Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento la cultura europea venne rivoluzionata dai nuovi saperi e dalle scoperte geografiche compiute oltre i limiti del mondo conosciuto nell’antichità. Le Indie orientali e occidentali, destarono grandissimo interesse nel Vecchio Mondo. In poco più di un secolo si dischiusero agli occidentali orizzonti ignoti e inesplorati che dovettero essere inseriti in un’immagine della Terra fino ad allora sostanzialmente limitata all’ecumene tolemaica. La geografia e la cartografia del Cinquecento testimoniano le ipotesi avanzate dagli uomini del tempo sulla forma e le dimensioni del pianeta che i viaggi e le relazioni odeporiche svelavano alla curiosità europea. Alla luce di questo delicato e interessantissimo travaglio culturale, ci si è chiesto quale poteva essere l’immagine della Terra di un uomo italiano di media cultura alla fine del secolo. La risposta esemplificatrice è stata individuata nella figura del nobile milanese Urbano Monte che, incantato da un breve incontro con alcuni ambasciatori giapponesi giunti in visita in Europa, decise di realizzare un aggiornato compendio geocartografico arricchito da tavole originali che permette di cogliere il difficile processo di costruzione di questa nuova rappresentazione del mondo. La straordinarietà dell’opera analizzata in questo libro consiste nell’essere una mirabile testimonianza della persistente forza della cultura classica, ancora alla fine del Cinquecento, per quanto riguardava il Vecchio Mondo, mentre per i Nuovi Mondi i saperi vennero senza indugi costruiti grazie ai viaggi e alle scoperte geografiche più recenti. L’analisi del testo ha infatti fatto emergere un elenco di fonti, antiche e moderne, letterarie e cartografiche, che sono state messe a confronto con l’opera per ricostruire il percorso di individuazione delle fonti, di vaglio, selezione e scelta delle informazioni utilizzate per la realizzazione del testo dei quattro libri che compongono il Trattato, ma soprattutto delle 60 o 64 carte geografiche, manoscritte e a stampa, che accompagnano le due copie note del capolavoro di Monte. Inoltre tale lavoro è molto interessante per essere un esplicito tentativo di realizzare quello che potremmo definire un moderno manuale di geografia destinato a studenti, ricco di figure e schemi esplicativi, completo di descrizioni testuali e di carte di tutto il mondo conosciuto appositamente disegnate.
D'Ascenzo, A. (2012). Cultura geografica e cartografia in Italia alla fine del Cinquecento. Il Trattato Universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta di Urbano Monte. ROMA : Viella.
Cultura geografica e cartografia in Italia alla fine del Cinquecento. Il Trattato Universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta di Urbano Monte
D'ASCENZO, ANNALISA
2012-01-01
Abstract
Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento la cultura europea venne rivoluzionata dai nuovi saperi e dalle scoperte geografiche compiute oltre i limiti del mondo conosciuto nell’antichità. Le Indie orientali e occidentali, destarono grandissimo interesse nel Vecchio Mondo. In poco più di un secolo si dischiusero agli occidentali orizzonti ignoti e inesplorati che dovettero essere inseriti in un’immagine della Terra fino ad allora sostanzialmente limitata all’ecumene tolemaica. La geografia e la cartografia del Cinquecento testimoniano le ipotesi avanzate dagli uomini del tempo sulla forma e le dimensioni del pianeta che i viaggi e le relazioni odeporiche svelavano alla curiosità europea. Alla luce di questo delicato e interessantissimo travaglio culturale, ci si è chiesto quale poteva essere l’immagine della Terra di un uomo italiano di media cultura alla fine del secolo. La risposta esemplificatrice è stata individuata nella figura del nobile milanese Urbano Monte che, incantato da un breve incontro con alcuni ambasciatori giapponesi giunti in visita in Europa, decise di realizzare un aggiornato compendio geocartografico arricchito da tavole originali che permette di cogliere il difficile processo di costruzione di questa nuova rappresentazione del mondo. La straordinarietà dell’opera analizzata in questo libro consiste nell’essere una mirabile testimonianza della persistente forza della cultura classica, ancora alla fine del Cinquecento, per quanto riguardava il Vecchio Mondo, mentre per i Nuovi Mondi i saperi vennero senza indugi costruiti grazie ai viaggi e alle scoperte geografiche più recenti. L’analisi del testo ha infatti fatto emergere un elenco di fonti, antiche e moderne, letterarie e cartografiche, che sono state messe a confronto con l’opera per ricostruire il percorso di individuazione delle fonti, di vaglio, selezione e scelta delle informazioni utilizzate per la realizzazione del testo dei quattro libri che compongono il Trattato, ma soprattutto delle 60 o 64 carte geografiche, manoscritte e a stampa, che accompagnano le due copie note del capolavoro di Monte. Inoltre tale lavoro è molto interessante per essere un esplicito tentativo di realizzare quello che potremmo definire un moderno manuale di geografia destinato a studenti, ricco di figure e schemi esplicativi, completo di descrizioni testuali e di carte di tutto il mondo conosciuto appositamente disegnate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.