L’imposizione di obblighi di informazione rappresenta uno strumento utilizzato dalla Corte per garantire la corretta operatività del principio del mutuo riconoscimento e allo stesso tempo uno strumento utilizzato per contemperare la concreta operatività dello stesso principio con la legittima esigenza degli Stati membri di operare un controllo sul mercato e di tutelare le c.d. “esigenze imperative a carattere generale” (nel caso di specie, l’esigenza alla corretta informazione e alla salute dei consumatori). Come è noto, uno dei principi fondamentali alla base della costituzione del mercato comune è rappresentato dal principio del mutuo riconoscimento, secondo cui ciascuno Stato membro non può vietare sul proprio territorio l’esercizio di un’attività economica legalmente e legittimamente svolta in un altro stato membro. Il principio non ha una valenza assoluta. Lo Stato di destinazione mantiene il diritto di esercitare un controllo sul mercato e di valutare, in primis, se il prodotto estero rispetti le normative nazionali di commercializzazione; altrimenti, se l’interesse pubblico alla cui tutela è preordinata la normativa nazionale di regolazione (relativa a quel prodotto) riceva un protezione equivalente nell’ambito dello Stato di provenienza; in quest’ultimo caso, seppure il prodotto estero non rispetti le prescrizioni nazionali, lo stesso deve avere libero accesso al mercato; viceversa, la misura di regolazione deve ritenersi legittima (naturalmente, se necessaria e proporzionata all’obiettivo da raggiungere). Nell’ambito di questo schema, in cui a divieti si contrappongono deroghe a siffatti divieti, l’imposizione di obblighi di informazione in capo agli operatori economici, viene utilizzato con una duplice funzione. L’imposizione di obblighi di informazione rappresenta uno strumento utilizzato dalla Corte per garantire la corretta operatività del principio e per contemperare la concreta operatività del mutuo riconoscimento, con la legittima esigenza degli Stati membri di operare un controllo sul mercato e di tutelare le c.d. “esigenze imperative a carattere generale” (nel caso di specie, l’esigenza alla corretta informazione e alla salute dei consumatori).

Lottini, M. (2008). L’imposizione di obblighi di informazione in capo agli operatori economici come strumento di costituzione di un “unico mercato comunitario”: la giurisprudenza della Corte di giustizia. In MERLONI F. (a cura di), La trasparenza amministrativa (pp. 721-732). MILANO : Giuffrè.

L’imposizione di obblighi di informazione in capo agli operatori economici come strumento di costituzione di un “unico mercato comunitario”: la giurisprudenza della Corte di giustizia

LOTTINI, Micaela
2008-01-01

Abstract

L’imposizione di obblighi di informazione rappresenta uno strumento utilizzato dalla Corte per garantire la corretta operatività del principio del mutuo riconoscimento e allo stesso tempo uno strumento utilizzato per contemperare la concreta operatività dello stesso principio con la legittima esigenza degli Stati membri di operare un controllo sul mercato e di tutelare le c.d. “esigenze imperative a carattere generale” (nel caso di specie, l’esigenza alla corretta informazione e alla salute dei consumatori). Come è noto, uno dei principi fondamentali alla base della costituzione del mercato comune è rappresentato dal principio del mutuo riconoscimento, secondo cui ciascuno Stato membro non può vietare sul proprio territorio l’esercizio di un’attività economica legalmente e legittimamente svolta in un altro stato membro. Il principio non ha una valenza assoluta. Lo Stato di destinazione mantiene il diritto di esercitare un controllo sul mercato e di valutare, in primis, se il prodotto estero rispetti le normative nazionali di commercializzazione; altrimenti, se l’interesse pubblico alla cui tutela è preordinata la normativa nazionale di regolazione (relativa a quel prodotto) riceva un protezione equivalente nell’ambito dello Stato di provenienza; in quest’ultimo caso, seppure il prodotto estero non rispetti le prescrizioni nazionali, lo stesso deve avere libero accesso al mercato; viceversa, la misura di regolazione deve ritenersi legittima (naturalmente, se necessaria e proporzionata all’obiettivo da raggiungere). Nell’ambito di questo schema, in cui a divieti si contrappongono deroghe a siffatti divieti, l’imposizione di obblighi di informazione in capo agli operatori economici, viene utilizzato con una duplice funzione. L’imposizione di obblighi di informazione rappresenta uno strumento utilizzato dalla Corte per garantire la corretta operatività del principio e per contemperare la concreta operatività del mutuo riconoscimento, con la legittima esigenza degli Stati membri di operare un controllo sul mercato e di tutelare le c.d. “esigenze imperative a carattere generale” (nel caso di specie, l’esigenza alla corretta informazione e alla salute dei consumatori).
2008
88-14-14061-8
Lottini, M. (2008). L’imposizione di obblighi di informazione in capo agli operatori economici come strumento di costituzione di un “unico mercato comunitario”: la giurisprudenza della Corte di giustizia. In MERLONI F. (a cura di), La trasparenza amministrativa (pp. 721-732). MILANO : Giuffrè.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/170514
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