Rituales politicos/Religiones politicas

This essay examines the evolution (since the classical works of Mathiez, Bloch and Kantorowicz) and the present condition of the researches on the history of political rituals in the 19th and 20th Century. The conclusion is that the huge development of this field of studies does not meet with an unambiguousness of intentions, concepts, interpretative visions; and therefore that there is a strong risk of a sort of interpretative “babel”, a condition in which everyone talks a different language, without any common real understanding. The scholars of political rituals seem convinced they are studying the same object; in fact, they refer – and often without being really aware of this – to deeply different (and opposite) phenomena, as means of consent and religious experience. The essay attempts to individuate the problems that are still open, as well as some benchmarks and some shared solutions.

Il saggio esamina l’evoluzione (a partire dalle opere classiche di Mathiez, Bloch e Kantorowicz) e la situazione attuale degli studi sulla storia dei rituali politici nel XIX e XX secolo. La sua conclusione è che all’enorme sviluppo di questo filone di studi non corrisponda altrettanta univocità di intenzioni, di concetti, di categorie interpretative; e che si corra quindi il rischio di una specie di «Babele» interpretativa, una situazione cioè in cui tutti parlano lingue diverse, senza comprendersi davvero. Gli studiosi dei riti della politica sembrano credere di analizzare il medesimo oggetto; in realtà, si riferiscono, e – quel che è peggio – spesso senza una piena consapevolezza, a fenomeni profondamente diversi, se non addirittura opposti, come gli strumenti del consenso e l’esperienza religiosa. Il saggio cerca quindi di individuare i problemi aperti, porre alcuni punti fermi e verificare se siano disponibili alcune prime soluzioni condivise.