Sono due le tradizioni accademiche che si trovano riflesse in questo libro di Aurelio Gentili.L'una appartiene alle tecniche di insegnamento del diritto, in particolare del diritto privato, che erano in voga alla fine dell'Ottocento e si perpetuarono sino agli anni Sessanta del Novecento. Di questo filone abbiamo espressioni elevate nell'insegnamento di Maestri del diritto (da Emanuele Gianturco fino a Salvatore Pugliatti negli anni Quaranta, e poi a Francesco Santoro Passarelli e a Rosario Nicolò, per gli anni Sessanta; nell'età contemporanea, spicca l'Introduzione alle scienze giuridiche, di Angelo Falzea. L'introduzione ai manuali di diritto privato, materia formativa del primo anno di studio, richiedeva l'apprendimento delle basi essenziali del ragionamento giuridico, e quindi degli istituti, delle situazioni giuridiche soggettive, delle fonti del diritto e delle tecniche dell'esposizione. La seconda tradizione riguarda le materie che si intrecciano con il diritto privato, per l'appunto nella fase di introduzione allo studio del diritto, e sono di volta in volta riconducibili alla teoria generale del diritto, alla storia del pensiero giuridico, alla filosofia del diritto (in particolare a quella analitica). Vengono subito in mente, scorrendo l'indice dell¿opera di Gentili, gli scritti di Perelman, e di Perelman e Tyteca, sull'argomentazione, come tecnica razionale di espressione delle scienze sociali, di Alexy, con la sua teoria dell'argomentazione giuridica, di Austin (come fare cose con parole), e dei nostri Bobbio, Scarpelli, Tarello, Guastini. Ma la linea seguita da Gentili è originale, perché egli usa l'analisi dell'argomentazione per molteplici scopi ulteriori: non è l'arte dell¿argomentazione in sé che esaurisce la sua ricerca, ancorché nobilitata da una storia affascinante raccontata da alcuni di più prestigiosi incantatori della parola, come Marc Fumaroli e Maurizio Ferraris, ma è l'uso dell¿argomentazione, nei suoi diversi contesti, che forma il nucleo del suo pensiero. Sì che egli riesce a coniugare questa tecnica con la teoria delle fonti, con le situazioni giuridiche soggettive, con le tecniche della difesa, sgombrando il campo da molti preconcetti e da molte superficiali analogie che la complessità del mondo del diritto di oggi indurrebbero ad accogliere solo per ragioni di semplificazione. Ne nasce una proposta, a prima vista eversiva, ma non priva di ragioni: considerare diritto non i fatti che pongono o ricevono le regole, ma il discorso che ne deriva o vi si imprime; il diritto come discorso. Lo stile e l'argomentazione di Gentili sono eleganti, piani, consequenziali, talvolta ostici, ma sempre tesi verso un risultato concreto: l'argomentazione svolge il suo ruolo non sofistico nell'indicare i passi successivi per scegliere la soluzione corretta, senza imporla, ma facendola nascere di momento in momento nella mente del lettore quasi fosse una sua naturale concezione. La rarità di opere come questa si accompagna dunque alla rarità dell'eleganza e della concretezza (G.Alpa).
Gentili, A. (2013). Il diritto come discorso. Milano : Giuffrè.
Il diritto come discorso
GENTILI, AURELIO
2013-01-01
Abstract
Sono due le tradizioni accademiche che si trovano riflesse in questo libro di Aurelio Gentili.L'una appartiene alle tecniche di insegnamento del diritto, in particolare del diritto privato, che erano in voga alla fine dell'Ottocento e si perpetuarono sino agli anni Sessanta del Novecento. Di questo filone abbiamo espressioni elevate nell'insegnamento di Maestri del diritto (da Emanuele Gianturco fino a Salvatore Pugliatti negli anni Quaranta, e poi a Francesco Santoro Passarelli e a Rosario Nicolò, per gli anni Sessanta; nell'età contemporanea, spicca l'Introduzione alle scienze giuridiche, di Angelo Falzea. L'introduzione ai manuali di diritto privato, materia formativa del primo anno di studio, richiedeva l'apprendimento delle basi essenziali del ragionamento giuridico, e quindi degli istituti, delle situazioni giuridiche soggettive, delle fonti del diritto e delle tecniche dell'esposizione. La seconda tradizione riguarda le materie che si intrecciano con il diritto privato, per l'appunto nella fase di introduzione allo studio del diritto, e sono di volta in volta riconducibili alla teoria generale del diritto, alla storia del pensiero giuridico, alla filosofia del diritto (in particolare a quella analitica). Vengono subito in mente, scorrendo l'indice dell¿opera di Gentili, gli scritti di Perelman, e di Perelman e Tyteca, sull'argomentazione, come tecnica razionale di espressione delle scienze sociali, di Alexy, con la sua teoria dell'argomentazione giuridica, di Austin (come fare cose con parole), e dei nostri Bobbio, Scarpelli, Tarello, Guastini. Ma la linea seguita da Gentili è originale, perché egli usa l'analisi dell'argomentazione per molteplici scopi ulteriori: non è l'arte dell¿argomentazione in sé che esaurisce la sua ricerca, ancorché nobilitata da una storia affascinante raccontata da alcuni di più prestigiosi incantatori della parola, come Marc Fumaroli e Maurizio Ferraris, ma è l'uso dell¿argomentazione, nei suoi diversi contesti, che forma il nucleo del suo pensiero. Sì che egli riesce a coniugare questa tecnica con la teoria delle fonti, con le situazioni giuridiche soggettive, con le tecniche della difesa, sgombrando il campo da molti preconcetti e da molte superficiali analogie che la complessità del mondo del diritto di oggi indurrebbero ad accogliere solo per ragioni di semplificazione. Ne nasce una proposta, a prima vista eversiva, ma non priva di ragioni: considerare diritto non i fatti che pongono o ricevono le regole, ma il discorso che ne deriva o vi si imprime; il diritto come discorso. Lo stile e l'argomentazione di Gentili sono eleganti, piani, consequenziali, talvolta ostici, ma sempre tesi verso un risultato concreto: l'argomentazione svolge il suo ruolo non sofistico nell'indicare i passi successivi per scegliere la soluzione corretta, senza imporla, ma facendola nascere di momento in momento nella mente del lettore quasi fosse una sua naturale concezione. La rarità di opere come questa si accompagna dunque alla rarità dell'eleganza e della concretezza (G.Alpa).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.