Nella vita nuova Dante presenta Amore in varie “figure”. All'inizio è il signore di pauroso aspetto che regge Beatrice tra le braccia e poi sale in cielo piangendo, dopo aver fatto mangiare a Beatrice stessa il cuore del poeta. Poi appare a Dante nelle vesti di un pellegrino vestito miseramente vicino ad un fiume con acqua limpida. Più avanti ancora è un giovane vestito di una veste bianchissima che dà a Dante, tra il sonno e la veglia, una difficile definizione dell'amore stesso. In ogni caso queste figure sono al tempo stesso figure divine e guide che conducono il poeta a maturare il proprio amore per Beatrice fino ad una sostanza più “fina”, legandolo ad un bisogno d'assoluto che esso non aveva, sicuramente, nella poesia di Cavalcanti e di altri appartenenti al gruppo che poi Dante stesso individuerà con il nome di “dolce Stil Novo”. C'è dunque nella concezione dantesca l'idea di un amore ascensivo, tale cioè da nascere come volto ad una persona e dallo svilupparsi come volto direttamente a Dio, riunendo dunque una dimensione umana ed una dimensione al di là dell'umano.
Gessani, A. (2002). Amore demonico e amore divino nella Vita Nuova. In Arte e daimon (pp. 29-82).
Amore demonico e amore divino nella Vita Nuova
GESSANI, Alberto
2002-01-01
Abstract
Nella vita nuova Dante presenta Amore in varie “figure”. All'inizio è il signore di pauroso aspetto che regge Beatrice tra le braccia e poi sale in cielo piangendo, dopo aver fatto mangiare a Beatrice stessa il cuore del poeta. Poi appare a Dante nelle vesti di un pellegrino vestito miseramente vicino ad un fiume con acqua limpida. Più avanti ancora è un giovane vestito di una veste bianchissima che dà a Dante, tra il sonno e la veglia, una difficile definizione dell'amore stesso. In ogni caso queste figure sono al tempo stesso figure divine e guide che conducono il poeta a maturare il proprio amore per Beatrice fino ad una sostanza più “fina”, legandolo ad un bisogno d'assoluto che esso non aveva, sicuramente, nella poesia di Cavalcanti e di altri appartenenti al gruppo che poi Dante stesso individuerà con il nome di “dolce Stil Novo”. C'è dunque nella concezione dantesca l'idea di un amore ascensivo, tale cioè da nascere come volto ad una persona e dallo svilupparsi come volto direttamente a Dio, riunendo dunque una dimensione umana ed una dimensione al di là dell'umano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.