Nelle società tecnologicamente avanzate, la quantità delle informazioni tende a crescere in maniera esponenziale anche in ragione della amplificazione prodotta dalle nuove tecnologie di comunicazione. Se per un verso tale ricchezza informativa è una occasione di crescita per l’individuo e per la società, per l’altro pone nuovi interrogativi per il diritto all’informazione. Non tutti infatti sono egualmente attrezzati per usufruire del crescente flusso di informazioni. Il rischio è quello di vedere aumentare ulteriormente il divario tra chi è in grado di orientarsi nella società dell’informazione e chi ne subisce il “rumore di fondo”, prodotto da una informazione sovrabbondante e contraddittoria. Diventa quindi sempre più importante acquisire gli strumenti che permettano di ricercare, selezionare, utilizzare l’informazione utile ai propri bisogni. Se questo è vero in generale è tanto più vero per i giovani che sono chiamati a compiere scelte per costruire il proprio futuro. L’informazione infatti assume un ruolo fondamentale in ogni processo decisionale, caratterizzandosi come elemento per la riduzione dell’incertezza interpretativa di un fenomeno. Anche in tal senso a partire dagli anni ottanta si è avuto un notevole incremento di iniziative volte a favorire la diffusione di informazioni in favore di una utenza giovanile. Tuttavia, le varie ricerche di settore concordano nel considerare ancora inadeguati gli standard raggiunti. A questo si aggiunga che la scuola mostra di essere in difficoltà nel garantire a tutti una solida formazione di base, requisito indispensabile per orientarsi nella complessità sociale che caratterizza il nostro tempo. In particolare rispetto al rapporto con l’informazione è indispensabile che svolga un ruolo di mediazione tra soggetto e crescente complessità informativa. Mediazione che si esplica in primo luogo nel favorire un corretto approccio all’informazione, ossia nel fornire quelle abilità strumentali e concettuali che sono alla base della ricerca, selezione, analisi critica delle fonti, favorendo quindi l’acquisizione di chiavi interpretative dei messaggi informativi. Ciò è tanto più vero se si considera che lo sviluppo di reti telematiche, contribuendo a rendere capillare l’informazione, nel senso di agevolare il rapporto diretto con le fonti, potrebbe ulteriormente amplificare il divario esistente tra chi è in grado di usufruire delle enormi riserve di informazioni e quanti invece, senza adeguata formazione, risulterebbero in condizioni di nuovo e più pericoloso analfabetismo funzionale.
Margottini, M. (2002). Informazione e afferenza alle fonti informative. ROMA : Monolite Editrice.
Informazione e afferenza alle fonti informative
MARGOTTINI, Massimo
2002-01-01
Abstract
Nelle società tecnologicamente avanzate, la quantità delle informazioni tende a crescere in maniera esponenziale anche in ragione della amplificazione prodotta dalle nuove tecnologie di comunicazione. Se per un verso tale ricchezza informativa è una occasione di crescita per l’individuo e per la società, per l’altro pone nuovi interrogativi per il diritto all’informazione. Non tutti infatti sono egualmente attrezzati per usufruire del crescente flusso di informazioni. Il rischio è quello di vedere aumentare ulteriormente il divario tra chi è in grado di orientarsi nella società dell’informazione e chi ne subisce il “rumore di fondo”, prodotto da una informazione sovrabbondante e contraddittoria. Diventa quindi sempre più importante acquisire gli strumenti che permettano di ricercare, selezionare, utilizzare l’informazione utile ai propri bisogni. Se questo è vero in generale è tanto più vero per i giovani che sono chiamati a compiere scelte per costruire il proprio futuro. L’informazione infatti assume un ruolo fondamentale in ogni processo decisionale, caratterizzandosi come elemento per la riduzione dell’incertezza interpretativa di un fenomeno. Anche in tal senso a partire dagli anni ottanta si è avuto un notevole incremento di iniziative volte a favorire la diffusione di informazioni in favore di una utenza giovanile. Tuttavia, le varie ricerche di settore concordano nel considerare ancora inadeguati gli standard raggiunti. A questo si aggiunga che la scuola mostra di essere in difficoltà nel garantire a tutti una solida formazione di base, requisito indispensabile per orientarsi nella complessità sociale che caratterizza il nostro tempo. In particolare rispetto al rapporto con l’informazione è indispensabile che svolga un ruolo di mediazione tra soggetto e crescente complessità informativa. Mediazione che si esplica in primo luogo nel favorire un corretto approccio all’informazione, ossia nel fornire quelle abilità strumentali e concettuali che sono alla base della ricerca, selezione, analisi critica delle fonti, favorendo quindi l’acquisizione di chiavi interpretative dei messaggi informativi. Ciò è tanto più vero se si considera che lo sviluppo di reti telematiche, contribuendo a rendere capillare l’informazione, nel senso di agevolare il rapporto diretto con le fonti, potrebbe ulteriormente amplificare il divario esistente tra chi è in grado di usufruire delle enormi riserve di informazioni e quanti invece, senza adeguata formazione, risulterebbero in condizioni di nuovo e più pericoloso analfabetismo funzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.