Questo libro, concepito come manuale per l’insegnamento universitario della Civiltà Bizantina ma anche come introduzione alla materia destinata ai ragionamenti del pubblico colto, si propone un obiettivo duplice quanto circoscritto: (1) far emergere il senso del millenario esperimento bizantino nella storia dell'idea di stato e nella parabola della geopolitica; (2) avvicinare i lettori alla conoscenza di Bisanzio riscattando la storia della sua civiltà dai luoghi comuni del “bizantinismo” e liberandola dai tenaci fantasmi prodotti da una millenaria rimozione ideologica. Le caratteristiche dello stato bizantino vengono esposte analizzando (a) le sue strutture, enunciate nella Parte prima (Il tempo, Lo spazio, Le strutture economiche); delineandone (b) l’evoluzione, nella Parte seconda, in cui la storia evenemenziale di Bisanzio emerge quale sottotesto di un’analisi dello svilupparsi dell’ideologia del potere autocratico, del pensiero politico bizantino e delle sue dottrine, della legislazione imperiale e del suo impatto sociale, dei meccanismi di selezione e circolazione delle élites, dei rapporti tra centro e periferia e tra stato e chiesa, della parabola economica e dell’impatto sul sistema bizantino del nascente protocapitalismo occidentale dei traffici; nonché, infine, rintracciandone (c) l’oltrevita, nella Parte terza, in cui la storia della storiografia su Bizanzio si intreccia con quella della fortuna e delle reviviscenze del modello politico bizantino tra XVII e XX secolo, con un’insistenza sul dibattito della scuola economico-sociale russa, poi sovietica, cui si rifà il pensiero storico di A.P.Kazhdan: al suo insegnamento la concezione e il taglio trasversale del breve volume inevitabilmente si ispirano, e alla sua memoria è infatti dedicato. La Nota sull'italianizzazione dei nomi di famiglia dei Bizantini Eminenti, premessa al testo, torna brevemente sui problemi con i quali l'autrice si era a suo tempo misurata nella stesura del volume l'Aristocrazia bizantina, scritto a quattro mani con A.P. Kazhdan, e ripropone i criteri empirici ivi adottati, dettati da considerazioni grammaticali ma anche dal buon senso e dalla volontà di conciliare la correttezza morfologica, il rispetto delle abitudini della comunità scientifica e insieme l'esigenza di non complicare la lettura. In quanto tali, i criteri enunciati nell'Aristocrazia erano stati ufficialmente adottati per i testi bizantini della Fondazione Lorenzo Valla. Prendendo atto del consenso della comunità scientifica, l'autrice ha seguito i medesimi criteri anche per questo volume. This monograph, conceived as a university teaching text for Byzantine Civilisation courses and intended as an introduction to the topic for a learned general audience, has a dual objective: (1) to highlight the thousand-year Byzantine experiment in the history of statecraft and in the trajectory of geopolitics and (2) to introduce readers to Byzantium in a way that rescues the history of its civilisation from the common places of “byzantinism” and frees it from the tenacious ghosts of a thousand years of ideological denial. The characteristics of the Byzantine state are brought to light through an analysis of (a) its institutions in the first part (Time, Space, Economic Institutions), as well as by outlining (b) the evolution in the second part, in which the factual history of Byzantium emerges as the subtext of an analysis of the development of the ideology of autocratic power, Byzantine political thought and doctrine, imperial legislation and its social impact, mechanisms of selection and exchange among the elites, relations between the centre and the periphery and between church and state, economic trajectories, and the impact of nascent Western trade proto-capitalism. And, in conclusion, part three retraces (c) the afterlife, in which the history of the historiography on Byzantium intersects with the history of the influence and revival of the Byzantine political model between the 17th and 20th centuries, with particular attention to the debate within the Russian, then Soviet, economic-social school, to which A. P. Kazhdan’s historical thought derives from. The conception and cross-analyses of this brief history, dedicated to his memory, take their inspiration from his teachings. The appendix to the introduction of the text, the Nota sull'italianizzazione dei nomi di famiglia dei Bizantini Eminenti, revisits briefly the problems the author grappled with at the time of writing Aristocrazia bizantina, co-authored with A. P. Kazhdan, and presents the empirical criteria adopted there: criteria dictated by grammatical considerations and common sense, and a desire to reconcile correct morphology and respect for the customs of the academic community, together with the need to simplify reading. As such, the Fondazione Lorenzo Valla officially adopted the criteria in Aristocrazia for Byzantine texts. In light of the consensus of the academic community, the author has adopted the same criteria in this volume.
Ronchey, S. (2002). Lo stato bizantino. TORINO : Einaudi.
Lo stato bizantino
RONCHEY, SILVIA
2002-01-01
Abstract
Questo libro, concepito come manuale per l’insegnamento universitario della Civiltà Bizantina ma anche come introduzione alla materia destinata ai ragionamenti del pubblico colto, si propone un obiettivo duplice quanto circoscritto: (1) far emergere il senso del millenario esperimento bizantino nella storia dell'idea di stato e nella parabola della geopolitica; (2) avvicinare i lettori alla conoscenza di Bisanzio riscattando la storia della sua civiltà dai luoghi comuni del “bizantinismo” e liberandola dai tenaci fantasmi prodotti da una millenaria rimozione ideologica. Le caratteristiche dello stato bizantino vengono esposte analizzando (a) le sue strutture, enunciate nella Parte prima (Il tempo, Lo spazio, Le strutture economiche); delineandone (b) l’evoluzione, nella Parte seconda, in cui la storia evenemenziale di Bisanzio emerge quale sottotesto di un’analisi dello svilupparsi dell’ideologia del potere autocratico, del pensiero politico bizantino e delle sue dottrine, della legislazione imperiale e del suo impatto sociale, dei meccanismi di selezione e circolazione delle élites, dei rapporti tra centro e periferia e tra stato e chiesa, della parabola economica e dell’impatto sul sistema bizantino del nascente protocapitalismo occidentale dei traffici; nonché, infine, rintracciandone (c) l’oltrevita, nella Parte terza, in cui la storia della storiografia su Bizanzio si intreccia con quella della fortuna e delle reviviscenze del modello politico bizantino tra XVII e XX secolo, con un’insistenza sul dibattito della scuola economico-sociale russa, poi sovietica, cui si rifà il pensiero storico di A.P.Kazhdan: al suo insegnamento la concezione e il taglio trasversale del breve volume inevitabilmente si ispirano, e alla sua memoria è infatti dedicato. La Nota sull'italianizzazione dei nomi di famiglia dei Bizantini Eminenti, premessa al testo, torna brevemente sui problemi con i quali l'autrice si era a suo tempo misurata nella stesura del volume l'Aristocrazia bizantina, scritto a quattro mani con A.P. Kazhdan, e ripropone i criteri empirici ivi adottati, dettati da considerazioni grammaticali ma anche dal buon senso e dalla volontà di conciliare la correttezza morfologica, il rispetto delle abitudini della comunità scientifica e insieme l'esigenza di non complicare la lettura. In quanto tali, i criteri enunciati nell'Aristocrazia erano stati ufficialmente adottati per i testi bizantini della Fondazione Lorenzo Valla. Prendendo atto del consenso della comunità scientifica, l'autrice ha seguito i medesimi criteri anche per questo volume. This monograph, conceived as a university teaching text for Byzantine Civilisation courses and intended as an introduction to the topic for a learned general audience, has a dual objective: (1) to highlight the thousand-year Byzantine experiment in the history of statecraft and in the trajectory of geopolitics and (2) to introduce readers to Byzantium in a way that rescues the history of its civilisation from the common places of “byzantinism” and frees it from the tenacious ghosts of a thousand years of ideological denial. The characteristics of the Byzantine state are brought to light through an analysis of (a) its institutions in the first part (Time, Space, Economic Institutions), as well as by outlining (b) the evolution in the second part, in which the factual history of Byzantium emerges as the subtext of an analysis of the development of the ideology of autocratic power, Byzantine political thought and doctrine, imperial legislation and its social impact, mechanisms of selection and exchange among the elites, relations between the centre and the periphery and between church and state, economic trajectories, and the impact of nascent Western trade proto-capitalism. And, in conclusion, part three retraces (c) the afterlife, in which the history of the historiography on Byzantium intersects with the history of the influence and revival of the Byzantine political model between the 17th and 20th centuries, with particular attention to the debate within the Russian, then Soviet, economic-social school, to which A. P. Kazhdan’s historical thought derives from. The conception and cross-analyses of this brief history, dedicated to his memory, take their inspiration from his teachings. The appendix to the introduction of the text, the Nota sull'italianizzazione dei nomi di famiglia dei Bizantini Eminenti, revisits briefly the problems the author grappled with at the time of writing Aristocrazia bizantina, co-authored with A. P. Kazhdan, and presents the empirical criteria adopted there: criteria dictated by grammatical considerations and common sense, and a desire to reconcile correct morphology and respect for the customs of the academic community, together with the need to simplify reading. As such, the Fondazione Lorenzo Valla officially adopted the criteria in Aristocrazia for Byzantine texts. In light of the consensus of the academic community, the author has adopted the same criteria in this volume.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.