In occasione dell’incontro incentrato sulle storie e le geostorie ho voluto tentare un esperimento con le fonti e le carte relative ai primi contatti diretti avvenuti fra il Vecchio mondo e le Indie orientali. In particolare, prendendo come spunto il Giappone e le sue rappresentazioni cartografiche di grande divulgazione prodotte in Europa nell’arco di circa due secoli (dalla metà del Quattrocento alla metà del Seicento), mi sono proposta di verificare se e come il procedere dei contatti con l’Estremo Oriente sia stato accompagnato da una maggiore mole di conoscenze geografiche e in quale modo esse siano state tradotte in cartografia, o viceversa. Più nello specifico per chi si occupa di letteratura odeporica, ho voluto applicare il noto schema trovare-cercare-scoprire esposto da Ilaria Luzzana Caraci nel numero di «Geotema» dedicato al viaggio come fonte di conoscenze geografiche (LUZZANA CARACI, 1997) al caso del Giappone e tentare di delineare, attraverso le fonti, alcune delle tappe principali di questo processo di conoscenza geografica e cartografica, ma non solo. In questo caso di studio alle fasi fissate nello schema citato se ne è potuta (o dovuta) aggiungere una quarta, precedente alle altre perché risalente all’epoca medievale e più direttamente collegata all’immaginazione di quel paese, che si rifà alle informazioni indirette di cui l’Occidente poté avvalersi nel Tardo Medioevo, quando ai mercanti e ai viaggiatori si aprirono – per chiudersi in circa un secolo − le vie terrestri dell’Oriente.
D'Ascenzo, A. (2015). Lo schema (immaginare-)trovare-cercare-scoprire applicato alle rappresentazioni del Giappone (metà XIV-metà XVII secolo). In D'Ascenzo A (a cura di), Geostoria. Geostorie (pp. 65-95). ROMA : Centro Italiano per gli Studi storico-geografici.
Lo schema (immaginare-)trovare-cercare-scoprire applicato alle rappresentazioni del Giappone (metà XIV-metà XVII secolo)
D'ASCENZO, ANNALISA
2015-01-01
Abstract
In occasione dell’incontro incentrato sulle storie e le geostorie ho voluto tentare un esperimento con le fonti e le carte relative ai primi contatti diretti avvenuti fra il Vecchio mondo e le Indie orientali. In particolare, prendendo come spunto il Giappone e le sue rappresentazioni cartografiche di grande divulgazione prodotte in Europa nell’arco di circa due secoli (dalla metà del Quattrocento alla metà del Seicento), mi sono proposta di verificare se e come il procedere dei contatti con l’Estremo Oriente sia stato accompagnato da una maggiore mole di conoscenze geografiche e in quale modo esse siano state tradotte in cartografia, o viceversa. Più nello specifico per chi si occupa di letteratura odeporica, ho voluto applicare il noto schema trovare-cercare-scoprire esposto da Ilaria Luzzana Caraci nel numero di «Geotema» dedicato al viaggio come fonte di conoscenze geografiche (LUZZANA CARACI, 1997) al caso del Giappone e tentare di delineare, attraverso le fonti, alcune delle tappe principali di questo processo di conoscenza geografica e cartografica, ma non solo. In questo caso di studio alle fasi fissate nello schema citato se ne è potuta (o dovuta) aggiungere una quarta, precedente alle altre perché risalente all’epoca medievale e più direttamente collegata all’immaginazione di quel paese, che si rifà alle informazioni indirette di cui l’Occidente poté avvalersi nel Tardo Medioevo, quando ai mercanti e ai viaggiatori si aprirono – per chiudersi in circa un secolo − le vie terrestri dell’Oriente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.