Il volume raccoglie tre saggi, editi nel 2011-2012, aggiornati e modificati in occasione di questa pubblicazione. L’Autore esamina le declinazioni costituzionali dei concetti di “sicurezza” e “dignità”, per poi vagliarne le ricadute specialmente in ordine alla possibile configurazione di un dovere dei pubblici poteri nella lotta alla povertà. Al centro dell’indagine viene posta “la sicurezza dei diritti”, fondamento di una politica informata alla realizzazione della libertà dal bisogno. Forte, sotto questo aspetto, è l’influsso della riflessione di Alessandro Baratta, il quale riteneva che nel discorso sulla “sicurezza” rilievo primario dovesse assumere, più che il “diritto alla sicurezza”, la “sicurezza dei diritti”, fondamento di una politica che non può limitarsi a proteggere ma deve proporsi di promuovere le situazioni giuridiche soggettive affermate nelle Carte costituzionali. I temi sono affrontati avendo attenzione alle traduzioni normative e giurisprudenziali dei concetti esaminati, non limitando la trattazione all’esperienza costituzionale italiana che pure costituisce il centro dell’indagine. Attraverso un’indagine compiuta su diversi piani – sopra sommariamente enunciati – l’Autore si propone senz’altro di mettere in evidenza lo stato dell’arte, “ciò che è”, non rassegnandosi tuttavia al “che così sia”, non rinunciando, in altre parole, ad individuare “ciò che dovrebbe essere” in base alle direttive costituzionali segnate, in particolare, dall’assunzione di un preciso impegno per la realizzazione dello Stato sociale. In questa prospettiva si collocano anche alcune proposte quanto ai mezzi per continuare a perseguire l’obiettivo della realizzazione dello Stato sociale, specie nel saggio conclusivo dedicato alla lotta alla povertà. “Chi ha scelto i mezzi, ha scelto i fini: se i mezzi sono impropri, gli obiettivi diventano inconsistenti”, scriveva quasi trent’anni fa Leopoldo Elia. A quella “lezione di razionalità pratica” si è inteso rifare l’Autore, cercando di rispondere all’invito, già allora autorevolmente formulato, per un rinnovato impegno nella realizzazione dello Stato sociale, “senza fughe nell’utopia, ma anche senza rassegnarsi all’esistente”.
Ruotolo, M. (2012). Sicurezza, dignità e lotta alla povertà. Dal "diritto alla sicurezza" alla "sicurezza dei diritti". NAPOLI : Editoriale Scientifica.
Sicurezza, dignità e lotta alla povertà. Dal "diritto alla sicurezza" alla "sicurezza dei diritti"
RUOTOLO, MARCO
2012-01-01
Abstract
Il volume raccoglie tre saggi, editi nel 2011-2012, aggiornati e modificati in occasione di questa pubblicazione. L’Autore esamina le declinazioni costituzionali dei concetti di “sicurezza” e “dignità”, per poi vagliarne le ricadute specialmente in ordine alla possibile configurazione di un dovere dei pubblici poteri nella lotta alla povertà. Al centro dell’indagine viene posta “la sicurezza dei diritti”, fondamento di una politica informata alla realizzazione della libertà dal bisogno. Forte, sotto questo aspetto, è l’influsso della riflessione di Alessandro Baratta, il quale riteneva che nel discorso sulla “sicurezza” rilievo primario dovesse assumere, più che il “diritto alla sicurezza”, la “sicurezza dei diritti”, fondamento di una politica che non può limitarsi a proteggere ma deve proporsi di promuovere le situazioni giuridiche soggettive affermate nelle Carte costituzionali. I temi sono affrontati avendo attenzione alle traduzioni normative e giurisprudenziali dei concetti esaminati, non limitando la trattazione all’esperienza costituzionale italiana che pure costituisce il centro dell’indagine. Attraverso un’indagine compiuta su diversi piani – sopra sommariamente enunciati – l’Autore si propone senz’altro di mettere in evidenza lo stato dell’arte, “ciò che è”, non rassegnandosi tuttavia al “che così sia”, non rinunciando, in altre parole, ad individuare “ciò che dovrebbe essere” in base alle direttive costituzionali segnate, in particolare, dall’assunzione di un preciso impegno per la realizzazione dello Stato sociale. In questa prospettiva si collocano anche alcune proposte quanto ai mezzi per continuare a perseguire l’obiettivo della realizzazione dello Stato sociale, specie nel saggio conclusivo dedicato alla lotta alla povertà. “Chi ha scelto i mezzi, ha scelto i fini: se i mezzi sono impropri, gli obiettivi diventano inconsistenti”, scriveva quasi trent’anni fa Leopoldo Elia. A quella “lezione di razionalità pratica” si è inteso rifare l’Autore, cercando di rispondere all’invito, già allora autorevolmente formulato, per un rinnovato impegno nella realizzazione dello Stato sociale, “senza fughe nell’utopia, ma anche senza rassegnarsi all’esistente”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.