The essay traces a historical-theoretical map of the relationships between pragmatist thought and European XXth century philosophers, comparing them with the most influential American reinterpretation of pragmatism's pivotal issues. It is impossible to fully understand the development and vicissitudes of pragmatism without referring to analytical philosophy, and vice versa. The two perspectives, in spite of the many and even deep conflicts, have in fact interwoven, each contributing to the history of the other. This is the framework for an inquiry which, on a theoretical as well as historical level, sheds light on how the interactions between the two standpoints have allowed to approach traditional problems and issues according to new criteria. Starting from the Sixties, pragmatism has lived a revival both in the United States and in Europe, insomuch as it is now very common to speak of a “pragmatic turn” in contemporary philosophy. This introductory essay pinpoints the key-figures of that change: Apel and Habermas, Putnam and Rorty, Quine, Sellars and Davidson, whose contributions on themes such as truth, intersubjectivity, realism are consciously indebted to the perspectives of the classical pragmatist.

Il saggio traccia una mappa storico-teoretica dell'evoluzione dei rapporti tra il movimento pragmatista e la filosofia europea del primo e secondo Novecento, ponendoli a confronto con le riprese statunitensi( in particolare Putnam e Rorty) dei temi cruciali della filosofia di Peirce, James, Dewey e Mead. Non è possibile comprendere pienamente l’evoluzione e le vicissitudini del pragmatismo senza fare riferimento alla filosofia analitica, e viceversa. Si tratta di due prospettive che, nonostante non siano mancati conflitti anche profondi, si sono nei fatti intrecciate, contribuendo l’una alla storia dell’altra. Questa la cornice di un‘analisi allo stesso tempo teoretica e storica, che mette in luce come proprio le interazioni fra i due punti di vista abbiano permesso di pensare in modo nuovo problemi e tematiche tradizionali. A partire dagli anni Sessanta, il pragmatismo ha vissuto una rinascita sia negli Stati Uniti sia in Europa, tanto che è diventato usuale parlare di “svolta pragmatica” della filosofia contemporanea. Questo saggio introduttivo puntualizza le figure chiave di tale cambiamento: Apel e Habermas, Putnam e Rorty, Quine, Sellars e Davidson, i cui contributi su temi come la verità, l’intersoggettività, il realismo sono consapevolmente debitori rispetto alle prospettive dei pragmatisti classici.

Calcaterra, R.M. (2011). Introduction, XI-XX.

Introduction

CALCATERRA, Rosa Maria
2011-01-01

Abstract

The essay traces a historical-theoretical map of the relationships between pragmatist thought and European XXth century philosophers, comparing them with the most influential American reinterpretation of pragmatism's pivotal issues. It is impossible to fully understand the development and vicissitudes of pragmatism without referring to analytical philosophy, and vice versa. The two perspectives, in spite of the many and even deep conflicts, have in fact interwoven, each contributing to the history of the other. This is the framework for an inquiry which, on a theoretical as well as historical level, sheds light on how the interactions between the two standpoints have allowed to approach traditional problems and issues according to new criteria. Starting from the Sixties, pragmatism has lived a revival both in the United States and in Europe, insomuch as it is now very common to speak of a “pragmatic turn” in contemporary philosophy. This introductory essay pinpoints the key-figures of that change: Apel and Habermas, Putnam and Rorty, Quine, Sellars and Davidson, whose contributions on themes such as truth, intersubjectivity, realism are consciously indebted to the perspectives of the classical pragmatist.
2011
978-90-420-3321-4
Il saggio traccia una mappa storico-teoretica dell'evoluzione dei rapporti tra il movimento pragmatista e la filosofia europea del primo e secondo Novecento, ponendoli a confronto con le riprese statunitensi( in particolare Putnam e Rorty) dei temi cruciali della filosofia di Peirce, James, Dewey e Mead. Non è possibile comprendere pienamente l’evoluzione e le vicissitudini del pragmatismo senza fare riferimento alla filosofia analitica, e viceversa. Si tratta di due prospettive che, nonostante non siano mancati conflitti anche profondi, si sono nei fatti intrecciate, contribuendo l’una alla storia dell’altra. Questa la cornice di un‘analisi allo stesso tempo teoretica e storica, che mette in luce come proprio le interazioni fra i due punti di vista abbiano permesso di pensare in modo nuovo problemi e tematiche tradizionali. A partire dagli anni Sessanta, il pragmatismo ha vissuto una rinascita sia negli Stati Uniti sia in Europa, tanto che è diventato usuale parlare di “svolta pragmatica” della filosofia contemporanea. Questo saggio introduttivo puntualizza le figure chiave di tale cambiamento: Apel e Habermas, Putnam e Rorty, Quine, Sellars e Davidson, i cui contributi su temi come la verità, l’intersoggettività, il realismo sono consapevolmente debitori rispetto alle prospettive dei pragmatisti classici.
Calcaterra, R.M. (2011). Introduction, XI-XX.
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