The aim of my paper is to reflect on the experience of the ‘postcolonized’ subject as portrayed in diasporic audiovisual productions. Looking at the ‘diasporic subject’ in the sketch show Goodness Gracious Me and in the sit-com Mumbai Calling, the paper focuses on the ‘diasporic humour which fuels this kind of audiovisual productions shedding light on issues of cultural identity and feelings of ‘belonging’. On the whole, the main objective is to evaluate how screenwriters stage national and cultural identity/ies (what does Indian mean in a post-colonized India or within Anglo-Indian communities?) as well as the encounter between (post)colonizer and (post)colonized, and evaluate the way in which stereotypes and crystallized clichés are called into action in the ‘contact zones’.

L'articolo riflette sull'uso dello stereotipo a fini umoristici in alcuni film di registi della diaspora e, in particolare, nello sketch-show angloindiano Goodness Gracious Me. Più eloquente del testo scritto, l’audiovisivo evidenzia in modo chiaro le caratteristiche fonetiche e sintattiche della varietà. Con tale premessa, lo studio intende dimostrare come l’impiego caricaturale dell’indlish, estremamente marcato dal punto di vista sia fonetico sia sintattico, consenta agli sceneggiatori angloindiani di sovvertire gli stereotipi e sollecitare una rivisitazione dell’identità nazionale britannica in un’ottica multiculturale. Il generational clash fra i primi indiani arrivati nel Regno Unito e i loro figli si compie innanzitutto sul terreno della lingua, che nella serie televisiva è caratterizzata da vistose diversità. L’impiego di strutture sintattiche devianti (l’uso dell’interrogativa senza inversione dell’ausiliare, l’uso della forma –ing in verbi di stato, la costante di un registro altisonante e di fenomeni di code-mixing e code-switching, ecc.) è un aspetto su cui il diasporic humour fa leva per innescare il paradosso e sovvertire i cliché.

Antonucci, B. (2013). ‘Lost in transition’: Indianness and Diasporic Humour in Audiovisual Productions. In R.A. R. Dickason (a cura di), Screening and Depicting Cultural Diversity in the English-speaking World and Beyond (pp. 35-50). Frankfurt am Main : Peter Lang.

‘Lost in transition’: Indianness and Diasporic Humour in Audiovisual Productions

ANTONUCCI, Barbara
2013-01-01

Abstract

The aim of my paper is to reflect on the experience of the ‘postcolonized’ subject as portrayed in diasporic audiovisual productions. Looking at the ‘diasporic subject’ in the sketch show Goodness Gracious Me and in the sit-com Mumbai Calling, the paper focuses on the ‘diasporic humour which fuels this kind of audiovisual productions shedding light on issues of cultural identity and feelings of ‘belonging’. On the whole, the main objective is to evaluate how screenwriters stage national and cultural identity/ies (what does Indian mean in a post-colonized India or within Anglo-Indian communities?) as well as the encounter between (post)colonizer and (post)colonized, and evaluate the way in which stereotypes and crystallized clichés are called into action in the ‘contact zones’.
2013
9783631629499
L'articolo riflette sull'uso dello stereotipo a fini umoristici in alcuni film di registi della diaspora e, in particolare, nello sketch-show angloindiano Goodness Gracious Me. Più eloquente del testo scritto, l’audiovisivo evidenzia in modo chiaro le caratteristiche fonetiche e sintattiche della varietà. Con tale premessa, lo studio intende dimostrare come l’impiego caricaturale dell’indlish, estremamente marcato dal punto di vista sia fonetico sia sintattico, consenta agli sceneggiatori angloindiani di sovvertire gli stereotipi e sollecitare una rivisitazione dell’identità nazionale britannica in un’ottica multiculturale. Il generational clash fra i primi indiani arrivati nel Regno Unito e i loro figli si compie innanzitutto sul terreno della lingua, che nella serie televisiva è caratterizzata da vistose diversità. L’impiego di strutture sintattiche devianti (l’uso dell’interrogativa senza inversione dell’ausiliare, l’uso della forma –ing in verbi di stato, la costante di un registro altisonante e di fenomeni di code-mixing e code-switching, ecc.) è un aspetto su cui il diasporic humour fa leva per innescare il paradosso e sovvertire i cliché.
Antonucci, B. (2013). ‘Lost in transition’: Indianness and Diasporic Humour in Audiovisual Productions. In R.A. R. Dickason (a cura di), Screening and Depicting Cultural Diversity in the English-speaking World and Beyond (pp. 35-50). Frankfurt am Main : Peter Lang.
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