La monografia studia le modalità dell’insediamento degli ostrogoti nella diocesi Italiciana a partire dalla vittoria del re Teoderico sul rivale Odoacre nella primavera del 493. Nell’Introduzione l’Autore esamina le tesi moderne sulla dinamica di insediamento, muovendo dall’idea dell’esproprio di un terzo della proprietà terriera dei romani, secondo la fortunata ricostruzione di E.Th. Gaupp (1844), largamente diffusa fino alla tesi dell’assegnazione individuale di semplici quote di fiscalità dell’imposta fondiaria pagata dai romani, sostenuta da W. Goffart (1980), e tratteggiando il dibattito storiografico che le due interpretazioni (quote di terre o di tasse) hanno prodotto fino alla pubblicazione della monografia in questione. Il libro si divide in due parti: la prima, intitolata “L' insediamento degli Ostrogoti in Italia” (pp. 17-181); la seconda, intitolata “Romani e Ostrogoti di fronte al fisco” (pp. 183-227); in appendice alla trattazione sono inserite tre sezioni linguistico-filologiche sull'esame delle occorrenze di termini chiave per l’indagine (possessio, praedium, cespes, ager nelle “Variae” di Cassiodoro; il sostantivo sors; il sostantivo pittacium). Il volume si chiude con gli indici dei nomi antichi, delle fonti, degli autori moderni. L’indagine valorizza principalmente le testimonianze contenute in alcuni documenti redatti da Cassiodoro, dignitario al servizio del re Teoderico a Ravenna, in una lettera del vescovo Ennodio di Pavia al senatore Liberius, in un contratto di vendita di fondi conservato su papiro a Ravenna (P. Ital. 31 del 540), nelle testimonianze storiche sui fatti del 476 e del 493 contenute in particolare nella ‘Guerra Gotica’ di Procopio di Cesarea e nella ‘Vita di Epifanio di Pavia’ dello stesso Ennodio. Nella prima parte l’Autore sostiene l’ipotesi che Liberio, prefetto del pretorio di Teoderico dal 493, abbia insediato gli ostrogoti nella diocesi utilizzando proprietà confiscate ai militari di Odoacre, eliminati, e aggiungendovi porzioni di beni agrari dei romani non superiori a un terzo della proprietà originaria, a costituire nuove proprietà di ostrogoti, le sortes, assegnate in loco, entro il territorio amministrativo di un’unica città e in regime di communio, ai guerrieri goti da delegatores della prefettura del pretorio, che avrebbero rilasciato agli assegnatari dei pittacia al momento della presa di possesso delle sortes stesse (traditio). L’assenza di proteste sarebbe il prodotto della tipologia delle fonti superstiti, ma anche l’esito di un processo pilotato dall’alto e con equilibrio dall’amministrazione romana. Nella seconda parte l’Autore ipotizza che tutte le poprietà agrarie della diocesi, quelle dei romani e le sortes degli ostrogoti, fossero sottomesse alla riscossione dell’imposta fondiaria, ma che le tertiae-tasse fossero riscosse in oro, aderate localmente nelle città, solo sulle proprietà dei romani, verosimilmente per pagare donativi in percentuale fissa ai combattenti ostrogoti.
Porena, P. (2012). L'insediamento degli Ostrogoti in Italia. ROMA : L'Erma di Bretschneider.
L'insediamento degli Ostrogoti in Italia
PORENA, PIERFRANCESCO
2012-01-01
Abstract
La monografia studia le modalità dell’insediamento degli ostrogoti nella diocesi Italiciana a partire dalla vittoria del re Teoderico sul rivale Odoacre nella primavera del 493. Nell’Introduzione l’Autore esamina le tesi moderne sulla dinamica di insediamento, muovendo dall’idea dell’esproprio di un terzo della proprietà terriera dei romani, secondo la fortunata ricostruzione di E.Th. Gaupp (1844), largamente diffusa fino alla tesi dell’assegnazione individuale di semplici quote di fiscalità dell’imposta fondiaria pagata dai romani, sostenuta da W. Goffart (1980), e tratteggiando il dibattito storiografico che le due interpretazioni (quote di terre o di tasse) hanno prodotto fino alla pubblicazione della monografia in questione. Il libro si divide in due parti: la prima, intitolata “L' insediamento degli Ostrogoti in Italia” (pp. 17-181); la seconda, intitolata “Romani e Ostrogoti di fronte al fisco” (pp. 183-227); in appendice alla trattazione sono inserite tre sezioni linguistico-filologiche sull'esame delle occorrenze di termini chiave per l’indagine (possessio, praedium, cespes, ager nelle “Variae” di Cassiodoro; il sostantivo sors; il sostantivo pittacium). Il volume si chiude con gli indici dei nomi antichi, delle fonti, degli autori moderni. L’indagine valorizza principalmente le testimonianze contenute in alcuni documenti redatti da Cassiodoro, dignitario al servizio del re Teoderico a Ravenna, in una lettera del vescovo Ennodio di Pavia al senatore Liberius, in un contratto di vendita di fondi conservato su papiro a Ravenna (P. Ital. 31 del 540), nelle testimonianze storiche sui fatti del 476 e del 493 contenute in particolare nella ‘Guerra Gotica’ di Procopio di Cesarea e nella ‘Vita di Epifanio di Pavia’ dello stesso Ennodio. Nella prima parte l’Autore sostiene l’ipotesi che Liberio, prefetto del pretorio di Teoderico dal 493, abbia insediato gli ostrogoti nella diocesi utilizzando proprietà confiscate ai militari di Odoacre, eliminati, e aggiungendovi porzioni di beni agrari dei romani non superiori a un terzo della proprietà originaria, a costituire nuove proprietà di ostrogoti, le sortes, assegnate in loco, entro il territorio amministrativo di un’unica città e in regime di communio, ai guerrieri goti da delegatores della prefettura del pretorio, che avrebbero rilasciato agli assegnatari dei pittacia al momento della presa di possesso delle sortes stesse (traditio). L’assenza di proteste sarebbe il prodotto della tipologia delle fonti superstiti, ma anche l’esito di un processo pilotato dall’alto e con equilibrio dall’amministrazione romana. Nella seconda parte l’Autore ipotizza che tutte le poprietà agrarie della diocesi, quelle dei romani e le sortes degli ostrogoti, fossero sottomesse alla riscossione dell’imposta fondiaria, ma che le tertiae-tasse fossero riscosse in oro, aderate localmente nelle città, solo sulle proprietà dei romani, verosimilmente per pagare donativi in percentuale fissa ai combattenti ostrogoti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.