Le tradizionali interferenze tra lavoro e religione sono tre: la disciplina della “fede” del lavoratore laico subordinato; la natura ed il trattamento giuridico dell’opera del “religioso”; l’essenza e la rilevanza giuridica del datore di lavoro di tendenza. A questi si aggiunge, meno noto, il lavoro prestato alla Sede apostolica o ad altri soggetti giuridici religiosamente qualificati come lo SMOM e le Comunità ebraiche. In tali ambiti emergono più che altrove i mutamenti in atto nella libertà religiosa, sotto la spinta di almeno due fattori, da un lato il multiculturalismo con le istanze di riconoscimento di tradizioni, usi e pratiche lontane dal modello giudaico cristiano. Dall’altro la tendenza giuridica ad assegnare centralità all’individuo ampliandone la tutela a discapito della libertà collettiva. Di fronte a tali fenomeni il diritto del lavoro consolida e rafforza i divieti di discriminazione e la privacy a tutela del lavoratore, ed accoglie, seppur timidamente, tratti religioso-identitari (corredi personali, esigenze di preghiera, festività religiose) del prestatore d’opera. Si espande la categoria di “religiosi” e ministri di culto, la cui disciplina laburistica resta sostanzialmente stabile. Sul fronte opposto si consolida e definisce la categoria del datore di tendenza che ottiene riconoscimenti anche dal diritto europeo, ma entro confini ridotti rispetto al passato, sia sotto il profilo conformativo che esonerativo dalle regole generali. La religiosità del percettore dell’opera conserva invece massima rilevanza nel rapporto di lavoro con SMOM, Santa Sede e Stato Città del Vaticano (cd dipendenti della Sede Apostolica), tutti soggetti giuridici internazionali le cui interferenze con l’ordinamento italiano, anche in materia laburistica, sono essenzialmente di natura giurisdizionale.

Benigni, R. (2008). L’identità religiosa nel rapporto di lavoro. La rilevanza giuridica della ‘fede’ del prestatore e del percettore d’opera. NAPOLI : Jovene Editore.

L’identità religiosa nel rapporto di lavoro. La rilevanza giuridica della ‘fede’ del prestatore e del percettore d’opera

BENIGNI, Rita
2008-01-01

Abstract

Le tradizionali interferenze tra lavoro e religione sono tre: la disciplina della “fede” del lavoratore laico subordinato; la natura ed il trattamento giuridico dell’opera del “religioso”; l’essenza e la rilevanza giuridica del datore di lavoro di tendenza. A questi si aggiunge, meno noto, il lavoro prestato alla Sede apostolica o ad altri soggetti giuridici religiosamente qualificati come lo SMOM e le Comunità ebraiche. In tali ambiti emergono più che altrove i mutamenti in atto nella libertà religiosa, sotto la spinta di almeno due fattori, da un lato il multiculturalismo con le istanze di riconoscimento di tradizioni, usi e pratiche lontane dal modello giudaico cristiano. Dall’altro la tendenza giuridica ad assegnare centralità all’individuo ampliandone la tutela a discapito della libertà collettiva. Di fronte a tali fenomeni il diritto del lavoro consolida e rafforza i divieti di discriminazione e la privacy a tutela del lavoratore, ed accoglie, seppur timidamente, tratti religioso-identitari (corredi personali, esigenze di preghiera, festività religiose) del prestatore d’opera. Si espande la categoria di “religiosi” e ministri di culto, la cui disciplina laburistica resta sostanzialmente stabile. Sul fronte opposto si consolida e definisce la categoria del datore di tendenza che ottiene riconoscimenti anche dal diritto europeo, ma entro confini ridotti rispetto al passato, sia sotto il profilo conformativo che esonerativo dalle regole generali. La religiosità del percettore dell’opera conserva invece massima rilevanza nel rapporto di lavoro con SMOM, Santa Sede e Stato Città del Vaticano (cd dipendenti della Sede Apostolica), tutti soggetti giuridici internazionali le cui interferenze con l’ordinamento italiano, anche in materia laburistica, sono essenzialmente di natura giurisdizionale.
2008
88-243-1782-0
Benigni, R. (2008). L’identità religiosa nel rapporto di lavoro. La rilevanza giuridica della ‘fede’ del prestatore e del percettore d’opera. NAPOLI : Jovene Editore.
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