Il lavoro pone in evidenza – sulla base di indagini anche empirico-sperimentali (relative, primariamente: ai “descrittori dell’apprendimento”; alle prove semi-strutturate; al dossier personale dell’allievo; all’uso del tempo in classe) svolte dall’autore - come di fatto gli esiti conoscitivi cui si perviene con la messa in atto di procedure valutative accorte e consapevoli possano meglio orientare l’agire dei principali attori dei processi formativi indirizzandolo in modo più informato verso le direzioni desiderate. Si mostra, anche con appositi esempi operativi, che proprio in quanto strumento insostituibile di produzione e di analisi critica di informazioni capaci di rendere sempre alta la corrispondenza tra caratteristiche della proposta educativa e esigenze differenziate, la valutazione possa di fatto diventare una vera e propria risorsa aggiuntiva rispetto alle poche assegnate alla scuola. Sul piano politico-culturale ed educativo, si illustrano evidenze che mettono in risalto come le soluzioni volta a volta date ai problemi della valutazione del e nel sistema di istruzione e formazione, rappresentino, di fatto, nella loro articolazione tecnico-procedurale, un vero e proprio costrutto politico-educativo oltre che, ovviamente, teorico-pratico. Le procedure seguite e gli strumenti impiegati per la rilevazione e il trattamento dei dati valutativi e, soprattutto, le finalità d’uso delle verifiche e delle valutazioni, sono considerati, infatti, elementi che complessivamente rappresentano un sistema teorico-pratico il quale, oltre a derivare dall’evoluzione della ricerca di settore, dipende dal concetto di formazione dell’uomo, fatto proprio da chi impiega quel sistema di valutazione. Viene posto così in particolare evidenza che valutare significhi, in fondo, porre in atto un processo di attribuzione di "valore" a fatti, eventi e simili, per poterli promuovere o inibire in relazione alle più importanti ragioni per cui si compie l’operazione, ma soprattutto in rapporto agli "scopi" che chi valuta vuole perseguire. Per questi motivi la valutazione acquisisce quel forte valore simbolico in grado di orientare l’azione dei più, caratterizzandola assai spesso ben oltre le condizioni normative.

Domenici, G. (2009). Ragioni e strumenti della valutazione. NAPOLI : Tecnodid.

Ragioni e strumenti della valutazione

DOMENICI, Gaetano
2009-01-01

Abstract

Il lavoro pone in evidenza – sulla base di indagini anche empirico-sperimentali (relative, primariamente: ai “descrittori dell’apprendimento”; alle prove semi-strutturate; al dossier personale dell’allievo; all’uso del tempo in classe) svolte dall’autore - come di fatto gli esiti conoscitivi cui si perviene con la messa in atto di procedure valutative accorte e consapevoli possano meglio orientare l’agire dei principali attori dei processi formativi indirizzandolo in modo più informato verso le direzioni desiderate. Si mostra, anche con appositi esempi operativi, che proprio in quanto strumento insostituibile di produzione e di analisi critica di informazioni capaci di rendere sempre alta la corrispondenza tra caratteristiche della proposta educativa e esigenze differenziate, la valutazione possa di fatto diventare una vera e propria risorsa aggiuntiva rispetto alle poche assegnate alla scuola. Sul piano politico-culturale ed educativo, si illustrano evidenze che mettono in risalto come le soluzioni volta a volta date ai problemi della valutazione del e nel sistema di istruzione e formazione, rappresentino, di fatto, nella loro articolazione tecnico-procedurale, un vero e proprio costrutto politico-educativo oltre che, ovviamente, teorico-pratico. Le procedure seguite e gli strumenti impiegati per la rilevazione e il trattamento dei dati valutativi e, soprattutto, le finalità d’uso delle verifiche e delle valutazioni, sono considerati, infatti, elementi che complessivamente rappresentano un sistema teorico-pratico il quale, oltre a derivare dall’evoluzione della ricerca di settore, dipende dal concetto di formazione dell’uomo, fatto proprio da chi impiega quel sistema di valutazione. Viene posto così in particolare evidenza che valutare significhi, in fondo, porre in atto un processo di attribuzione di "valore" a fatti, eventi e simili, per poterli promuovere o inibire in relazione alle più importanti ragioni per cui si compie l’operazione, ma soprattutto in rapporto agli "scopi" che chi valuta vuole perseguire. Per questi motivi la valutazione acquisisce quel forte valore simbolico in grado di orientare l’azione dei più, caratterizzandola assai spesso ben oltre le condizioni normative.
2009
978-88-86100-51-9
Domenici, G. (2009). Ragioni e strumenti della valutazione. NAPOLI : Tecnodid.
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