Il saggio analizza, in tre testi letterari contemporanei, un uso metaforico della nozione di ombra – il servo di colore come ombra perturbante del padrone bianco – secondo lo schema fissato dal Man Friday di Daniel Defoe. I testi analizzati sono: "The Narrative of Jacobus Coetzee", secondo dei due racconti lunghi che compongono "Dusklands" (1974) di J. M. Coetzee; "Pantomime", un play di Derek Walcott del 1978; e infine il più celebre "Foe" di J. M. Coetzee, del 1986. Tutti e tre i testi, benché assai diversi tra loro, dialogano con "Robinson Crusoe" e il suo complesso trattamento del rapporto servo-padrone. All'interno di tale vasto tema, il tropo dell'uomo-ombra rappresenta una figura del discorso particolarmente resistente, e fonte inesauribile, sotto la penna di tre grandi scrittori, di tragedia ma anche ironia.
Corso, S. (2011). Ombre ubbidienti. Servi neri e cannibali bianchi. In L.R. Francesco Cattani (a cura di), Ombre/Shadows (pp. 146-157). LODI : Morellini.
Ombre ubbidienti. Servi neri e cannibali bianchi
CORSO, SIMONA
2011-01-01
Abstract
Il saggio analizza, in tre testi letterari contemporanei, un uso metaforico della nozione di ombra – il servo di colore come ombra perturbante del padrone bianco – secondo lo schema fissato dal Man Friday di Daniel Defoe. I testi analizzati sono: "The Narrative of Jacobus Coetzee", secondo dei due racconti lunghi che compongono "Dusklands" (1974) di J. M. Coetzee; "Pantomime", un play di Derek Walcott del 1978; e infine il più celebre "Foe" di J. M. Coetzee, del 1986. Tutti e tre i testi, benché assai diversi tra loro, dialogano con "Robinson Crusoe" e il suo complesso trattamento del rapporto servo-padrone. All'interno di tale vasto tema, il tropo dell'uomo-ombra rappresenta una figura del discorso particolarmente resistente, e fonte inesauribile, sotto la penna di tre grandi scrittori, di tragedia ma anche ironia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.