A partire dagli anni ’90 le riforme di rango costituzionale e ordinario che hanno interessato l’ordinamento italiano si sono sviluppate lungo due direttrici prevalenti: da un lato la continua e crescente valorizzazione del ruolo svolto dalle Regioni e dalle autonomie locali, dall’altro la progressiva semplificazione normativa volta a rendere l’apparato normativo più efficiente ed intellegibile. Per quanto attiene al primo aspetto, esemplificative in tal senso sono le previsioni presenti negli Statuti regionali e nel Testo unico delle autonomie locali (d.lgs. 267/2000). In merito alle disposizioni statutarie regionali i singoli Statuti contengono una pluralità di norme sugli istituti a carattere partecipativo come il referendum, il diritto di accesso, l’azione popolare, il difensore civico, con punte di particolare innovazione come il caso della legge 27 dicembre 2007, n. 69 approvata dalla Regione Toscana esplicitamente dedicata alle “Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali” che si presenta come una delle normative locali più avanzate in materia di partecipazione. In ambito locale la disciplina della partecipazione popolare articolata nelle sue varie forme e modalità - in alcuni casi assimilabili all’attività di controllo più che alla partecipazione in senso stretto - ha trovato riscontro in previsioni altrettanto significative contenute negli articoli 8,9,10,11,12 del Testo unico delle autonomie locali (d.lgs. 267/2000). Trattasi di disposizioni che se pongono problemi interpretativi e di coordinamento con le analoghe previsioni contenute a livello nazionale e regionale comunque esplicitano un orientamento ben definito diretto a promuovere la partecipazione popolare anche nelle autonomie locali, in armonia con le indicazioni provenienti dall’ordinamento comunitario. In relazione ai diversi procedimenti di semplificazione in atto nell’ordinamento italiano l’analisi si sofferma in particolare sulla istituzione dello sportello unico per le attività produttive (SUAP) tesa a favorire la creazione di attività imprenditoriali grazie allo snellimento e facilitazione della necessaria attività burocratica. In definitiva, gli istituti partecipativi e di semplificazione nel restituire la centralità al cittadino rappresentano una tendenza suscettibile di maggiore sviluppo dell’ordinamento italiano volta al consolidamento del suo carattere autenticamente democratico.
Aliberti, C. (2009). La partecipazione e la semplificazione. In Fabrizio Clementi e Vincenzo Antonelli (a cura di), Il governo locale nella transizione federale: orientamenti, guida operativa, raccolta normativa (pp. 916-952). GORLE : CEL.
La partecipazione e la semplificazione
ALIBERTI, Cristiano
2009-01-01
Abstract
A partire dagli anni ’90 le riforme di rango costituzionale e ordinario che hanno interessato l’ordinamento italiano si sono sviluppate lungo due direttrici prevalenti: da un lato la continua e crescente valorizzazione del ruolo svolto dalle Regioni e dalle autonomie locali, dall’altro la progressiva semplificazione normativa volta a rendere l’apparato normativo più efficiente ed intellegibile. Per quanto attiene al primo aspetto, esemplificative in tal senso sono le previsioni presenti negli Statuti regionali e nel Testo unico delle autonomie locali (d.lgs. 267/2000). In merito alle disposizioni statutarie regionali i singoli Statuti contengono una pluralità di norme sugli istituti a carattere partecipativo come il referendum, il diritto di accesso, l’azione popolare, il difensore civico, con punte di particolare innovazione come il caso della legge 27 dicembre 2007, n. 69 approvata dalla Regione Toscana esplicitamente dedicata alle “Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali” che si presenta come una delle normative locali più avanzate in materia di partecipazione. In ambito locale la disciplina della partecipazione popolare articolata nelle sue varie forme e modalità - in alcuni casi assimilabili all’attività di controllo più che alla partecipazione in senso stretto - ha trovato riscontro in previsioni altrettanto significative contenute negli articoli 8,9,10,11,12 del Testo unico delle autonomie locali (d.lgs. 267/2000). Trattasi di disposizioni che se pongono problemi interpretativi e di coordinamento con le analoghe previsioni contenute a livello nazionale e regionale comunque esplicitano un orientamento ben definito diretto a promuovere la partecipazione popolare anche nelle autonomie locali, in armonia con le indicazioni provenienti dall’ordinamento comunitario. In relazione ai diversi procedimenti di semplificazione in atto nell’ordinamento italiano l’analisi si sofferma in particolare sulla istituzione dello sportello unico per le attività produttive (SUAP) tesa a favorire la creazione di attività imprenditoriali grazie allo snellimento e facilitazione della necessaria attività burocratica. In definitiva, gli istituti partecipativi e di semplificazione nel restituire la centralità al cittadino rappresentano una tendenza suscettibile di maggiore sviluppo dell’ordinamento italiano volta al consolidamento del suo carattere autenticamente democratico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.