Gender and genius, travel to Italy and aesthetics: these are some of the main themes of M.me de Staël’s Corinne, ou l’Italie (1807), a novel that stands as a landmark in Romantic Europe for generations of women writers. The protagonist of the novel, Corinne, an autobiographical character, is a poet, an “improvvisatrice”, a translator, an actress, a woman painter and art critic: she is the first woman to speak her mind on the representation of women in the Western art and to start a revision of it. Her narrative parable, however, confirms that a public and a private life cannot be reconciled for a woman, even if she is a genius. The impact of this novel on Nineteenth century women writers was impressive. The present book investigates the work and life of three of them Anna Jameson (1794-1860), Margaret Fuller (1810-1850) and George Eliot (1819-1880). Each of them built her awareness as a woman author in relation with Staël as a strong precursor; each of them had to rewrite Corinne, in order to be born as a woman writer; each of them had to solve her conflict with Corinne in order to find her own artistic personality and way of dealing with Art.

Genio e genere femminile, viaggio in Italia e riflessione estetica sono i temi messi in gioco da M.me de Staël nel suo Corinne, ou l’Italie del 1807, il romanzo che segna un’epoca nell’Europa romantica creando per più di una generazione di scrittrici il mio della donna di genio. Poetessa, improvvisatrice, traduttrice, attrice, pittrice e critico d’arte questo personaggio autobiografico inaugura una revisione critica della rappresentazione del femminile nell’arte occidentale. Ma la sua parabola narrativa mostra anche che pubblico e privato sono inconciliabili per questa tipologia femminile così rara, ma di così grande impatto sulle lettrici ottocentesche. Il confronto-scontro con il mito di Corinne, allora, è il comune denominatore che unisce le tre scrittrici di lingua inglese oggetto di questo studio: Anna Jameson (1794-1860), storica dell’arte e critico shakespeariano di chiara fama nell’Inghilterra vittoriana; Margaret Fuller (1810-1850), intellettuale americana famosa per l’impegno femminista e civile; infine George Eliot (1819-1880), autrice di alcuni dei romanzi più importanti del canone letterario inglese. Ognuna di queste donne ha costruito la propria coscienza di “autrice” in relazione alla Staël come madre letteraria, ognuna di queste autrici ha dovuto “ri-scrivere” Corinne per poter fare il punto sul proprio ruolo di scrittrice, ognuna di queste intellettuali ha trovato una soluzione personale al conflitto con Corinne per individuare, infine, il proprio personale percorso estetico.

Pennacchia, M. (2001). Il mito di Corinne. Viaggio in Italia e genio femminile in Anna Jameson, Margaret Fuller e George Eliot. Roma : Carocci.

Il mito di Corinne. Viaggio in Italia e genio femminile in Anna Jameson, Margaret Fuller e George Eliot

PENNACCHIA, MADDALENA
2001-01-01

Abstract

Gender and genius, travel to Italy and aesthetics: these are some of the main themes of M.me de Staël’s Corinne, ou l’Italie (1807), a novel that stands as a landmark in Romantic Europe for generations of women writers. The protagonist of the novel, Corinne, an autobiographical character, is a poet, an “improvvisatrice”, a translator, an actress, a woman painter and art critic: she is the first woman to speak her mind on the representation of women in the Western art and to start a revision of it. Her narrative parable, however, confirms that a public and a private life cannot be reconciled for a woman, even if she is a genius. The impact of this novel on Nineteenth century women writers was impressive. The present book investigates the work and life of three of them Anna Jameson (1794-1860), Margaret Fuller (1810-1850) and George Eliot (1819-1880). Each of them built her awareness as a woman author in relation with Staël as a strong precursor; each of them had to rewrite Corinne, in order to be born as a woman writer; each of them had to solve her conflict with Corinne in order to find her own artistic personality and way of dealing with Art.
2001
978-88-430-1768-3
Genio e genere femminile, viaggio in Italia e riflessione estetica sono i temi messi in gioco da M.me de Staël nel suo Corinne, ou l’Italie del 1807, il romanzo che segna un’epoca nell’Europa romantica creando per più di una generazione di scrittrici il mio della donna di genio. Poetessa, improvvisatrice, traduttrice, attrice, pittrice e critico d’arte questo personaggio autobiografico inaugura una revisione critica della rappresentazione del femminile nell’arte occidentale. Ma la sua parabola narrativa mostra anche che pubblico e privato sono inconciliabili per questa tipologia femminile così rara, ma di così grande impatto sulle lettrici ottocentesche. Il confronto-scontro con il mito di Corinne, allora, è il comune denominatore che unisce le tre scrittrici di lingua inglese oggetto di questo studio: Anna Jameson (1794-1860), storica dell’arte e critico shakespeariano di chiara fama nell’Inghilterra vittoriana; Margaret Fuller (1810-1850), intellettuale americana famosa per l’impegno femminista e civile; infine George Eliot (1819-1880), autrice di alcuni dei romanzi più importanti del canone letterario inglese. Ognuna di queste donne ha costruito la propria coscienza di “autrice” in relazione alla Staël come madre letteraria, ognuna di queste autrici ha dovuto “ri-scrivere” Corinne per poter fare il punto sul proprio ruolo di scrittrice, ognuna di queste intellettuali ha trovato una soluzione personale al conflitto con Corinne per individuare, infine, il proprio personale percorso estetico.
Pennacchia, M. (2001). Il mito di Corinne. Viaggio in Italia e genio femminile in Anna Jameson, Margaret Fuller e George Eliot. Roma : Carocci.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/188410
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