The film “Lost and Delirious” is the product of the joint efforts of director Léa Pool and playwright Judith Thompson, both engaged in introducing the formerly marginalized theme of young women’s homosexual relationships in Québec cinema. The problem of coming of age and acquiring a cultural identity – seen as a process of “transition” -- in postcolonial Canada is analysed through a genre that weds theatre and cinema and that updates the interaction between visuality and textuality by means of an original play of visual image and act of speech. The centre of attention is one character who plays the role of narrator, spectator, and actor. In the course of a year spent in a boarding school where she comes face to face with eroticism and women’s homosexual love, she is finally able to queer spectatorship, and accept the hybrid as normal. Mary's newly acquired awareness has repercussions on the way in which she learns “how to see”, and succeeds in finally reaching liberation.

Il film “Lost and Delirious” è il prodotto degli sforzi congiunti della regista Léa Pool e la drammaturga Judith Thompson, entrambe impegnate nell’introdurre nel cinema del Québec il tema a lungo represso delle relazioni omosessuali tra giovani donne. Il problema del “transito” verso l’età matura e dell’acquisizione di una identità culturale nel Canada postcoloniale viene analizzato attraversa un genere che sposa teatro e cinema e aggiorna l’interazione tra visualità e testualità attraverso un gioco originale dell’immagine visiva e l’atto di parola. Il centro dell’attenzione è il personaggio che svolge la funzione di narratrice, spettatrice e attrice. Nel corso dell’anno trascorso in collegio, durante il quale per la prima volta si trova davanti a erotismo e amore omosessuali, il personaggio di Mary riesce finalmente a diventare spettatrice del “diverso” e ad accettare l’ibrido nella sua normalità. La consapevolezza raggiunta ha ripercussioni sul modo in cui lei impara a “vedere” e consente il raggiungimento della liberazione.

Stefanelli, M.A. (2014). Queering Spectatorship in Léa Pool's and Judith Thompson's "Lost and Delirious". In Dominique Marçais (a cura di), Modes and Facets of the American Scene (pp. 355-374). PALERMO : Ila-Palma.

Queering Spectatorship in Léa Pool's and Judith Thompson's "Lost and Delirious"

STEFANELLI, Maria Anita
2014-01-01

Abstract

The film “Lost and Delirious” is the product of the joint efforts of director Léa Pool and playwright Judith Thompson, both engaged in introducing the formerly marginalized theme of young women’s homosexual relationships in Québec cinema. The problem of coming of age and acquiring a cultural identity – seen as a process of “transition” -- in postcolonial Canada is analysed through a genre that weds theatre and cinema and that updates the interaction between visuality and textuality by means of an original play of visual image and act of speech. The centre of attention is one character who plays the role of narrator, spectator, and actor. In the course of a year spent in a boarding school where she comes face to face with eroticism and women’s homosexual love, she is finally able to queer spectatorship, and accept the hybrid as normal. Mary's newly acquired awareness has repercussions on the way in which she learns “how to see”, and succeeds in finally reaching liberation.
2014
978887704764X
Il film “Lost and Delirious” è il prodotto degli sforzi congiunti della regista Léa Pool e la drammaturga Judith Thompson, entrambe impegnate nell’introdurre nel cinema del Québec il tema a lungo represso delle relazioni omosessuali tra giovani donne. Il problema del “transito” verso l’età matura e dell’acquisizione di una identità culturale nel Canada postcoloniale viene analizzato attraversa un genere che sposa teatro e cinema e aggiorna l’interazione tra visualità e testualità attraverso un gioco originale dell’immagine visiva e l’atto di parola. Il centro dell’attenzione è il personaggio che svolge la funzione di narratrice, spettatrice e attrice. Nel corso dell’anno trascorso in collegio, durante il quale per la prima volta si trova davanti a erotismo e amore omosessuali, il personaggio di Mary riesce finalmente a diventare spettatrice del “diverso” e ad accettare l’ibrido nella sua normalità. La consapevolezza raggiunta ha ripercussioni sul modo in cui lei impara a “vedere” e consente il raggiungimento della liberazione.
Stefanelli, M.A. (2014). Queering Spectatorship in Léa Pool's and Judith Thompson's "Lost and Delirious". In Dominique Marçais (a cura di), Modes and Facets of the American Scene (pp. 355-374). PALERMO : Ila-Palma.
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