L’edizione è basata su 21 degli 88 manoscritti conservati che tramandano, tutta o in parte, la traduzione rufiniana (nell’ultima delle tre appendici che corredano il lavoro se ne trova il quadro generale di riepilogo) . L’osservazione della diffusa contaminazione nella tradizione delle omelie ha condotto a rinunciare alla rappresentazione in uno stemma i rapporti di parentela individuati dai codici e all’uso di sigle per l’indicazione dei codici ricostruiti (iparchetipi e simili). La ricostruzione critica del testo è stata condotta, quando è stato possibile, sulla base dei rapporti di parentela individuati tra i codici. Trattandosi di una traduzione si è tenuto in massimo conto l’originale greco, in generale seguito più o meno letteralmente da Rufino. Se il testo greco è stato fondamentale per la ricostruzione del testo di Rufino, grazie alla traduzione latina è stato possibile in due punti avanzare delle proposte di emendamento del testo basiliano, di cui non si ha un’edizione critica (Appendice I). Il testo ricostruito si distacca in più punti da quello del Garnier del 1722 (riprodotta dal Migne nella PG 31), che risulta migliorato grazie alla più ampia conoscenza della tradizione manoscritta, e da quello della recente edizione (1998) di A. Salvini, da cui si diverge per principi metodologici e scelte testuali. Il testo è corredato anche da un apparato biblico e un apparato delle fonti, che attesta la familiarità di Rufino con gli auctores classici e cristiani e fa fede del carattere letterario della sua traduzione. Il volume contiene anche (Appendice II) l’edizione, qui pubblicata per la prima volta, delle glosse marginali del Par. Lat. 10593 e del Vat. Reg. Lat. 141, relative al testo di Rufino edito. Particolare interesse suscitano le annotazioni del Vat. Reg. Lat. 141, di carattere prevalentemente didascalico, ma in qualche caso dottrinale, per alcune delle quali almeno, non si può escludere in linea di principio la possibilità di una derivazione da un antigrafo tardo antico.

LO CICERO, C. (2008). RUFINI AQUILEIENSIS HOMILIARUM BASILII MAGNI INTERPRETATIO LATINA. TURNHOUT : Brepols Publishers.

RUFINI AQUILEIENSIS HOMILIARUM BASILII MAGNI INTERPRETATIO LATINA

LO CICERO, Carla
2008-01-01

Abstract

L’edizione è basata su 21 degli 88 manoscritti conservati che tramandano, tutta o in parte, la traduzione rufiniana (nell’ultima delle tre appendici che corredano il lavoro se ne trova il quadro generale di riepilogo) . L’osservazione della diffusa contaminazione nella tradizione delle omelie ha condotto a rinunciare alla rappresentazione in uno stemma i rapporti di parentela individuati dai codici e all’uso di sigle per l’indicazione dei codici ricostruiti (iparchetipi e simili). La ricostruzione critica del testo è stata condotta, quando è stato possibile, sulla base dei rapporti di parentela individuati tra i codici. Trattandosi di una traduzione si è tenuto in massimo conto l’originale greco, in generale seguito più o meno letteralmente da Rufino. Se il testo greco è stato fondamentale per la ricostruzione del testo di Rufino, grazie alla traduzione latina è stato possibile in due punti avanzare delle proposte di emendamento del testo basiliano, di cui non si ha un’edizione critica (Appendice I). Il testo ricostruito si distacca in più punti da quello del Garnier del 1722 (riprodotta dal Migne nella PG 31), che risulta migliorato grazie alla più ampia conoscenza della tradizione manoscritta, e da quello della recente edizione (1998) di A. Salvini, da cui si diverge per principi metodologici e scelte testuali. Il testo è corredato anche da un apparato biblico e un apparato delle fonti, che attesta la familiarità di Rufino con gli auctores classici e cristiani e fa fede del carattere letterario della sua traduzione. Il volume contiene anche (Appendice II) l’edizione, qui pubblicata per la prima volta, delle glosse marginali del Par. Lat. 10593 e del Vat. Reg. Lat. 141, relative al testo di Rufino edito. Particolare interesse suscitano le annotazioni del Vat. Reg. Lat. 141, di carattere prevalentemente didascalico, ma in qualche caso dottrinale, per alcune delle quali almeno, non si può escludere in linea di principio la possibilità di una derivazione da un antigrafo tardo antico.
2008
978-2-503-00000-8
LO CICERO, C. (2008). RUFINI AQUILEIENSIS HOMILIARUM BASILII MAGNI INTERPRETATIO LATINA. TURNHOUT : Brepols Publishers.
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