L’epoca contemporanea è caratterizzata da un processo di unificazione del pianeta come mai si era verificato nel corso della storia umana. La conquista delle Americhe, la tratta degli schiavi africani, il colonialismo e la nascita del capitalismo con la rivoluzione industriale hanno determinato una sempre più accentuata interdipendenza dei mercati e dei popoli. Oggi, con il progresso dei trasporti e delle comunicazioni, l’interdipendenza planetaria ha assunto i caratteri di un fenomeno che siamo soliti definire con il termine di globalizzazione: uomini, merci, capitali, immagini, suoni e parole “viaggiano” ad un ritmo sempre più elevato e ciò che accade nelle diverse aree del globo ha ripercussioni più o meno immediate in altre parti del pianeta. In questo scenario milioni di donne e uomini, provenienti in particolare dalle zone più povere del Sud del mondo e dell’Est europeo, sono “in cammino”, cioè emigrano dai propri paesi per cercare migliori condizioni di vita e di lavoro. Si tratta di un fenomeno antichissimo che ha segnato pure la nostra storia nazionale: si calcola che tra il 1861 e il 1970 siano espatriati più di 26 milioni di italiani. Il gigantesco mescolamento di popoli e culture, determinato dai processi appena descritti, ha provocato la diffusione di società composite, in cui convivono gruppi umani di diversa provenienza e nelle quali si cerca faticosamente di trovare un equilibrio tra la condivisione di valori comuni e le diverse appartenenze socio-culturali. Oltre ai paesi di antica immigrazione - quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Gran Bretagna, Francia, Germania, Australia, solo per citarne alcuni: ma ricordiamo che oggi gran parte delle migrazioni avviene tra i paesi del Sud del mondo - anche l’Italia è interessata ormai da un trentennio dalla presenza di persone provenienti da diverse aree del pianeta. Il carattere storicamente multiculturale dell’Italia - si pensi alla pluralità di popoli e culture che hanno segnato la storia della penisola: etruschi, fenici, greci, arabi, normanni, longobardi, francesi, spagnoli - è oggi quantomai visibile in virtù dei processi migratori dal Sud del mondo e dall’Est europeo. Il volume vorrebbe offrire un contributo alla conoscenza di un fenomeno che ormai coinvolge anche la società italiana. Esso si articola in cinque capitoli: 1) Il multiculturalismo; 2) La globalizzazione; 3) Le migrazioni; 4) Il razzismo; 5) L’educazione interculturale. Conoscere i problemi che implica una moderna società multiculturale e adoperarsi per il superamento di atteggiamenti di chiusura e di intolleranza è un compito urgente per permettere una convivenza pacifica tra diversi. Il multiculturalismo, in questa prospettiva, non vuole essere la semplice fotografia dell’esistente, la registrazione statica di identità fisse e incomunicanti. Esso, al contrario, vorrebbe suggerire una prospettiva di interazione dinamica tra comunità differenti, in cui il conflitto non assuma il carattere distruttivo del razzismo e la coesistenza possa trasformarsi in un intreccio positivo tra soggetti diversi capaci di realizzare una più aperta cittadinanza planetaria.
Santarone, D. (2001). Multiculturalismo. PALERMO : Palumbo.
Multiculturalismo
SANTARONE, DONATO
2001-01-01
Abstract
L’epoca contemporanea è caratterizzata da un processo di unificazione del pianeta come mai si era verificato nel corso della storia umana. La conquista delle Americhe, la tratta degli schiavi africani, il colonialismo e la nascita del capitalismo con la rivoluzione industriale hanno determinato una sempre più accentuata interdipendenza dei mercati e dei popoli. Oggi, con il progresso dei trasporti e delle comunicazioni, l’interdipendenza planetaria ha assunto i caratteri di un fenomeno che siamo soliti definire con il termine di globalizzazione: uomini, merci, capitali, immagini, suoni e parole “viaggiano” ad un ritmo sempre più elevato e ciò che accade nelle diverse aree del globo ha ripercussioni più o meno immediate in altre parti del pianeta. In questo scenario milioni di donne e uomini, provenienti in particolare dalle zone più povere del Sud del mondo e dell’Est europeo, sono “in cammino”, cioè emigrano dai propri paesi per cercare migliori condizioni di vita e di lavoro. Si tratta di un fenomeno antichissimo che ha segnato pure la nostra storia nazionale: si calcola che tra il 1861 e il 1970 siano espatriati più di 26 milioni di italiani. Il gigantesco mescolamento di popoli e culture, determinato dai processi appena descritti, ha provocato la diffusione di società composite, in cui convivono gruppi umani di diversa provenienza e nelle quali si cerca faticosamente di trovare un equilibrio tra la condivisione di valori comuni e le diverse appartenenze socio-culturali. Oltre ai paesi di antica immigrazione - quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Gran Bretagna, Francia, Germania, Australia, solo per citarne alcuni: ma ricordiamo che oggi gran parte delle migrazioni avviene tra i paesi del Sud del mondo - anche l’Italia è interessata ormai da un trentennio dalla presenza di persone provenienti da diverse aree del pianeta. Il carattere storicamente multiculturale dell’Italia - si pensi alla pluralità di popoli e culture che hanno segnato la storia della penisola: etruschi, fenici, greci, arabi, normanni, longobardi, francesi, spagnoli - è oggi quantomai visibile in virtù dei processi migratori dal Sud del mondo e dall’Est europeo. Il volume vorrebbe offrire un contributo alla conoscenza di un fenomeno che ormai coinvolge anche la società italiana. Esso si articola in cinque capitoli: 1) Il multiculturalismo; 2) La globalizzazione; 3) Le migrazioni; 4) Il razzismo; 5) L’educazione interculturale. Conoscere i problemi che implica una moderna società multiculturale e adoperarsi per il superamento di atteggiamenti di chiusura e di intolleranza è un compito urgente per permettere una convivenza pacifica tra diversi. Il multiculturalismo, in questa prospettiva, non vuole essere la semplice fotografia dell’esistente, la registrazione statica di identità fisse e incomunicanti. Esso, al contrario, vorrebbe suggerire una prospettiva di interazione dinamica tra comunità differenti, in cui il conflitto non assuma il carattere distruttivo del razzismo e la coesistenza possa trasformarsi in un intreccio positivo tra soggetti diversi capaci di realizzare una più aperta cittadinanza planetaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.