La tesi della ‘morte dell’arte’ rappresenta uno degli aspetti maggiormente controversi della estetica hegeliana. Mentre molti interpreti hanno voluto sottolineare come Hegel non abbia mai voluto affermare la fine storica dell’arte, altre interpretazioni hanno preso pienamente sul serio l’affermazione di Hegel. I due massimi filosofi dell’idealismo italiano, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, rappresentano due chiari esempi di queste due posizioni opposte. Croce si è occupato a più riprese della questione. Già della Parte Storica della Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale (1902) egli interpreta la tesi della morte dell’arte come conseguenza logica del rapporto instaurato da Hegel tra arte, religione e filosofia, e come coerente con la sua filosofia della storia. Il presente saggio esamina poi la controversia tra Croce e Bernard Bosanquet appunto a proposito della morte dell’arte. Il saggio col quale Bosanquet contestava l’interpretazione crociana è del 1919; la risposta di Croce del 1933. Nel saggio si ipotizza che la risposta di Croce sia giunta a tanta distanza perché in realtà Croce voleva polemizzare con Giovanni Gentile, che nella Filosofia dell’arte del 1931 aveva sostenuto che il transito dell’arte alla religione e alla filosofia non è un passaggio storico, ma un passaggio dialettico e trascendentale, che è sempre in atto senza che esso configuri una scomparsa dell’arte sul piano empirico. //ENGLISH The thesis of the ‘death of art’ is one of the most controversial aspects in Hegel’s aesthetics. While many interpreters emphasize that Hegel never prophesied an historical end of art, other scholars took Hegel's affirmation in full seriousness. The two leading philosophers of Italian Idealism, Benedetto Croce and Giovanni Gentile, represent two perfect examples of these opposite interpretations. Croce has dealt with the subject several times. Already in the historical section of his Aesthetics as Science of Expression and General Linguistics (1902) Croce reads Hegel’s thesis as a logical consequence of the relationship he established between art, religion and philosophy, and fully consistent with his philosophy of history. The present paper then examines the controversy that opposed Croce and Bernard Bosanquet precisely on this subject. Bosanquet’s essay was written in 1919; Croce’s answer appeared in 1933. In the paper we hypothesize that Croce's answer came so late because he actually wanted to argue with Giovanni Gentile, who had argued that the transition of art to religion and philosophy wasn’t an historical passage, but a dialectical and trascendental one, that is always in progress without this representing a disappearance of art on the empirical level.

D'Angelo, P. (2015). Der Tod der Kunst bei Croce und Gentile. In F.I. K. Vieweg (a cura di), Das Ende der Kunst als Anfang freier Kunst (pp. 275-290). München : Wilhelm Fink.

Der Tod der Kunst bei Croce und Gentile

D'ANGELO, Paolo
2015-01-01

Abstract

La tesi della ‘morte dell’arte’ rappresenta uno degli aspetti maggiormente controversi della estetica hegeliana. Mentre molti interpreti hanno voluto sottolineare come Hegel non abbia mai voluto affermare la fine storica dell’arte, altre interpretazioni hanno preso pienamente sul serio l’affermazione di Hegel. I due massimi filosofi dell’idealismo italiano, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, rappresentano due chiari esempi di queste due posizioni opposte. Croce si è occupato a più riprese della questione. Già della Parte Storica della Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale (1902) egli interpreta la tesi della morte dell’arte come conseguenza logica del rapporto instaurato da Hegel tra arte, religione e filosofia, e come coerente con la sua filosofia della storia. Il presente saggio esamina poi la controversia tra Croce e Bernard Bosanquet appunto a proposito della morte dell’arte. Il saggio col quale Bosanquet contestava l’interpretazione crociana è del 1919; la risposta di Croce del 1933. Nel saggio si ipotizza che la risposta di Croce sia giunta a tanta distanza perché in realtà Croce voleva polemizzare con Giovanni Gentile, che nella Filosofia dell’arte del 1931 aveva sostenuto che il transito dell’arte alla religione e alla filosofia non è un passaggio storico, ma un passaggio dialettico e trascendentale, che è sempre in atto senza che esso configuri una scomparsa dell’arte sul piano empirico. //ENGLISH The thesis of the ‘death of art’ is one of the most controversial aspects in Hegel’s aesthetics. While many interpreters emphasize that Hegel never prophesied an historical end of art, other scholars took Hegel's affirmation in full seriousness. The two leading philosophers of Italian Idealism, Benedetto Croce and Giovanni Gentile, represent two perfect examples of these opposite interpretations. Croce has dealt with the subject several times. Already in the historical section of his Aesthetics as Science of Expression and General Linguistics (1902) Croce reads Hegel’s thesis as a logical consequence of the relationship he established between art, religion and philosophy, and fully consistent with his philosophy of history. The present paper then examines the controversy that opposed Croce and Bernard Bosanquet precisely on this subject. Bosanquet’s essay was written in 1919; Croce’s answer appeared in 1933. In the paper we hypothesize that Croce's answer came so late because he actually wanted to argue with Giovanni Gentile, who had argued that the transition of art to religion and philosophy wasn’t an historical passage, but a dialectical and trascendental one, that is always in progress without this representing a disappearance of art on the empirical level.
2015
978-3-7705-5855-1
D'Angelo, P. (2015). Der Tod der Kunst bei Croce und Gentile. In F.I. K. Vieweg (a cura di), Das Ende der Kunst als Anfang freier Kunst (pp. 275-290). München : Wilhelm Fink.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Der Tod der Kunst bei Croce und Gentile.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: DRM non definito
Dimensione 630.09 kB
Formato Adobe PDF
630.09 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/172110
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact