Il volume, costituito da dieci contributi (sei già pubblicati dal 1998 al 2005 e riproposti con gli aggiornamenti e le modifiche necessari, quattro inediti), presenta i risultati di una ricerca sulla traduzione di Rufino condotta nel corso di molti anni. Lo studio prende le mosse dalla considerazione che l’attività di traduttore dell’Aquileiense si colloca nell’ambito della grande fioritura di traduzioni della fine del IV sec., che vede intellettuali esperti nelle due lingue fare opera di mediazione culturale presso i Latini rendendo loro accessibile la produzione greca. Procede quindi con l’analisi delle dichiarazioni programmatiche ricavabili dalle prefazioni (e dall’unico epilogo) alle traduzioni, a cui è dedicato il primo saggio (inedito), ampliando così l’indagine al di là delle omelie basiliane, e fa luce sul modo in cui l’autore si pone nei confronti dell’attività del traduttore, sulla coscienza ch’egli ha del suo lavoro, sugli intenti da lui perseguiti e sul quadro di eventi e persone in cui si colloca la sua opera. Il secondo saggio (inedito), dedicato in particolare alla prefazione della versione delle omelie di Basilio, focalizza l’attenzione sull’opera oggetto di studio degli altri contributi. Questi, due dei quali inediti, si incentrano sulla tecnica del tradurre, illustrando i modi in cui Rufino persegue l’emulazione del modello. Tratti come il riecheggiamento degli auctores – non solo i classici, ma anche i cristiani –, il ricorso alla figura dell’evidentia, l’accentuazione del pathos concorrono alla romanizzazione del testo basiliano e rivelano altresì la consapevolezza che l’autore ha di continuare la tradizione letteraria del vertere.

LO CICERO, C. (2008). TRADURRE I GRECI NEL IV SECOLO: RUFINO DI AQUILEIA E LE OMELIE DI BASILIO. ROMA : Herder.

TRADURRE I GRECI NEL IV SECOLO: RUFINO DI AQUILEIA E LE OMELIE DI BASILIO

LO CICERO, Carla
2008-01-01

Abstract

Il volume, costituito da dieci contributi (sei già pubblicati dal 1998 al 2005 e riproposti con gli aggiornamenti e le modifiche necessari, quattro inediti), presenta i risultati di una ricerca sulla traduzione di Rufino condotta nel corso di molti anni. Lo studio prende le mosse dalla considerazione che l’attività di traduttore dell’Aquileiense si colloca nell’ambito della grande fioritura di traduzioni della fine del IV sec., che vede intellettuali esperti nelle due lingue fare opera di mediazione culturale presso i Latini rendendo loro accessibile la produzione greca. Procede quindi con l’analisi delle dichiarazioni programmatiche ricavabili dalle prefazioni (e dall’unico epilogo) alle traduzioni, a cui è dedicato il primo saggio (inedito), ampliando così l’indagine al di là delle omelie basiliane, e fa luce sul modo in cui l’autore si pone nei confronti dell’attività del traduttore, sulla coscienza ch’egli ha del suo lavoro, sugli intenti da lui perseguiti e sul quadro di eventi e persone in cui si colloca la sua opera. Il secondo saggio (inedito), dedicato in particolare alla prefazione della versione delle omelie di Basilio, focalizza l’attenzione sull’opera oggetto di studio degli altri contributi. Questi, due dei quali inediti, si incentrano sulla tecnica del tradurre, illustrando i modi in cui Rufino persegue l’emulazione del modello. Tratti come il riecheggiamento degli auctores – non solo i classici, ma anche i cristiani –, il ricorso alla figura dell’evidentia, l’accentuazione del pathos concorrono alla romanizzazione del testo basiliano e rivelano altresì la consapevolezza che l’autore ha di continuare la tradizione letteraria del vertere.
2008
978-88-89670-25-5
LO CICERO, C. (2008). TRADURRE I GRECI NEL IV SECOLO: RUFINO DI AQUILEIA E LE OMELIE DI BASILIO. ROMA : Herder.
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