Luce è la parola che più di ogni altra contiene significati fisici, simbolici, evocativi. Chiunque si occupi di luce non può prescindere da questa ricchezza di accezioni e, nel contempo, non deve mai perdere il contatto con la sua natura fisica, né dimenticare le sue relazioni con l’uomo e con l’ambiente. Il titolo Manuale di progettazione Illuminotecnica vuole cercare di comunicare questo: la ricerca di un metodo di lavoro che non neghi l’esistenza di regole, numeri e grandezze quantificabili, ma che abbia l’ambizione di non ridurre il processo progettuale a un approccio di tipo meramente quantitativo. Tecnica è il termine giusto se conserva il suo significato originario, dal greco téchne, arte nel senso di perizia, saper fare, saper operare, tecnica come territorio dove si traducono in soluzioni tecnologiche precise le scelte concettuali, compositive, semantiche. La sfida che ho raccolto quando l’Editore mi ha affidato la curatela del manuale è stata quella di coordinare la molteplicità delle voci che si articolano intorno al mondo della luce, garantendone l’originalità del linguaggio e allo stesso tempo indirizzandole verso l’obiettivo comune di dare le risposte che il lettore si aspetta da una pubblicazione di questo tipo. Ho condiviso pienamente la linea editoriale che caratterizza l’intera collana TecnoTipo, che sancisce il superamento della manualistica classica, fatta esclusivamente di tabelle, estratti di norme, schemi funzionali, per aderire a un concetto più moderno di manuale, dove tabelle, norme e schemi funzionali convivono con la ricerca di un metodo di lavoro e con l’analisi di esempi significativi. In questo modo si superano due limiti del manuale “vecchio stile”: uno di natura più concettuale, uno di natura più operativa. Il primo limite riguarda l’illusione che la progettazione consista esclusivamente nell’applicazione di regole prestabilite e nella verifica di parametri tabellati. Il secondo limite riguarda l’invecchiamento precoce di un testo basato su numeri destinati a cambiare in tempi sempre più rapidi. La fase più strategica nell’impostazione del manuale è stata senza dubbio la scelta degli argomenti e la contestuale formazione della “squadra”. Le figure coinvolte sono numerose e danno un’idea sufficientemente ampia del mondo che ruota intorno alla luce. Esse rappresentano il mondo accademico, gli enti di ricerca e di certificazione, i gestori di impianti di illuminazione pubblica, l’ambito dell’illuminazione architettonica, quindi i progettisti specialisti (lighting designer) e i progettisti che usano la luce in un ambito progettuale più ampio (architetti, ingegneri), i progettisti di apparecchi di illuminazione, le figure professionali che operano nei settori della fotografia, del teatro, della televisione e della comunicazione visiva in genere. Il manuale si arricchisce con i contributi di alcuni progettisti stranieri di altissimo profilo, come Louis Clair, Paul Gregory, Anne Bureau, il team Arup Lighting di Londra, che ci consentono di estendere lo sguardo al di fuori della realtà italiana. Infine, ci siamo avvalsi del contributo di alcune aziende particolarmente rappresentative nei settori di competenza, che hanno fornito materiale estremamente aggiornato e dettagliato sulle nuove tecnologie disponibili a livello di sorgenti e apparecchi di illuminazione. In generale Autori e supporti esterni sono stati individuati in funzione di una linea narrativa che, partendo dai fondamenti teorici, vuole portare il lettore all’interno dell’assai articolato quadro di ambiti applicativi. Si è scelto di realizzare il manuale in due volumi distinti: il primo volume approfondisce i molteplici aspetti, teorici e pratici, su cui si basa la disciplina; il secondo volume offre precise indicazioni per poter affrontare un progetto illuminotecnico nei diversi settori di interesse, tenendo conto delle singole specificità. La sezione A rappresenta la parte teorica di base, che ha l’obiettivo di fornire gli strumenti culturali per affrontare le sezioni successive. Dopo un primo capitolo (A.1) dedicato ai fondamenti di illuminotecnica e colorimetria, la luce viene trattata come forma di energia all’interno di un sistema complesso (A.2); vengono analizzate le sue relazioni con l’ambiente, con i materiali a cui è dedicata e con il sistema visivo di chi la rileva, la utilizza, la interpreta. In questo modo si è voluto evidenziare che il progetto della luce, oggetto di sezioni successive, non può prescindere da nessuno dei precedenti aspetti. Le sezioni B e C analizzano le modalità con cui viene prodotta, distribuita e controllata la luce. Una parte consistente di questa sezione è dedicata al progetto dell’apparecchio di illuminazione, con un rilevante approfondimento sugli aspetti tecnologici e sui materiali. L’obiettivo è fornire una chiave di lettura utile per le scelte tecnico-economiche in un mercato che offre apparecchi con costi e prestazioni estremamente diversificati. Ma l’apparecchio di illuminazione non è solo un dispositivo tecnico fatto di parti meccaniche e di ottiche, ma un oggetto con una sua valenza compositiva e architettonica: per cercare di analizzare un argomento a questo livello di complessità senza perdere alcun contenuto abbiamo pensato di lasciare sotto forma di intervista i colloqui intercorsi con quattro protagonisti indiscussi del design italiano contemporaneo: Piero Castiglioni, Michele De Lucchi, Alberto Meda e Paolo Rizzatto. La sezione D estende l’analisi dei componenti ai sistemi per la gestione dinamica della luce e ai sistemi per l’emergenza. Nella sezione E si introduce il tema del progetto della luce, ma in relazione ai suoi aspetti più formali e documentali. In un settore della progettazione dove, in Italia, vige la massima indeterminazione sull’identità del progettista e sui contenuti minimi del progetto nelle sue diverse fasi, ho sentito l’esigenza di fornire riferimenti chiari su come si articola un progetto in ambito pubblico e privato. Parlando di adempimenti tecnico-amministrativi ho ritenuto fondamentale estendere la trattazione alle altre fasi che caratterizzano la vita di un impianto di illuminazione: la realizzazione e la gestione. All’interno dei contenuti del progetto troviamo la relazione di calcolo, che prevede la simulazione previsionale degli ambienti luminosi, a cui è dedicata la sezione F. La sezione G ci porta finalmente al tema del progetto della luce nei diversi ambiti applicativi, cercando di indicare un metodo di lavoro attraverso brevi trattazioni teoriche integrate con l’analisi di esperienze progettuali significative. Il tema è introdotto attraverso una lettura del progetto della luce nella storia, evidenziando le differenze tra l’approccio europeo e quello nordamericano. Gli Autori sono stati individuati tra coloro che hanno avuto esperienze progettuali di particolare interesse nell’ambito in cui sono stati chiamati a collaborare. Questo garantisce l’originalità dei contenuti e un elevato livello di approfondimento. Ciò risulta ancora più evidente nella sezione H, dove vengono illustrati alcuni progetti in maniera più estesa, dalla fase di ideazione alla definizione degli elaborati, alla documentazione fotografica. Il livello di approfondimento varia al variare della complessità del progetto, del tipo di committenza e, naturalmente, del metodo di lavoro dei singoli progettisti. Per agevolare la fluidità della lettura, in alcune pagine si trovano dei box autonomi in cui vengono inseriti gli approfondimenti, che possono essere letti in qualsiasi momento senza inficiare la comprensione del discorso principale. Concludo con l’auspicio che questo manuale fornisca un contributo prezioso al lavoro quotidiano di chi progetta, gestisce o commissiona impianti di illuminazione, di chi progetta oggetti e spazi confidando sulle suggestioni che la luce conferirà, di chi è interessato all’arte e alla comunicazione visiva, o semplicemente, che soddisfi le curiosità di coloro che sono sempre stati affascinati dal mondo della luce ma non vi si erano avvicinati prima d’ora.

Frascarolo, M. (2010). Sezione G Il progetto: applicazioni Indoor G.3.2 Lo spazio per il lavoro e lo studio, G.3.3 Lo spazio per la vendita, G.3.4 Lo spazio per l'intrattenimento, G.3.5 Lo spazio per l'arte. In Frascarolo M (a cura di), Manuale di progettazione Illuminotecnica. ROMA : Mancosu Editore; Architectural Book and Review.

Sezione G Il progetto: applicazioni Indoor G.3.2 Lo spazio per il lavoro e lo studio, G.3.3 Lo spazio per la vendita, G.3.4 Lo spazio per l'intrattenimento, G.3.5 Lo spazio per l'arte

FRASCAROLO, MARCO
2010-01-01

Abstract

Luce è la parola che più di ogni altra contiene significati fisici, simbolici, evocativi. Chiunque si occupi di luce non può prescindere da questa ricchezza di accezioni e, nel contempo, non deve mai perdere il contatto con la sua natura fisica, né dimenticare le sue relazioni con l’uomo e con l’ambiente. Il titolo Manuale di progettazione Illuminotecnica vuole cercare di comunicare questo: la ricerca di un metodo di lavoro che non neghi l’esistenza di regole, numeri e grandezze quantificabili, ma che abbia l’ambizione di non ridurre il processo progettuale a un approccio di tipo meramente quantitativo. Tecnica è il termine giusto se conserva il suo significato originario, dal greco téchne, arte nel senso di perizia, saper fare, saper operare, tecnica come territorio dove si traducono in soluzioni tecnologiche precise le scelte concettuali, compositive, semantiche. La sfida che ho raccolto quando l’Editore mi ha affidato la curatela del manuale è stata quella di coordinare la molteplicità delle voci che si articolano intorno al mondo della luce, garantendone l’originalità del linguaggio e allo stesso tempo indirizzandole verso l’obiettivo comune di dare le risposte che il lettore si aspetta da una pubblicazione di questo tipo. Ho condiviso pienamente la linea editoriale che caratterizza l’intera collana TecnoTipo, che sancisce il superamento della manualistica classica, fatta esclusivamente di tabelle, estratti di norme, schemi funzionali, per aderire a un concetto più moderno di manuale, dove tabelle, norme e schemi funzionali convivono con la ricerca di un metodo di lavoro e con l’analisi di esempi significativi. In questo modo si superano due limiti del manuale “vecchio stile”: uno di natura più concettuale, uno di natura più operativa. Il primo limite riguarda l’illusione che la progettazione consista esclusivamente nell’applicazione di regole prestabilite e nella verifica di parametri tabellati. Il secondo limite riguarda l’invecchiamento precoce di un testo basato su numeri destinati a cambiare in tempi sempre più rapidi. La fase più strategica nell’impostazione del manuale è stata senza dubbio la scelta degli argomenti e la contestuale formazione della “squadra”. Le figure coinvolte sono numerose e danno un’idea sufficientemente ampia del mondo che ruota intorno alla luce. Esse rappresentano il mondo accademico, gli enti di ricerca e di certificazione, i gestori di impianti di illuminazione pubblica, l’ambito dell’illuminazione architettonica, quindi i progettisti specialisti (lighting designer) e i progettisti che usano la luce in un ambito progettuale più ampio (architetti, ingegneri), i progettisti di apparecchi di illuminazione, le figure professionali che operano nei settori della fotografia, del teatro, della televisione e della comunicazione visiva in genere. Il manuale si arricchisce con i contributi di alcuni progettisti stranieri di altissimo profilo, come Louis Clair, Paul Gregory, Anne Bureau, il team Arup Lighting di Londra, che ci consentono di estendere lo sguardo al di fuori della realtà italiana. Infine, ci siamo avvalsi del contributo di alcune aziende particolarmente rappresentative nei settori di competenza, che hanno fornito materiale estremamente aggiornato e dettagliato sulle nuove tecnologie disponibili a livello di sorgenti e apparecchi di illuminazione. In generale Autori e supporti esterni sono stati individuati in funzione di una linea narrativa che, partendo dai fondamenti teorici, vuole portare il lettore all’interno dell’assai articolato quadro di ambiti applicativi. Si è scelto di realizzare il manuale in due volumi distinti: il primo volume approfondisce i molteplici aspetti, teorici e pratici, su cui si basa la disciplina; il secondo volume offre precise indicazioni per poter affrontare un progetto illuminotecnico nei diversi settori di interesse, tenendo conto delle singole specificità. La sezione A rappresenta la parte teorica di base, che ha l’obiettivo di fornire gli strumenti culturali per affrontare le sezioni successive. Dopo un primo capitolo (A.1) dedicato ai fondamenti di illuminotecnica e colorimetria, la luce viene trattata come forma di energia all’interno di un sistema complesso (A.2); vengono analizzate le sue relazioni con l’ambiente, con i materiali a cui è dedicata e con il sistema visivo di chi la rileva, la utilizza, la interpreta. In questo modo si è voluto evidenziare che il progetto della luce, oggetto di sezioni successive, non può prescindere da nessuno dei precedenti aspetti. Le sezioni B e C analizzano le modalità con cui viene prodotta, distribuita e controllata la luce. Una parte consistente di questa sezione è dedicata al progetto dell’apparecchio di illuminazione, con un rilevante approfondimento sugli aspetti tecnologici e sui materiali. L’obiettivo è fornire una chiave di lettura utile per le scelte tecnico-economiche in un mercato che offre apparecchi con costi e prestazioni estremamente diversificati. Ma l’apparecchio di illuminazione non è solo un dispositivo tecnico fatto di parti meccaniche e di ottiche, ma un oggetto con una sua valenza compositiva e architettonica: per cercare di analizzare un argomento a questo livello di complessità senza perdere alcun contenuto abbiamo pensato di lasciare sotto forma di intervista i colloqui intercorsi con quattro protagonisti indiscussi del design italiano contemporaneo: Piero Castiglioni, Michele De Lucchi, Alberto Meda e Paolo Rizzatto. La sezione D estende l’analisi dei componenti ai sistemi per la gestione dinamica della luce e ai sistemi per l’emergenza. Nella sezione E si introduce il tema del progetto della luce, ma in relazione ai suoi aspetti più formali e documentali. In un settore della progettazione dove, in Italia, vige la massima indeterminazione sull’identità del progettista e sui contenuti minimi del progetto nelle sue diverse fasi, ho sentito l’esigenza di fornire riferimenti chiari su come si articola un progetto in ambito pubblico e privato. Parlando di adempimenti tecnico-amministrativi ho ritenuto fondamentale estendere la trattazione alle altre fasi che caratterizzano la vita di un impianto di illuminazione: la realizzazione e la gestione. All’interno dei contenuti del progetto troviamo la relazione di calcolo, che prevede la simulazione previsionale degli ambienti luminosi, a cui è dedicata la sezione F. La sezione G ci porta finalmente al tema del progetto della luce nei diversi ambiti applicativi, cercando di indicare un metodo di lavoro attraverso brevi trattazioni teoriche integrate con l’analisi di esperienze progettuali significative. Il tema è introdotto attraverso una lettura del progetto della luce nella storia, evidenziando le differenze tra l’approccio europeo e quello nordamericano. Gli Autori sono stati individuati tra coloro che hanno avuto esperienze progettuali di particolare interesse nell’ambito in cui sono stati chiamati a collaborare. Questo garantisce l’originalità dei contenuti e un elevato livello di approfondimento. Ciò risulta ancora più evidente nella sezione H, dove vengono illustrati alcuni progetti in maniera più estesa, dalla fase di ideazione alla definizione degli elaborati, alla documentazione fotografica. Il livello di approfondimento varia al variare della complessità del progetto, del tipo di committenza e, naturalmente, del metodo di lavoro dei singoli progettisti. Per agevolare la fluidità della lettura, in alcune pagine si trovano dei box autonomi in cui vengono inseriti gli approfondimenti, che possono essere letti in qualsiasi momento senza inficiare la comprensione del discorso principale. Concludo con l’auspicio che questo manuale fornisca un contributo prezioso al lavoro quotidiano di chi progetta, gestisce o commissiona impianti di illuminazione, di chi progetta oggetti e spazi confidando sulle suggestioni che la luce conferirà, di chi è interessato all’arte e alla comunicazione visiva, o semplicemente, che soddisfi le curiosità di coloro che sono sempre stati affascinati dal mondo della luce ma non vi si erano avvicinati prima d’ora.
2010
978-88-96589-03-8
Frascarolo, M. (2010). Sezione G Il progetto: applicazioni Indoor G.3.2 Lo spazio per il lavoro e lo studio, G.3.3 Lo spazio per la vendita, G.3.4 Lo spazio per l'intrattenimento, G.3.5 Lo spazio per l'arte. In Frascarolo M (a cura di), Manuale di progettazione Illuminotecnica. ROMA : Mancosu Editore; Architectural Book and Review.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/171499
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