Il libro ripercorre il pensiero estetico di tre autori della prima fenomenologia tedesca: Waldemar Conrad, che nel 1908 scrive il primo saggio dedicato all'oggetto estetico; Roman Ingarden, filosofo polacco che era stato allievo diretto di Husserl; Nicolai Hartmann, teorico di una ontologia di stampo realista. Il testo indaga gli esiti della loro riflessione sull'oggetto poetico e letterario, commentando da vicino gli scritti principali sull’argomento (alcuni dei quali mai tradotti in italiano, o tradotti solo parzialmente) e seguendone le analisi strutturali. Questi autori individuano infatti una stratificazione dell’oggetto che parte dal piano linguistico per arrivare gradualmente alle idee attraverso di esso rappresentate. Le definizioni di opera d’arte cui approdano tutti e tre gli autori - Conrad parlerà di un oggetto “ideale”; Ingarden di oggetto “puramente intenzionale”; Hartmann di “spirito obbiettivato" - sembrano però contrastare con la loro precedente riflessione, di stampo tenacemente realista. In particolare, l'intento realistico da cui parte la riflessione dei tre filosofi, che mirava ad affermare la eterogeneità assoluta tra coscienza e mondo delle cose, risulta messo in questione dal confronto con una dimensione quale quella estetica, in cui l'apporto soggettivo viene riconosciuto come essenziale e costitutivo. Il libro segue il filo rosso della revisione del realismo per evidenziarne i punti critici, ma anche per mostrare come l’abbandono di tesi così rigide, grazie al confronto con la sfera estetica, arricchisca e vivifichi la riflessione.

Angelucci, D. (2004). L'oggetto poetico. Conrad, Ingarden, Hartmann. MACERATA : Quodlibet.

L'oggetto poetico. Conrad, Ingarden, Hartmann

ANGELUCCI, DANIELA
2004-01-01

Abstract

Il libro ripercorre il pensiero estetico di tre autori della prima fenomenologia tedesca: Waldemar Conrad, che nel 1908 scrive il primo saggio dedicato all'oggetto estetico; Roman Ingarden, filosofo polacco che era stato allievo diretto di Husserl; Nicolai Hartmann, teorico di una ontologia di stampo realista. Il testo indaga gli esiti della loro riflessione sull'oggetto poetico e letterario, commentando da vicino gli scritti principali sull’argomento (alcuni dei quali mai tradotti in italiano, o tradotti solo parzialmente) e seguendone le analisi strutturali. Questi autori individuano infatti una stratificazione dell’oggetto che parte dal piano linguistico per arrivare gradualmente alle idee attraverso di esso rappresentate. Le definizioni di opera d’arte cui approdano tutti e tre gli autori - Conrad parlerà di un oggetto “ideale”; Ingarden di oggetto “puramente intenzionale”; Hartmann di “spirito obbiettivato" - sembrano però contrastare con la loro precedente riflessione, di stampo tenacemente realista. In particolare, l'intento realistico da cui parte la riflessione dei tre filosofi, che mirava ad affermare la eterogeneità assoluta tra coscienza e mondo delle cose, risulta messo in questione dal confronto con una dimensione quale quella estetica, in cui l'apporto soggettivo viene riconosciuto come essenziale e costitutivo. Il libro segue il filo rosso della revisione del realismo per evidenziarne i punti critici, ma anche per mostrare come l’abbandono di tesi così rigide, grazie al confronto con la sfera estetica, arricchisca e vivifichi la riflessione.
2004
88-7462-021-7
Angelucci, D. (2004). L'oggetto poetico. Conrad, Ingarden, Hartmann. MACERATA : Quodlibet.
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