Il monastero della Trinita' di Cava, presso Salerno, fu fondato intorno al 1025 e divenne nei decenni a cavallo fra XI e XII secolo il centro di una vasta congregazione, estesa a buona parte del Mezzogiorno continentale. Nata sotto la diretta protezione dei principi longobardi di Salerno, la Trinita' mantenne anche dopo la loro sconfitta un rapporto privilegiato con il vertice dell’ordinamento politico (i duchi di Puglia prima, i re di Sicilia poi), senza esserne una diretta espressione, ma al contrario traendo linfa dalla fibrillazione e dal mutamento in senso signorile che investirono in quei decenni il Mezzogiorno. Il lavoro analizza, scomponendoli su base regionale, i rapporti del monastero con i principali poteri territoriali e con gli ambienti rurali, in modo da far emergere da una parte alcune delle multiformi strategie monastiche di affermazione, dall’altra la stretta relazione delle differenti societa' locali con le vicende politiche generali. Dalla ricostruzione, basata in gran parte su materiale inedito conservato nell’archivio monastico, emerge l’immagine di una trasformazione complessa, che interesso' tutti i livelli della società, nel passaggio da antichi organismi politici di ampiezza regionale e sovraregionale a un nuovo assetto signorile, affermatosi nel giro di pochi decenni: la crescita di Cava, come di altre congregazioni monastiche meridionali, fu nello stesso tempo conseguenza e parte essenziale di quei mutamenti.
Lore', V. (2008). Monasteri, principi, aristocrazie. La Trinità di Cava nei secoli XI e XII. Spoleto : Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo.
Monasteri, principi, aristocrazie. La Trinità di Cava nei secoli XI e XII
LORE', VITO
2008-01-01
Abstract
Il monastero della Trinita' di Cava, presso Salerno, fu fondato intorno al 1025 e divenne nei decenni a cavallo fra XI e XII secolo il centro di una vasta congregazione, estesa a buona parte del Mezzogiorno continentale. Nata sotto la diretta protezione dei principi longobardi di Salerno, la Trinita' mantenne anche dopo la loro sconfitta un rapporto privilegiato con il vertice dell’ordinamento politico (i duchi di Puglia prima, i re di Sicilia poi), senza esserne una diretta espressione, ma al contrario traendo linfa dalla fibrillazione e dal mutamento in senso signorile che investirono in quei decenni il Mezzogiorno. Il lavoro analizza, scomponendoli su base regionale, i rapporti del monastero con i principali poteri territoriali e con gli ambienti rurali, in modo da far emergere da una parte alcune delle multiformi strategie monastiche di affermazione, dall’altra la stretta relazione delle differenti societa' locali con le vicende politiche generali. Dalla ricostruzione, basata in gran parte su materiale inedito conservato nell’archivio monastico, emerge l’immagine di una trasformazione complessa, che interesso' tutti i livelli della società, nel passaggio da antichi organismi politici di ampiezza regionale e sovraregionale a un nuovo assetto signorile, affermatosi nel giro di pochi decenni: la crescita di Cava, come di altre congregazioni monastiche meridionali, fu nello stesso tempo conseguenza e parte essenziale di quei mutamenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.