Il libro analizza l'immaginario associato alla macchina (alle macchine) in diversi testi letterari in prosa (per lo più romanzi, ma anche saggi di stampa periodica, racconti o dialoghi filosofici e un saggio poilitico-penitenziario come il "Panopticon"), scritti in Ighilterra e in Francia tra il 1710 e il 1790. Il termine macchina viene utillizzato nell'accezione sei-settecentesca e non in quella odierna, nell'accezione cioè di "Engine, Tool, Instrument, Device". Nel libro vengono dunque discusse sia macchine in senso stretto (dagli antichi orologi ai nuovissimi automi) che strumenti tecnici "inanimati" (il microscopio) o "semianimati" (il weather-glass). Sono gli oggetti della Nuova Scienza, la scienza spregiudicatamente tecnologica di Bacone e Galileo, che sul finire del Seicento cominciano a diffondersi tra la gente e a penetrare nella letteratura. La letteratura settecentesca, soprattutto quella satirica, non si lascia sfuggire l'occasione offerta dai filosofi più spregiudicati delle generazioni precedenti. Se per Cartesio l'uomo è una pompa idraulica, per Locke la mente umana è una camera oscura, e per Robert Boyle l'universo è un grandioso orologio, anche i letterati potranno raccontare le vicende e i sogni dei loro personaggi attraverso le macchine di cui si circondano. In un'epoca in cui né la psicologia, né la biologia, né la sociologia monopolizzano ancora la conoscenza dell'umano, la tecnologia diventa una chiave di esplorazione, al pari della politica e della teologia, dell'uomo e del mondo. Il corpus di testi analizzati è vario: accanto ad opere entrate a far parte del canone dei grandi romanzi settecenteschi ("Robinson Crusoe", "Gulliver's Travels", "Tristram Shandy", "Jacques le fataliste"), si trovano opere letterarie "impure", a metà tra la letteratura di finzione, il saggio di costume, il dialogo filosofico, il pamphlet politico. E' privilegiata la tradizione satirica (Swift, Scribleriani, Sterne, Voltaire, Diderot), ricettiva per definizione di temi spuri. I testi sono raggruppati per ambiti tematici edivisi in due parti. La prima parte esplora alcuni temi del dibattito antropologico del tempo: l'uomo misura del mondo o vittima del suo disordine; l'uomo folle o razionale; l'uomo spirito o materia. Nella seconda parte viene esplorato il ruolo della macchina nella riflessione politica contenuta nei testi letterari selezionati.

Corso, S. (2004). AUTOMI, TERMOMETRI, FUCILI. L'immaginario della macchina nel romanzo inglese e francese del Settecento. ROMA : Edizioni di Storia e Letteratura.

AUTOMI, TERMOMETRI, FUCILI. L'immaginario della macchina nel romanzo inglese e francese del Settecento

CORSO, SIMONA
2004-01-01

Abstract

Il libro analizza l'immaginario associato alla macchina (alle macchine) in diversi testi letterari in prosa (per lo più romanzi, ma anche saggi di stampa periodica, racconti o dialoghi filosofici e un saggio poilitico-penitenziario come il "Panopticon"), scritti in Ighilterra e in Francia tra il 1710 e il 1790. Il termine macchina viene utillizzato nell'accezione sei-settecentesca e non in quella odierna, nell'accezione cioè di "Engine, Tool, Instrument, Device". Nel libro vengono dunque discusse sia macchine in senso stretto (dagli antichi orologi ai nuovissimi automi) che strumenti tecnici "inanimati" (il microscopio) o "semianimati" (il weather-glass). Sono gli oggetti della Nuova Scienza, la scienza spregiudicatamente tecnologica di Bacone e Galileo, che sul finire del Seicento cominciano a diffondersi tra la gente e a penetrare nella letteratura. La letteratura settecentesca, soprattutto quella satirica, non si lascia sfuggire l'occasione offerta dai filosofi più spregiudicati delle generazioni precedenti. Se per Cartesio l'uomo è una pompa idraulica, per Locke la mente umana è una camera oscura, e per Robert Boyle l'universo è un grandioso orologio, anche i letterati potranno raccontare le vicende e i sogni dei loro personaggi attraverso le macchine di cui si circondano. In un'epoca in cui né la psicologia, né la biologia, né la sociologia monopolizzano ancora la conoscenza dell'umano, la tecnologia diventa una chiave di esplorazione, al pari della politica e della teologia, dell'uomo e del mondo. Il corpus di testi analizzati è vario: accanto ad opere entrate a far parte del canone dei grandi romanzi settecenteschi ("Robinson Crusoe", "Gulliver's Travels", "Tristram Shandy", "Jacques le fataliste"), si trovano opere letterarie "impure", a metà tra la letteratura di finzione, il saggio di costume, il dialogo filosofico, il pamphlet politico. E' privilegiata la tradizione satirica (Swift, Scribleriani, Sterne, Voltaire, Diderot), ricettiva per definizione di temi spuri. I testi sono raggruppati per ambiti tematici edivisi in due parti. La prima parte esplora alcuni temi del dibattito antropologico del tempo: l'uomo misura del mondo o vittima del suo disordine; l'uomo folle o razionale; l'uomo spirito o materia. Nella seconda parte viene esplorato il ruolo della macchina nella riflessione politica contenuta nei testi letterari selezionati.
2004
88-8498-168-9
Corso, S. (2004). AUTOMI, TERMOMETRI, FUCILI. L'immaginario della macchina nel romanzo inglese e francese del Settecento. ROMA : Edizioni di Storia e Letteratura.
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