Un sintetico riesame dell’ampia fortuna dei Fasti nel Duecento, attestata dal commento di Arnolfo d’Orléans e dai numerosi accessus e biografie, apre il saggio, che analizza dettagliatamente le diverse modalità di fruizione del poema ovidiano nell’opera di Petrarca e Boccaccio. L’atteggiamento di Petrarca rivela un approccio contraddittorio verso i Fasti, usati ora con interesse antiquario ed erudito ora come fonte morale, in particolare nelle Familiari e nel De remediis utriusque fortunae, nonostante l’etichetta di Ovidio ’poeta lascivo’ di cui lo stesso Petrarca sembra farsi portavoce; più ampio ed articolato appare l’interesse di Boccaccio per il poema calendariale e in tal senso l’analisi consente di apprezzare, attraverso l’esame delle postille e le manicule ai distici gnomico-morali nel Riccardiano 489 nonché le citazioni dirette dei Fasti in particolare nelle Genealogie, il ruolo determinante esercitato dal Certaldese nella ‘riscoperta’ del poema ovidiano come enciclopedia di carattere mitologico, indispensabile premessa all’imponente commento di Poliziano

Marcozzi, L. (2010). Petrarca e Boccaccio lettori dei 'Fasti'. In GIUSEPPE LA BUA (a cura di), Vates operose dierum. Studi sui Fasti di Ovidio (pp. 170-196). PISA : ETS.

Petrarca e Boccaccio lettori dei 'Fasti'

MARCOZZI, LUCA
2010-01-01

Abstract

Un sintetico riesame dell’ampia fortuna dei Fasti nel Duecento, attestata dal commento di Arnolfo d’Orléans e dai numerosi accessus e biografie, apre il saggio, che analizza dettagliatamente le diverse modalità di fruizione del poema ovidiano nell’opera di Petrarca e Boccaccio. L’atteggiamento di Petrarca rivela un approccio contraddittorio verso i Fasti, usati ora con interesse antiquario ed erudito ora come fonte morale, in particolare nelle Familiari e nel De remediis utriusque fortunae, nonostante l’etichetta di Ovidio ’poeta lascivo’ di cui lo stesso Petrarca sembra farsi portavoce; più ampio ed articolato appare l’interesse di Boccaccio per il poema calendariale e in tal senso l’analisi consente di apprezzare, attraverso l’esame delle postille e le manicule ai distici gnomico-morali nel Riccardiano 489 nonché le citazioni dirette dei Fasti in particolare nelle Genealogie, il ruolo determinante esercitato dal Certaldese nella ‘riscoperta’ del poema ovidiano come enciclopedia di carattere mitologico, indispensabile premessa all’imponente commento di Poliziano
2010
978-884672751-0
Marcozzi, L. (2010). Petrarca e Boccaccio lettori dei 'Fasti'. In GIUSEPPE LA BUA (a cura di), Vates operose dierum. Studi sui Fasti di Ovidio (pp. 170-196). PISA : ETS.
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