"La più bella testa di Bruto minore che si trova a Roma è probabilmente quella in proprietà del marchese Rondinini" [Winckelmann, Anmerkungen 11 , l , § 24] Il magniloquente busto che dal tempo del marchese Giuseppe faceva bella mostra nell'appartamento al piano nobile del Palazzo al Corso - quelle "ricche e deliziose camere" che tanto piacevano a Giuseppe Antonio Guattani -, rappresenta la scultura forse più emblematica, quantunque meno nota rispetto al celeberrimo rilievo con la testa di Medusa, della raccolta di marmi Rondinini: come un palinsesto, esso reca memoria delle successive vicende che hanno interessato la storia collezionistica della /a miglia. Se infatti fu solo dalla metà del XV111 secolo che la Medusa godette, soprattutto grazie all'ammirazione che pochi anni dopo Goethe avrebbe espresso per questa opera, di una fama che si è mantenuta fino a oggi; il "Bruto" si assicurò una posizione di rilievo almeno un secolo prima, come fa fede il busto barocco commissionato per valorizzarne il ritratto originario. A partire dall'inventario del 1662 esso è in proprietà della famiglia: se la sua originaria testa abbia già fatto parte del primitivo nucleo di marni raccolto da Natale Rondinini (1540-1627) non è possibile sapere. Ma soprattutto le traversie e la mutilazioni che esso sperimenta nel cruciale periodo che va tra gli anni romani di J.J. Winckelmann e quelli iniziali del XIX secolo sintetizzano la sorte toccata a Roma a molti altri marmi antichi. L'attenzione che ricevette da parte di letterati (la poetessa Friederike Brun) e artisti (Anton Raphael Mengs) si coniuga con la considerazione da parte di antiquari e archeologi (Winckelmann, ma anche Guattani e Visconti), mentre la ricerca di nuove icone di prestigio da parte dell'aristocrazia d'Oltralpe (Ludwig, principe ereditario di Baviera) si intreccia con gli interessi commerciali di chi con l'antico faceva al/ari (Maler Müller), sullo sfondo della progressiva contrazione – economica ma anche culturale- della vecchia nobiltà romana.
Musso, L. (2011). "La più bella testa di Bruto minore che si trova a Roma è probabilmente quella di proprietà del marchese Rondinini" (Winckelmann, Anmerkungen 11,1,§24). In B.M. Candilio B. (a cura di), I marmi antichi del Palazzo Rondinini (pp. 51-61). ROMA : De Luca Editori d'Arte.
"La più bella testa di Bruto minore che si trova a Roma è probabilmente quella di proprietà del marchese Rondinini" (Winckelmann, Anmerkungen 11,1,§24)
MUSSO, Luisa
2011-01-01
Abstract
"La più bella testa di Bruto minore che si trova a Roma è probabilmente quella in proprietà del marchese Rondinini" [Winckelmann, Anmerkungen 11 , l , § 24] Il magniloquente busto che dal tempo del marchese Giuseppe faceva bella mostra nell'appartamento al piano nobile del Palazzo al Corso - quelle "ricche e deliziose camere" che tanto piacevano a Giuseppe Antonio Guattani -, rappresenta la scultura forse più emblematica, quantunque meno nota rispetto al celeberrimo rilievo con la testa di Medusa, della raccolta di marmi Rondinini: come un palinsesto, esso reca memoria delle successive vicende che hanno interessato la storia collezionistica della /a miglia. Se infatti fu solo dalla metà del XV111 secolo che la Medusa godette, soprattutto grazie all'ammirazione che pochi anni dopo Goethe avrebbe espresso per questa opera, di una fama che si è mantenuta fino a oggi; il "Bruto" si assicurò una posizione di rilievo almeno un secolo prima, come fa fede il busto barocco commissionato per valorizzarne il ritratto originario. A partire dall'inventario del 1662 esso è in proprietà della famiglia: se la sua originaria testa abbia già fatto parte del primitivo nucleo di marni raccolto da Natale Rondinini (1540-1627) non è possibile sapere. Ma soprattutto le traversie e la mutilazioni che esso sperimenta nel cruciale periodo che va tra gli anni romani di J.J. Winckelmann e quelli iniziali del XIX secolo sintetizzano la sorte toccata a Roma a molti altri marmi antichi. L'attenzione che ricevette da parte di letterati (la poetessa Friederike Brun) e artisti (Anton Raphael Mengs) si coniuga con la considerazione da parte di antiquari e archeologi (Winckelmann, ma anche Guattani e Visconti), mentre la ricerca di nuove icone di prestigio da parte dell'aristocrazia d'Oltralpe (Ludwig, principe ereditario di Baviera) si intreccia con gli interessi commerciali di chi con l'antico faceva al/ari (Maler Müller), sullo sfondo della progressiva contrazione – economica ma anche culturale- della vecchia nobiltà romana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.