Nell’itinerario storico della Russia in età contemporanea la rivoluzione d’ottobre ha svolto la funzione di acceleratore delle particelle dell’universo russo. Tempo e spazio sono state dimensioni sulle quali l’esperimento bolscevico ha influito in misura rilevante, destrutturandone forme consolidate di governo e modificandone la percezione. I bolscevichi impressero un’accelerazione allo stesso computo del tempo, adottando alla fine del gennaio 1918 il calendario gregoriano invece di quello giuliano fino ad allora in vigore in Russia, pur non conducendo a un superamento definitivo del precedente scartamento temporale, la cui impronta rimase evidente nell’universo culturale sovietico. La questione del calendario non era nuova per l’ortodossia russa. Nel corso del XIX secolo la questione di una possibile riforma del calendario era stata sollevata più volte nell’impero russo. Il governo sovietico esercitò pressioni sul patriarca Tichon per l’adeguamento del calendario liturgico a quello civile. Tuttavia, anche per l’opposizione popolare all’adozione del calendario gregoriano, la Chiesa russa mantenne il calendario giuliano. L’ortodossia russa si è collocata nel quadro della modernizzazione sovietica su scale temporali diverse e simultanee. Si è trattato di un’opzione strategica fondata sulla centralità della dimensione liturgica nell’universo culturale e religioso russo. Tale architettura temporale assume un significato paradigmatico della relazione tra universo religioso-culturale russo e modernità.
Roccucci, A. (2010). La simultaneità diacronica dell’ortodossia russa. In MOROZZO DELLA ROCCA ROBERTO (a cura di), La modernità e i mondi cristiani (pp. 193-218). BOLOGNA : Il Mulino.
La simultaneità diacronica dell’ortodossia russa
ROCCUCCI, ADRIANO
2010-01-01
Abstract
Nell’itinerario storico della Russia in età contemporanea la rivoluzione d’ottobre ha svolto la funzione di acceleratore delle particelle dell’universo russo. Tempo e spazio sono state dimensioni sulle quali l’esperimento bolscevico ha influito in misura rilevante, destrutturandone forme consolidate di governo e modificandone la percezione. I bolscevichi impressero un’accelerazione allo stesso computo del tempo, adottando alla fine del gennaio 1918 il calendario gregoriano invece di quello giuliano fino ad allora in vigore in Russia, pur non conducendo a un superamento definitivo del precedente scartamento temporale, la cui impronta rimase evidente nell’universo culturale sovietico. La questione del calendario non era nuova per l’ortodossia russa. Nel corso del XIX secolo la questione di una possibile riforma del calendario era stata sollevata più volte nell’impero russo. Il governo sovietico esercitò pressioni sul patriarca Tichon per l’adeguamento del calendario liturgico a quello civile. Tuttavia, anche per l’opposizione popolare all’adozione del calendario gregoriano, la Chiesa russa mantenne il calendario giuliano. L’ortodossia russa si è collocata nel quadro della modernizzazione sovietica su scale temporali diverse e simultanee. Si è trattato di un’opzione strategica fondata sulla centralità della dimensione liturgica nell’universo culturale e religioso russo. Tale architettura temporale assume un significato paradigmatico della relazione tra universo religioso-culturale russo e modernità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.