Il volume affronta un problema attualissimo come quello del dibattito su intellettuali, cultura, mass media, cinema durante il fascismo. Un dibattito che percorre a volte drammaticamente gli ultimi decenni e che esplode ogni volta con un pretesto legato alla polemica ideologica: le celebrazioni della Liberazione, la ricorrenza delle leggi razziali, la vittoria di Berlusconi o quella di Alemanno, l’ultimo film di Pupi Avati o quello di Spike Lee, sono tutti pretesti per un complessivo “revisionismo” della cultura fascista. Ne sono prova un gettonato libro sulla generazione dei “redenti”, o i volumi sui giovani “repubblichini”, con conseguente rivisitazione della Resistenza. Ma ne sono prova anche i tanti programmi televisivi, i film italiani e tedeschi sui rispettivi passati scomodi, le tante fiction che recuperano sul piano umano Hitler o Speer, Ciano o Claretta Petacci, sino al recente film Sangue pazzo sulla “coppia maledetta” Ferida-Valenti. Il libro ricostruisce dunque, per la prima volta in maniera sistematica, il dibattito su fascismo, cultura e cinema dagli anni Settanta ai Duemila, e interviene sul modo in cui i mass media rappresentano il fascismo (nel cinema, nella televisione, nella stampa). Il cuore del libro è dedicato alla politica culturale in campo cinematografico e in particolare all'intervento del regime sull’industria del film negli anni Trenta, ma vengono presi in esame anche alcuni importanti casi di studio tra i film “fascisti
Zagarrio, V. (2009). L'immagine del fascismo. La re-visione del cinema e dei media nel regime. ROMA : Bulzoni Editore.
L'immagine del fascismo. La re-visione del cinema e dei media nel regime
ZAGARRIO, Vito
2009-01-01
Abstract
Il volume affronta un problema attualissimo come quello del dibattito su intellettuali, cultura, mass media, cinema durante il fascismo. Un dibattito che percorre a volte drammaticamente gli ultimi decenni e che esplode ogni volta con un pretesto legato alla polemica ideologica: le celebrazioni della Liberazione, la ricorrenza delle leggi razziali, la vittoria di Berlusconi o quella di Alemanno, l’ultimo film di Pupi Avati o quello di Spike Lee, sono tutti pretesti per un complessivo “revisionismo” della cultura fascista. Ne sono prova un gettonato libro sulla generazione dei “redenti”, o i volumi sui giovani “repubblichini”, con conseguente rivisitazione della Resistenza. Ma ne sono prova anche i tanti programmi televisivi, i film italiani e tedeschi sui rispettivi passati scomodi, le tante fiction che recuperano sul piano umano Hitler o Speer, Ciano o Claretta Petacci, sino al recente film Sangue pazzo sulla “coppia maledetta” Ferida-Valenti. Il libro ricostruisce dunque, per la prima volta in maniera sistematica, il dibattito su fascismo, cultura e cinema dagli anni Settanta ai Duemila, e interviene sul modo in cui i mass media rappresentano il fascismo (nel cinema, nella televisione, nella stampa). Il cuore del libro è dedicato alla politica culturale in campo cinematografico e in particolare all'intervento del regime sull’industria del film negli anni Trenta, ma vengono presi in esame anche alcuni importanti casi di studio tra i film “fascistiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.