“Essere di più” non è una formula o un titolo suggestivo di un progetto, ma la vocazione ontologica dell’uomo a migliorarsi, crescere, cambiare. Cosa comporta tale affermazione per un soggetto costretto in regime di detenzione? Quali sono le risorse a cui può ricorrere? Il volume intendere rispondere a tali interrogativi partendo da un’analisi sul dispositivo carcerario e sulle condizioni attuali dei nostri istituti penitenziari per riaffermare il potere trasformativo dell’educazione e il diritto alla formazione. Il tempo della pena può trasformarsi allora in tempo dell’apprendere per imparare a relazionarsi in modo positivo e costruttivo e per acquisire conoscenze e competenze, con il ricorso anche alle risorse offerte dalla società della conoscenza, non ultima la tecnologia. L’intento è duplice: da un lato proporre pratiche per orientare le professionalità educative chiamate ad operare nel contesto carcerario; dall’altro avviare la riflessione su nuovi modelli per una società inclusiva che consenta a qualsiasi individuo, specie se ai margini, di scrivere una pagina nuova della propria esistenza, di sognare il proprio futuro.
Zizioli, E. (2014). Essere di più. Quando il tempo della pena diventa il tempo dell’apprendere. Firenze : Le Lettere.
Essere di più. Quando il tempo della pena diventa il tempo dell’apprendere
Zizioli, E.
2014-01-01
Abstract
“Essere di più” non è una formula o un titolo suggestivo di un progetto, ma la vocazione ontologica dell’uomo a migliorarsi, crescere, cambiare. Cosa comporta tale affermazione per un soggetto costretto in regime di detenzione? Quali sono le risorse a cui può ricorrere? Il volume intendere rispondere a tali interrogativi partendo da un’analisi sul dispositivo carcerario e sulle condizioni attuali dei nostri istituti penitenziari per riaffermare il potere trasformativo dell’educazione e il diritto alla formazione. Il tempo della pena può trasformarsi allora in tempo dell’apprendere per imparare a relazionarsi in modo positivo e costruttivo e per acquisire conoscenze e competenze, con il ricorso anche alle risorse offerte dalla società della conoscenza, non ultima la tecnologia. L’intento è duplice: da un lato proporre pratiche per orientare le professionalità educative chiamate ad operare nel contesto carcerario; dall’altro avviare la riflessione su nuovi modelli per una società inclusiva che consenta a qualsiasi individuo, specie se ai margini, di scrivere una pagina nuova della propria esistenza, di sognare il proprio futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.