Questo libro narra di un'esperienza di ricerca-azione organizzata per conto del programma di ricerca LUS-Living Urban Scape da Maria Livia Olivetti, Annalisa Metta e Anna Lambertini, svolta sotto forma di workshop per studenti e abitanti a Roma nel quartiere di Pietralata nei mesi di aprile e maggio 2013. LUS è un progetto di ricerca nazionale che si propone di esplorare proposte e operazioni reali per la rigenerazione degli spazi aperti negli insediamenti di edilizia residenziale pubblica. Finanziato nel 2011 dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) tramite bando FIRB per giovani ricercatori, è condotto da un gruppo interdisciplinare di paesaggisti, urbanisti, architetti e sociologi nelle sedi di Roma Tre e dello IUAV di Venezia. Il libro si articola in due sezioni. Trasformare racconta le due settimane di workshop attraverso riflessioni critiche e narrazioni fotografiche. Fare Luoghi raccoglie le testimonianze su quanto è accaduto, dei progettisti coinvolti nel condurre gli interventi di trasformazione in nuovo spazio pubblico di un tratto di paesaggio urbano prima in gran parte dimenticato. Tra i saggi, il contributo a propria firma "In tempo reale. Know how, do how". Sebbene il processo di progettazione e autocostruzione attivato da PICS appartenga a uno scenario ormai sterminato di esperienze di trasformazione di spazi aperti urbani leggere, rapide e a basso costo, già ampiamente descritto e interpretato, può essere utile, soprattutto in Italia, riflettere sul rapporto tra queste modalità d’intervento e le vie consuete del progetto, nel tentativo di proporne la necessità di una definitiva complementare convergenza. In particolare, ricorrendo alla dimensione temporale del progetto come principale filtro interpretativo, si intende sostenere che le pratiche informali possano essere uno dei possibili strumenti del progetto ordinario, e non necessariamente un’alternativa, e che modi diversi di intendere e praticare il progetto possano affiancarsi con pari dignità e responsabilità, risultandone un armamentario più ricco di arnesi, modelli, materiali e competenze per operare lo spazio pubblico. Parallelamente, si vuol rilevare che occasioni come PICS rafforzino l’evidenza che sempre più spesso sia l’architettura del paesaggio la chiave risolutiva di molte impasse del progetto urbano contemporaneo, proponendosi non solo come ambito di lavoro e come disciplina, ma come vero e proprio metodo, giacché “geneticamente” adusa a confrontarsi con fenomeni evolutivi e instabili, con la fragilità e il rischio come agenti creativi.
Metta, A. (2014). In tempo reale. Know how-Do how. In M.A. Olivetti ML (a cura di), Progettare paesaggi quotidiani. Una ricerca/azione (pp. 82-89). Roma : Gangemi Editore.
In tempo reale. Know how-Do how
METTA, ANNALISA
2014-01-01
Abstract
Questo libro narra di un'esperienza di ricerca-azione organizzata per conto del programma di ricerca LUS-Living Urban Scape da Maria Livia Olivetti, Annalisa Metta e Anna Lambertini, svolta sotto forma di workshop per studenti e abitanti a Roma nel quartiere di Pietralata nei mesi di aprile e maggio 2013. LUS è un progetto di ricerca nazionale che si propone di esplorare proposte e operazioni reali per la rigenerazione degli spazi aperti negli insediamenti di edilizia residenziale pubblica. Finanziato nel 2011 dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) tramite bando FIRB per giovani ricercatori, è condotto da un gruppo interdisciplinare di paesaggisti, urbanisti, architetti e sociologi nelle sedi di Roma Tre e dello IUAV di Venezia. Il libro si articola in due sezioni. Trasformare racconta le due settimane di workshop attraverso riflessioni critiche e narrazioni fotografiche. Fare Luoghi raccoglie le testimonianze su quanto è accaduto, dei progettisti coinvolti nel condurre gli interventi di trasformazione in nuovo spazio pubblico di un tratto di paesaggio urbano prima in gran parte dimenticato. Tra i saggi, il contributo a propria firma "In tempo reale. Know how, do how". Sebbene il processo di progettazione e autocostruzione attivato da PICS appartenga a uno scenario ormai sterminato di esperienze di trasformazione di spazi aperti urbani leggere, rapide e a basso costo, già ampiamente descritto e interpretato, può essere utile, soprattutto in Italia, riflettere sul rapporto tra queste modalità d’intervento e le vie consuete del progetto, nel tentativo di proporne la necessità di una definitiva complementare convergenza. In particolare, ricorrendo alla dimensione temporale del progetto come principale filtro interpretativo, si intende sostenere che le pratiche informali possano essere uno dei possibili strumenti del progetto ordinario, e non necessariamente un’alternativa, e che modi diversi di intendere e praticare il progetto possano affiancarsi con pari dignità e responsabilità, risultandone un armamentario più ricco di arnesi, modelli, materiali e competenze per operare lo spazio pubblico. Parallelamente, si vuol rilevare che occasioni come PICS rafforzino l’evidenza che sempre più spesso sia l’architettura del paesaggio la chiave risolutiva di molte impasse del progetto urbano contemporaneo, proponendosi non solo come ambito di lavoro e come disciplina, ma come vero e proprio metodo, giacché “geneticamente” adusa a confrontarsi con fenomeni evolutivi e instabili, con la fragilità e il rischio come agenti creativi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.