Il genio dal Romanticismo a oggi Il testo fa parte di un volume curato da Luigi Russo comprendente saggi che ricostruiscono la vicenda del concetto di genio dall’antichità ad oggi. Il saggio di Paolo D’Angelo inizia illustrando la concezione del genio nel Romanticismo: a tal proposito viene fatto notare come le concezioni romantiche del genio non siano affatto, nei migliori teorici, concessioni alla retorica del genio irrazionale, innato, sregolato. Queste caratteristiche appartengono piuttosto alla immagine vulgata dell’artista romantico, che è cosa diversa. Dopo aver presentato la concezione ben diversa del genio rintracciabile in Hegel, si passa a due momenti importanti della riflessione ottocentesca, rappresentati da Schopenhauer e Nietzsche. Per quest’ultimo, in particolare, si mostra come sia impossibile parlare di una concezione unitaria del genio, che invece va incontro a grandi oscillazioni nel passaggio dalla filosofia giovanile al periodo cosiddetto ‘illuministico’ e infine agli scritti che gravitano attorno al progetto della Volontà di potenza. Ovviamente viene analizzata la concezione positivistica di Lombroso, della quale vengono messi in luce i numerosissimi limiti di carattere epistemologico e storico. Il Novecento è il secolo nel quale il genio come concetto estetico va incontro ad una sostanziale rimozione; tuttavia non si può parlare di un eclissi totale dell’idea di genio perché essa continua ad avere numerose applicazioni. E forse non è del tutto espunta neppure dall’ambito della creazione artistica, come le molte teorizzazioni della ‘morte dell’autore’ vorrebbero farci credere.

D'Angelo, P. (2008). Il genio dal Romanticismo a oggi. In RUSSO LUIGI (a cura di), IL GENIO. STORIA DI UN'IDEA ESTETICA (pp. 161-197). PALERMO : Aesthetica.

Il genio dal Romanticismo a oggi

D'ANGELO, Paolo
2008-01-01

Abstract

Il genio dal Romanticismo a oggi Il testo fa parte di un volume curato da Luigi Russo comprendente saggi che ricostruiscono la vicenda del concetto di genio dall’antichità ad oggi. Il saggio di Paolo D’Angelo inizia illustrando la concezione del genio nel Romanticismo: a tal proposito viene fatto notare come le concezioni romantiche del genio non siano affatto, nei migliori teorici, concessioni alla retorica del genio irrazionale, innato, sregolato. Queste caratteristiche appartengono piuttosto alla immagine vulgata dell’artista romantico, che è cosa diversa. Dopo aver presentato la concezione ben diversa del genio rintracciabile in Hegel, si passa a due momenti importanti della riflessione ottocentesca, rappresentati da Schopenhauer e Nietzsche. Per quest’ultimo, in particolare, si mostra come sia impossibile parlare di una concezione unitaria del genio, che invece va incontro a grandi oscillazioni nel passaggio dalla filosofia giovanile al periodo cosiddetto ‘illuministico’ e infine agli scritti che gravitano attorno al progetto della Volontà di potenza. Ovviamente viene analizzata la concezione positivistica di Lombroso, della quale vengono messi in luce i numerosissimi limiti di carattere epistemologico e storico. Il Novecento è il secolo nel quale il genio come concetto estetico va incontro ad una sostanziale rimozione; tuttavia non si può parlare di un eclissi totale dell’idea di genio perché essa continua ad avere numerose applicazioni. E forse non è del tutto espunta neppure dall’ambito della creazione artistica, come le molte teorizzazioni della ‘morte dell’autore’ vorrebbero farci credere.
2008
978-88-7726-077-2
D'Angelo, P. (2008). Il genio dal Romanticismo a oggi. In RUSSO LUIGI (a cura di), IL GENIO. STORIA DI UN'IDEA ESTETICA (pp. 161-197). PALERMO : Aesthetica.
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