"Rinascita di una nazione" postula l’esistenza di un tema ricorrente, la (ri)generazione del corpo politico degli USA dopo la Secessione, in un numero esemplare di testi romanzeschi e autobiografici. Ribaltando la convinzione che quel conflitto sia stato “unwritten” (D. Aron) e tenendo a mente le immagini fortunatissime della retorica pubblica lincolniana (“house divided” e “a new birth of freedom”), il volume ravvisa i segni dell’ansia generata dalla possibile dissoluzione degli Stati Uniti in trame fondate sulla rivalità amorosa tra consanguinei che portano scritto il conflitto sui corpi (il colore della pelle, i tatuaggi, le voglie). Sulla scia del lavoro critico di A. Cavarero, B. Duden, W. Sollors, G. Wills, C. Clinton, S. Samuels, K. Sanchez-Eppler, S. Bercovitch e altri, i diversi capitoli presentano la narrativa bellica di Lydia Maria Child, Louisa May Alcott, Harriet Jacobs, Frances Harper e Pauline Hopkins, mettendo al centro della discussione trame dedicate a fratelli in lotta, non solo perché occupati su fronti opposti, ma perché uno schiavo dell’altro; a donne nere, o a donne “tecnicamente” nere ma di pelle bianca, che sono spose, oppure concubine segrete dei loro padroni; a fratelli che, ignari della loro origine, si innamorano, si sposano, si uccidono. Da una parte, i figli e i cittadini legittimi, legalmente riconosciuti perché nati da spose “bianche”, dall’altra gli illegittimi, ovvero i figli di schiavi o di unioni miste illegali, segnati al punto dall’eredità del corpo della schiava da veder cancellato “Il Nome del Padre”.

Antonelli, S. (2004). Rinascita di una nazione. Le scrittrici americane e la Guerra civile. ROMA : Bulzoni Editore.

Rinascita di una nazione. Le scrittrici americane e la Guerra civile

ANTONELLI, SARA
2004-01-01

Abstract

"Rinascita di una nazione" postula l’esistenza di un tema ricorrente, la (ri)generazione del corpo politico degli USA dopo la Secessione, in un numero esemplare di testi romanzeschi e autobiografici. Ribaltando la convinzione che quel conflitto sia stato “unwritten” (D. Aron) e tenendo a mente le immagini fortunatissime della retorica pubblica lincolniana (“house divided” e “a new birth of freedom”), il volume ravvisa i segni dell’ansia generata dalla possibile dissoluzione degli Stati Uniti in trame fondate sulla rivalità amorosa tra consanguinei che portano scritto il conflitto sui corpi (il colore della pelle, i tatuaggi, le voglie). Sulla scia del lavoro critico di A. Cavarero, B. Duden, W. Sollors, G. Wills, C. Clinton, S. Samuels, K. Sanchez-Eppler, S. Bercovitch e altri, i diversi capitoli presentano la narrativa bellica di Lydia Maria Child, Louisa May Alcott, Harriet Jacobs, Frances Harper e Pauline Hopkins, mettendo al centro della discussione trame dedicate a fratelli in lotta, non solo perché occupati su fronti opposti, ma perché uno schiavo dell’altro; a donne nere, o a donne “tecnicamente” nere ma di pelle bianca, che sono spose, oppure concubine segrete dei loro padroni; a fratelli che, ignari della loro origine, si innamorano, si sposano, si uccidono. Da una parte, i figli e i cittadini legittimi, legalmente riconosciuti perché nati da spose “bianche”, dall’altra gli illegittimi, ovvero i figli di schiavi o di unioni miste illegali, segnati al punto dall’eredità del corpo della schiava da veder cancellato “Il Nome del Padre”.
2004
8883199456
Antonelli, S. (2004). Rinascita di una nazione. Le scrittrici americane e la Guerra civile. ROMA : Bulzoni Editore.
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