Può uno studio di dettaglio di due tombe repubblicane inserite all’interno di un contesto pluristratificato come quello dei Sette Dormienti raccontare parte della storia della via Appia? Le strutture, costruite in epoca tardo repubblicana lungo uno degli assi secondari che organizzavano l’ormai sovraffollato panorama sepolcrale, e adattate all’inizio dell’età imperiale all’impianto di un colombario teso a sfruttare al massimo lo spazio necropolare residuo, sono attualmente inglobate nelle fondazioni dell’edificio cinquecentesco che ospita il complesso, prestandosi pertanto a un’osservazione assai limitata. Tuttavia il rilievo diretto del monumento, unito a un’analisi stratigrafica, tipologica ed epigrafica, ha permesso di precisare i contorni di un’edilizia funeraria ibrida, lontana dalla monumentalità dei complessi gentilizi della piena repubblica, indice di un’organizzazione spaziale secondo maglie più rade, e perciò assai più difficili da cogliere, rispetto all’ “economia degli spazi” che sopraggiungerà in epoca imperiale. Il contributo presentato all’interno del volume dedicato al primo miglio della via Appia si confronta con una problematica storica e topografica apparentemente fuori scala, risolvendo la sfida posta dall’organico reinserimento nel paesaggio urbano di epoca antica di evidenze attualmente slegate, con l’utilizzo di un approccio unitario, in cui i differenti strumenti nel “bagaglio” dell’archeologo concorrono a definire una molteplicità di contesti legati da un comune obiettivo progettuale. Si tratta ancora una volta di una ricostruzione storica che è, insieme, preziosa lezione di metodo.
Peresso, G. (2010). Il Complesso dei Sette Dormienti: due tombe tardo repubblicane. In R.S.V. D. MANACORDA (a cura di), Il primo miglio della via Appia a Roma: atti della giornata di studio, Roma, Museo Nazionale Romano, 16 giugno 2009. Roma : Edizioni Laterza.
Il Complesso dei Sette Dormienti: due tombe tardo repubblicane
PERESSO, GIULIA
2010-01-01
Abstract
Può uno studio di dettaglio di due tombe repubblicane inserite all’interno di un contesto pluristratificato come quello dei Sette Dormienti raccontare parte della storia della via Appia? Le strutture, costruite in epoca tardo repubblicana lungo uno degli assi secondari che organizzavano l’ormai sovraffollato panorama sepolcrale, e adattate all’inizio dell’età imperiale all’impianto di un colombario teso a sfruttare al massimo lo spazio necropolare residuo, sono attualmente inglobate nelle fondazioni dell’edificio cinquecentesco che ospita il complesso, prestandosi pertanto a un’osservazione assai limitata. Tuttavia il rilievo diretto del monumento, unito a un’analisi stratigrafica, tipologica ed epigrafica, ha permesso di precisare i contorni di un’edilizia funeraria ibrida, lontana dalla monumentalità dei complessi gentilizi della piena repubblica, indice di un’organizzazione spaziale secondo maglie più rade, e perciò assai più difficili da cogliere, rispetto all’ “economia degli spazi” che sopraggiungerà in epoca imperiale. Il contributo presentato all’interno del volume dedicato al primo miglio della via Appia si confronta con una problematica storica e topografica apparentemente fuori scala, risolvendo la sfida posta dall’organico reinserimento nel paesaggio urbano di epoca antica di evidenze attualmente slegate, con l’utilizzo di un approccio unitario, in cui i differenti strumenti nel “bagaglio” dell’archeologo concorrono a definire una molteplicità di contesti legati da un comune obiettivo progettuale. Si tratta ancora una volta di una ricostruzione storica che è, insieme, preziosa lezione di metodo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.