Mezzo secolo dopo l’editto di tolleranza di Galerio del 311 d.C., lo scrittore cristiano Ottato di Milevi definiva la persecuzione dioclezianea una ‘guerra al nome cristiano’. Si tratta, evidentemente, solo di una formula, nella quale tuttavia, appare riassunto in maniera assai incisiva il problema del fondamento giuridico delle persecuzioni contro i crisitani, da Nerone a Diocleziano. Dall’analisi dell’epistolario pliniano emerge, infatti, con chiarezza, che i cristiani, già intorno al 110 d.C., venivano accusati e condannati per il nomen, cioè per la semplice appartenenza a una setta considerata sovversiva. Quasi un secolo dopo, Tertulliano ribadiva, nell’Apologeticum, che la sorte dei cristiani era scritta nella loro stessa professione di fede: non scelus aliquod in causa esse, sed nomen.
Sperandio, M.U. (2009). Nomen Christianum, I: La persecuzione come 'guerra al nome cristiano'. TORINO : Giappichelli.
Nomen Christianum, I: La persecuzione come 'guerra al nome cristiano'
SPERANDIO, MARCO URBANO
2009-01-01
Abstract
Mezzo secolo dopo l’editto di tolleranza di Galerio del 311 d.C., lo scrittore cristiano Ottato di Milevi definiva la persecuzione dioclezianea una ‘guerra al nome cristiano’. Si tratta, evidentemente, solo di una formula, nella quale tuttavia, appare riassunto in maniera assai incisiva il problema del fondamento giuridico delle persecuzioni contro i crisitani, da Nerone a Diocleziano. Dall’analisi dell’epistolario pliniano emerge, infatti, con chiarezza, che i cristiani, già intorno al 110 d.C., venivano accusati e condannati per il nomen, cioè per la semplice appartenenza a una setta considerata sovversiva. Quasi un secolo dopo, Tertulliano ribadiva, nell’Apologeticum, che la sorte dei cristiani era scritta nella loro stessa professione di fede: non scelus aliquod in causa esse, sed nomen.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.