L'insegnante è da sempre soggetto di attenzione sociale e culturale e oggetto di analisi pedagogiche. Ma è anche il protagonista di innumerevoli opere narrative, sia a carattere romanzesco che autobiografico, nonché il fulcro di numerose pellicole cinematografiche. Ne scaturisce una vasta gamma di rappresentazioni che, confluendo nell'immaginario collettivo, danno corpo ad un mosaico di voci e di immagini, qual è la vita scolastica, tra i più complessi e suggestivi nell'ambito dell'esperienza umana recente. Attingendo da questo straordinario reperorio conoscitivo, nel presente volume l’Autore prospetta una variegata panoramica di descrizioni delle relazioni educative che intercorrono tra insegnanti e allievi. La lettura critica è operata mediante un excursus diacronico che prende in considerazione la narrativa nazionale e internazionale e per mezzo di un’analisi pedagogica condotta sulla base della letteratura scientifica. Ogni paragrafo è corredato da una guida filmografica sugli argomenti trattati e da una guida ragionata su una o più sequenze filmiche relative ad un evento scolastico. Il rigore scientifico che sostiene il vaglio della letteratura proposta e l’originalità della prospettiva assunta, suggeriscono l’adozione del volume in contesti formativi diversificati: corsi di studio, attività laboratoriali e di tirocinio, seminari.... La dinamicità della scrittura consente la fruizione del testo anche al lettore non specializzato ma interessato a rivisitare i luoghi delle personali memorie scolastiche. Tali percorsi formativi consentono la riscoperta consapevole di emozioni e di vissuti mai sopiti e finalmente collocabili in un’appropriata dimensione individuale e collettiva. Il volume si articola in sette capitoli. Il primo capitolo ha per titolo Chiudiamo le scuole. Prendendo l’avvio dal noto pamphlet di Papini, si analizzano diverse ragioni che hanno spinto alcuni scrittori (tra cui Bernardini, Jünger Starnone, Bouchard) a rappresentare la scuola come un luogo di clausura e di costrizione, di selezione e di condizionamento sociale, avvalorando tali punti di vista con le analisi critiche proposte da Illich e dal movimento della “descolarizzaione”, oppure da Don Milani e dai ragazzi della Scuola di Barbiana. Il capitolo si chiude con una sinossi ed un commento di due sequenze tratte dai seguenti film: The Wall (Alan Parker) e Zero in condotta (Jean Vigo). Il secondo capitolo si intitola Descrizioni di insegnanti autoritari e direttivi. Il tema trattato è quello dell’atteggiamento distaccato, severo, solitamente anafettivo e spesso punitivo adottato dagli insegnanti nei confronti degli allievi, così come emerge nelle memorie di Satta, McCourt, Zweig, Céline, Pennac, Bassani, Rea... Gli argomenti emersi dalle testimonianze sono analizzati mediante il richiamo di figure pedagogiche autorevoli, come Socrate/Platone e Abelardo, oppure attraverso le riflessioni e gli studi di autori come Boyd, Olmetti Peja, Laeng, Tomassucci Fontana, Ravaglioli. Inoltre, si delineano alcuni aspetti salienti del dibattito sul concetto di “errore”, con una comparazione tra diverse prospettive scientifiche e culturali: comportamentista (Ballanti), costruttivista (Fornasa e Medeghini), libertaria e non direttiva (Trasatti, Borghi, Dewey, Rogers). Il capitolo si chiude con la breve descrizione di tre sequenze tratte da: I Quattro-cento colpi (François Truffaut), Dov’è la casa del mio amico (Abbas Kiarostami), Mignon è partita (Francesca Archibugi). Il terzo capitolo ha per titolo Gli insegnanti di fronte all’allievo difficile o con disabilità: ulteriori distanze. Le figure centrali di questa sezione di narrazioni sono alcune persone che direttamente o indirettamente hanno vissuto e vivono esperienze legate alla condizione di disabilità e/o di diversità. Dalle testimonianze riprodotte emergono tutta una serie di tematiche legate al difficile cammino dell’integrazione scolastica, oppure al complesso rapporto che connota la relazione tra insegnanti e persone diversabili (Imprudente, Brown, Sciascia, Frame, Pontiggia, Groom, Canevaro, Montuschi, Ianes, Festinger). Si mette anche in evidenza il tema della creatività, a lungo percepita dalla scuola come una forma di diversità da allontanare o da conformare alle regole precostituite (Grossman, Cropley, Andreani Dentici). Anche questo capitolo si chiude con la presentazione di due sequenze filmiche: Gli esclusi (John Cassavetes) e il Ragazzo selvaggio (François Truffaut). Gli insegnanti, questi “diavoli meschini è il titolo del quarto capitolo, che trae origine dall’omonimo romanzo di Fëdor Sologub. Si tratta di una parte del volume che ospita le descrizioni più dissacranti della figura dell’insegnante e dell’attività magistrale. Si parte con Heinrich Mann e il suo professor Unrat, per incontrare in seguito lo stesso Sologub, Remarque, Simenon, Salinger, De Amicis (con la descrizione del Professor Padalocchi), Culicchia, Jaeggy, Høeg, Gigliucci e, infine, Mastronardi. Gli studiosi che suggeriscono spunti di riflessione per approfondire e rilevare le possibili motivazioni che sono alla base di queste raffigurazioni negative del corpo docente sono Ballanti, Santoni Rugiu, Provenzal, Fregola. Il capitolo si conclude con la trascrizione di una sequenza del celebre film Il maestro di Vigevano, interpretato da Alberto Sordi e diretto da Elio Petri. Nel quinto capitolo intitolato Insegnanti e dirigenti scolastici. Un rapporto complesso, tra autonomia didattica e gestione della leadership, si affronta il delicato tema della percezione che i maestri e gli alunni hanno della figura del capo d’istituto. La sezione è aperta da una significativa testimonianza di una ex- direttrice di scuola elementare del I circolo Didattico di Latina, che, rievocando la personale esperienza, traccia le linee di analisi sviluppate successivamente nel corso del capitolo. I contributi narrativi sono offerti da Mastronardi, Bernardini, Mastrocola, Starnone. Si indicano diversi suggerimenti bibliografici per l’approfondimento delle tematiche relative all’autonomia e al ruolo e alle funzioni del dirigente scolastico (Domenici, Valentino, Capaldo e Rondanini), nonché alcune riflessioni critiche sul valore e sul significato della progettazione e della programmazione a scuola (con il richiamo a Gagné, a Davies e a Gavini), suggerite dalle narrazioni di alcuni autori citati. Il capitolo è concluso dalla descrizione di una sequenza tratta dal film di Stephen Herek Goodbye Mr Holland. Gli insegnanti scrittori si raccontano nel sesto capitolo. In questa parte del volume viene dato ampio spazio alle testimonianze dirette di numerosi docenti, che descrivono in romanzi e racconti le loro esperienze didattiche e le personali impressioni sulla vita scolastica. In queste pagine scelte, è interessante notare come i sentimenti degli insegnanti nei confronti dell’istituzione scolastica spesso coincidano con quelle degli allievi: noia, frustrazione, demotivazione, senso di claustrofobia, ecc.... possono essere rilevate con una certa frequenza tra le righe che compongono queste documentazioni. Gli scrittori chiamati in causa sono numerosi: Cerri, Sciascia, Bouchard, Onofri, Mosca, Starnone, Mastrocola, Hornby. Dai loro racconti emerge con una certa assiduità il tema della qualità dei docenti, che si correla con altri aspetti pedagogici rilevanti, quali la formazione iniziale e in servizio, l’identificazione con il ruolo assunto, la percezione del valore da attribuire alle funzioni da svolgere, la capacità di autovalutarsi e così via. Sono chiamati in causa, come esperti delle problematiche affronate, studiosi quali Morin, Barbagli e Dei, Weick, Cooper, Croce, Gentile, Lamanna, Ballanti, Lodi Vertecchi, Domenici, e altri ancora. Il capitolo si conclude con l’esposizione di due sequenze filmiche tratte da Diario di Un maestro (Vittorio De Seta) e La scuola (Daniele Luchetti). Infine, l’ultimo capitolo propone Ritratti di insegnanti positivi e affascinanti. Qui le narrazioni sono tutte finalizzate a edificare sia la figura del maestro sia quella del professore, così come a valorizzare il loro ruolo determinante per lo sviluppo cognitivo e affettivo dei bambini e dei ragazzi. In queste pagine gli insegnanti sono indicati come il fulcro della crescita morale e culturale degli allievi. Inevitabilmente si inizia con De Amicis, che propone le raffigurazione del maestro Perboni, della maestra con la penna rossa e della maestra Pedani. Si prosegue con Bassani, Camus, Golo Mann (figlio di Thomas), Erri De Luca. Il capitolo prosegue proponendo al lettore le descrizioni di un particolare tipo di insegnante affascinante: il docente engagé, impegnato, che incarna pienamente il ruolo e la figura dell’intellettuale. Tra questi spiccano i nomi di Sartre, Simone De Beauvoir, Pasolini, Pavese, Chiodi, che sono ricordati da ex studenti, molti dei quali sono divenuti in seguito autori altretanto noti al pubblico: Beppe Fenoglio, Fernanda Pivano, Vincenzo Cerami, e così via. Si affiancano a queste testimonianze anche gli scritti di insegnanti che, riflettendo su loro stessi e sulla loro funzione, hanno lasciato documentazioni molto significative: si pensi a Bernardini, a Guerrini, a Grimaldi, a Rossi-Doria. S’incontrano trasversalmente in queste pagine anche i temi della libertà in educazione, della responsabilizzazione degli studenti e dei docenti di fronte ai propri atti, del valore assoluto della cultura che, se libera dalle strumentalizzazioni e dalle acriticità, può essere assunta come un baluardo a salvaguardia dell’umanità dai rischi delle innumerevoli barbarie che trovano espressione nell’autoritarismo, nella violenza fisica e psicologica, nel razzismo, nell’intolleranza, nell’esclusione sociale... Forniscono inestimabili suggerimenti per la riflessione studiosi come Montuschi, Vertecchi, Borghi, Sartre, Laeng, Popper, Rogers. Il capitolo e il libro si concludono con due sequenze tratte dai film Gli anni in tasca (François Truffaut) e L’attimo fuggente.

Bocci, F. (2005). Letteratura, cinema e pedagogia. Orientamenti narrativi per insegnanti curricolari e di sostegno. ROMA : Monolite Editrice.

Letteratura, cinema e pedagogia. Orientamenti narrativi per insegnanti curricolari e di sostegno

BOCCI, FABIO
2005-01-01

Abstract

L'insegnante è da sempre soggetto di attenzione sociale e culturale e oggetto di analisi pedagogiche. Ma è anche il protagonista di innumerevoli opere narrative, sia a carattere romanzesco che autobiografico, nonché il fulcro di numerose pellicole cinematografiche. Ne scaturisce una vasta gamma di rappresentazioni che, confluendo nell'immaginario collettivo, danno corpo ad un mosaico di voci e di immagini, qual è la vita scolastica, tra i più complessi e suggestivi nell'ambito dell'esperienza umana recente. Attingendo da questo straordinario reperorio conoscitivo, nel presente volume l’Autore prospetta una variegata panoramica di descrizioni delle relazioni educative che intercorrono tra insegnanti e allievi. La lettura critica è operata mediante un excursus diacronico che prende in considerazione la narrativa nazionale e internazionale e per mezzo di un’analisi pedagogica condotta sulla base della letteratura scientifica. Ogni paragrafo è corredato da una guida filmografica sugli argomenti trattati e da una guida ragionata su una o più sequenze filmiche relative ad un evento scolastico. Il rigore scientifico che sostiene il vaglio della letteratura proposta e l’originalità della prospettiva assunta, suggeriscono l’adozione del volume in contesti formativi diversificati: corsi di studio, attività laboratoriali e di tirocinio, seminari.... La dinamicità della scrittura consente la fruizione del testo anche al lettore non specializzato ma interessato a rivisitare i luoghi delle personali memorie scolastiche. Tali percorsi formativi consentono la riscoperta consapevole di emozioni e di vissuti mai sopiti e finalmente collocabili in un’appropriata dimensione individuale e collettiva. Il volume si articola in sette capitoli. Il primo capitolo ha per titolo Chiudiamo le scuole. Prendendo l’avvio dal noto pamphlet di Papini, si analizzano diverse ragioni che hanno spinto alcuni scrittori (tra cui Bernardini, Jünger Starnone, Bouchard) a rappresentare la scuola come un luogo di clausura e di costrizione, di selezione e di condizionamento sociale, avvalorando tali punti di vista con le analisi critiche proposte da Illich e dal movimento della “descolarizzaione”, oppure da Don Milani e dai ragazzi della Scuola di Barbiana. Il capitolo si chiude con una sinossi ed un commento di due sequenze tratte dai seguenti film: The Wall (Alan Parker) e Zero in condotta (Jean Vigo). Il secondo capitolo si intitola Descrizioni di insegnanti autoritari e direttivi. Il tema trattato è quello dell’atteggiamento distaccato, severo, solitamente anafettivo e spesso punitivo adottato dagli insegnanti nei confronti degli allievi, così come emerge nelle memorie di Satta, McCourt, Zweig, Céline, Pennac, Bassani, Rea... Gli argomenti emersi dalle testimonianze sono analizzati mediante il richiamo di figure pedagogiche autorevoli, come Socrate/Platone e Abelardo, oppure attraverso le riflessioni e gli studi di autori come Boyd, Olmetti Peja, Laeng, Tomassucci Fontana, Ravaglioli. Inoltre, si delineano alcuni aspetti salienti del dibattito sul concetto di “errore”, con una comparazione tra diverse prospettive scientifiche e culturali: comportamentista (Ballanti), costruttivista (Fornasa e Medeghini), libertaria e non direttiva (Trasatti, Borghi, Dewey, Rogers). Il capitolo si chiude con la breve descrizione di tre sequenze tratte da: I Quattro-cento colpi (François Truffaut), Dov’è la casa del mio amico (Abbas Kiarostami), Mignon è partita (Francesca Archibugi). Il terzo capitolo ha per titolo Gli insegnanti di fronte all’allievo difficile o con disabilità: ulteriori distanze. Le figure centrali di questa sezione di narrazioni sono alcune persone che direttamente o indirettamente hanno vissuto e vivono esperienze legate alla condizione di disabilità e/o di diversità. Dalle testimonianze riprodotte emergono tutta una serie di tematiche legate al difficile cammino dell’integrazione scolastica, oppure al complesso rapporto che connota la relazione tra insegnanti e persone diversabili (Imprudente, Brown, Sciascia, Frame, Pontiggia, Groom, Canevaro, Montuschi, Ianes, Festinger). Si mette anche in evidenza il tema della creatività, a lungo percepita dalla scuola come una forma di diversità da allontanare o da conformare alle regole precostituite (Grossman, Cropley, Andreani Dentici). Anche questo capitolo si chiude con la presentazione di due sequenze filmiche: Gli esclusi (John Cassavetes) e il Ragazzo selvaggio (François Truffaut). Gli insegnanti, questi “diavoli meschini è il titolo del quarto capitolo, che trae origine dall’omonimo romanzo di Fëdor Sologub. Si tratta di una parte del volume che ospita le descrizioni più dissacranti della figura dell’insegnante e dell’attività magistrale. Si parte con Heinrich Mann e il suo professor Unrat, per incontrare in seguito lo stesso Sologub, Remarque, Simenon, Salinger, De Amicis (con la descrizione del Professor Padalocchi), Culicchia, Jaeggy, Høeg, Gigliucci e, infine, Mastronardi. Gli studiosi che suggeriscono spunti di riflessione per approfondire e rilevare le possibili motivazioni che sono alla base di queste raffigurazioni negative del corpo docente sono Ballanti, Santoni Rugiu, Provenzal, Fregola. Il capitolo si conclude con la trascrizione di una sequenza del celebre film Il maestro di Vigevano, interpretato da Alberto Sordi e diretto da Elio Petri. Nel quinto capitolo intitolato Insegnanti e dirigenti scolastici. Un rapporto complesso, tra autonomia didattica e gestione della leadership, si affronta il delicato tema della percezione che i maestri e gli alunni hanno della figura del capo d’istituto. La sezione è aperta da una significativa testimonianza di una ex- direttrice di scuola elementare del I circolo Didattico di Latina, che, rievocando la personale esperienza, traccia le linee di analisi sviluppate successivamente nel corso del capitolo. I contributi narrativi sono offerti da Mastronardi, Bernardini, Mastrocola, Starnone. Si indicano diversi suggerimenti bibliografici per l’approfondimento delle tematiche relative all’autonomia e al ruolo e alle funzioni del dirigente scolastico (Domenici, Valentino, Capaldo e Rondanini), nonché alcune riflessioni critiche sul valore e sul significato della progettazione e della programmazione a scuola (con il richiamo a Gagné, a Davies e a Gavini), suggerite dalle narrazioni di alcuni autori citati. Il capitolo è concluso dalla descrizione di una sequenza tratta dal film di Stephen Herek Goodbye Mr Holland. Gli insegnanti scrittori si raccontano nel sesto capitolo. In questa parte del volume viene dato ampio spazio alle testimonianze dirette di numerosi docenti, che descrivono in romanzi e racconti le loro esperienze didattiche e le personali impressioni sulla vita scolastica. In queste pagine scelte, è interessante notare come i sentimenti degli insegnanti nei confronti dell’istituzione scolastica spesso coincidano con quelle degli allievi: noia, frustrazione, demotivazione, senso di claustrofobia, ecc.... possono essere rilevate con una certa frequenza tra le righe che compongono queste documentazioni. Gli scrittori chiamati in causa sono numerosi: Cerri, Sciascia, Bouchard, Onofri, Mosca, Starnone, Mastrocola, Hornby. Dai loro racconti emerge con una certa assiduità il tema della qualità dei docenti, che si correla con altri aspetti pedagogici rilevanti, quali la formazione iniziale e in servizio, l’identificazione con il ruolo assunto, la percezione del valore da attribuire alle funzioni da svolgere, la capacità di autovalutarsi e così via. Sono chiamati in causa, come esperti delle problematiche affronate, studiosi quali Morin, Barbagli e Dei, Weick, Cooper, Croce, Gentile, Lamanna, Ballanti, Lodi Vertecchi, Domenici, e altri ancora. Il capitolo si conclude con l’esposizione di due sequenze filmiche tratte da Diario di Un maestro (Vittorio De Seta) e La scuola (Daniele Luchetti). Infine, l’ultimo capitolo propone Ritratti di insegnanti positivi e affascinanti. Qui le narrazioni sono tutte finalizzate a edificare sia la figura del maestro sia quella del professore, così come a valorizzare il loro ruolo determinante per lo sviluppo cognitivo e affettivo dei bambini e dei ragazzi. In queste pagine gli insegnanti sono indicati come il fulcro della crescita morale e culturale degli allievi. Inevitabilmente si inizia con De Amicis, che propone le raffigurazione del maestro Perboni, della maestra con la penna rossa e della maestra Pedani. Si prosegue con Bassani, Camus, Golo Mann (figlio di Thomas), Erri De Luca. Il capitolo prosegue proponendo al lettore le descrizioni di un particolare tipo di insegnante affascinante: il docente engagé, impegnato, che incarna pienamente il ruolo e la figura dell’intellettuale. Tra questi spiccano i nomi di Sartre, Simone De Beauvoir, Pasolini, Pavese, Chiodi, che sono ricordati da ex studenti, molti dei quali sono divenuti in seguito autori altretanto noti al pubblico: Beppe Fenoglio, Fernanda Pivano, Vincenzo Cerami, e così via. Si affiancano a queste testimonianze anche gli scritti di insegnanti che, riflettendo su loro stessi e sulla loro funzione, hanno lasciato documentazioni molto significative: si pensi a Bernardini, a Guerrini, a Grimaldi, a Rossi-Doria. S’incontrano trasversalmente in queste pagine anche i temi della libertà in educazione, della responsabilizzazione degli studenti e dei docenti di fronte ai propri atti, del valore assoluto della cultura che, se libera dalle strumentalizzazioni e dalle acriticità, può essere assunta come un baluardo a salvaguardia dell’umanità dai rischi delle innumerevoli barbarie che trovano espressione nell’autoritarismo, nella violenza fisica e psicologica, nel razzismo, nell’intolleranza, nell’esclusione sociale... Forniscono inestimabili suggerimenti per la riflessione studiosi come Montuschi, Vertecchi, Borghi, Sartre, Laeng, Popper, Rogers. Il capitolo e il libro si concludono con due sequenze tratte dai film Gli anni in tasca (François Truffaut) e L’attimo fuggente.
2005
88-7331-090-7
Bocci, F. (2005). Letteratura, cinema e pedagogia. Orientamenti narrativi per insegnanti curricolari e di sostegno. ROMA : Monolite Editrice.
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