle implicazioni che queste/i producono in ambito educativo speciale. Non solo i disabili, infatti, incorrono nel rischio di vedere via via disabilitato il potenziale creativo personale. Tra i "motivi" principali l'autore individua i seguenti macro fattori: 1. l’idea di eccezionalità che circonda come un aura la concezione di creatività; 2. la significatività attribuita dalla comunità scientifica ad alcuni modelli teorici che spiegano la creatività umana; 3. la convinzione che la creatività possa svilupparsi solo in spazi riservati; 4. l’irregolarità del creativo e della creatività; 5. l’organizzazione dei sistemi scolastici e formativi. A supporto dell'analisi compiuta l'autore riporta i dati grezzi di una ricerca condotta nel 2010 sul rapporto creatività-disabilità.

Bocci, F. (2012). Non disabilitare la creatività- Una questione educativa generale con qualche implicazione speciale. In Progetto Generazioni. Bambini e anziani: due stagioni della vita a confronto. (pp. 379-390). PISA : ETS.

Non disabilitare la creatività- Una questione educativa generale con qualche implicazione speciale

BOCCI, FABIO
2012-01-01

Abstract

Nel presente contributo l'autore prendendo le mosse da una riflessione di Ken Robinson circa la necessità di modificare i paradigmi dell'educazione per favorire lo sviluppo del potenziale creativo di tutti e di ciascuno e dall'ormai celebre affermazione di H.H. Anderson circa il progressivo impoverimento del pensiero creativo che accompagna la crescita dell'uomo dall'infanzia all'età adulta, analizza criticamente alcuni dei fattori che possono spiegare il decalage del potenziale creativo in rapporto allo sviluppo della persona e tutto ciò sia rispetto ad alcune questioni che rimandano ai modelli educativi generali, sia rispetto alle implicazioni che queste/i producono in ambito educativo speciale. Non solo i disabili, infatti, incorrono nel rischio di vedere via via disabilitato il potenziale creativo personale. Tra i "motivi" principali l'autore individua i seguenti macro fattori: 1. l’idea di eccezionalità che circonda come un aura la concezione di creatività; 2. la significatività attribuita dalla comunità scientifica ad alcuni modelli teorici che spiegano la creatività umana; 3. la convinzione che la creatività possa svilupparsi solo in spazi riservati; 4. l’irregolarità del creativo e della creatività; 5. l’organizzazione dei sistemi scolastici e formativi. A supporto dell'analisi compiuta l'autore riporta i dati grezzi di una ricerca condotta nel 2010 sul rapporto creatività-disabilità.
2012
9788846734488
Bocci, F. (2012). Non disabilitare la creatività- Una questione educativa generale con qualche implicazione speciale. In Progetto Generazioni. Bambini e anziani: due stagioni della vita a confronto. (pp. 379-390). PISA : ETS.
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