Le Sirene o il Curry, il Bildungsroman o il tè, il Grande Fratello, l’Ikea, Madame Bovary, Ivan il Liberatore, o anche una determinata strada londinese: questi e tanti altri oggetti possono essere descritti e analizzati come icone culturali, ossia figure, luoghi, “oggetti” che hanno acquisito una presenza particolare e durevole nell’immaginario collettivo, divenendo parte di un patrimonio simbolico da cui attingono il linguaggio giornalistico e la pubblicità, la comunicazione colta e il parlare comune. Sono frammenti di racconti, rappresentazioni collettive, discorsi o pratiche culturali che, emancipati dal loro contesto di origine, agiscono autonomamente in una pluralità di altri contesti. Le vediamo agire in orizzonti comunicativi differenti, spostarsi da uno spazio linguistico-culturale all’altro, da un’epoca all’altra, assumendo via via significati nuovi. Sono europee nel senso che è in qualche luogo dell’Europa che prendono forma e si installano nell’immaginario collettivo in quanto icone. E l’indagine della loro storia può favorire l’anamnesi di un’Europa transnazionale che aspetta di essere riletta alla luce del presente. I percorsi delle icone ricostruiti nel volume, infatti, invitano ad abbandonare la logica della delimitazione nazionale a favore di una logica dell’interdipendenza e della molteplicità di prospettive. Frutto di una stratificazione di significati diversi, queste icone sono figure mobili e composite che mostrano i sistemi simbolici della cultura nel segno della pluralità, dell’eterogeneità, dell’interconnessione. Sono forme trasversali dell’immaginario che funzionano da rivelatori della fondamentale interazione tra i diversi ambiti e media della comunicazione culturale – e rimandano perciò a una concezione sconfinata, altamente complessa, una concezione ipertestuale della cultura.
Fiorentino, F. (a cura di). (2009). Icone culturali d'Europa. MACERATA : Quodlibet.
Icone culturali d'Europa
FIORENTINO, Francesco
2009-01-01
Abstract
Le Sirene o il Curry, il Bildungsroman o il tè, il Grande Fratello, l’Ikea, Madame Bovary, Ivan il Liberatore, o anche una determinata strada londinese: questi e tanti altri oggetti possono essere descritti e analizzati come icone culturali, ossia figure, luoghi, “oggetti” che hanno acquisito una presenza particolare e durevole nell’immaginario collettivo, divenendo parte di un patrimonio simbolico da cui attingono il linguaggio giornalistico e la pubblicità, la comunicazione colta e il parlare comune. Sono frammenti di racconti, rappresentazioni collettive, discorsi o pratiche culturali che, emancipati dal loro contesto di origine, agiscono autonomamente in una pluralità di altri contesti. Le vediamo agire in orizzonti comunicativi differenti, spostarsi da uno spazio linguistico-culturale all’altro, da un’epoca all’altra, assumendo via via significati nuovi. Sono europee nel senso che è in qualche luogo dell’Europa che prendono forma e si installano nell’immaginario collettivo in quanto icone. E l’indagine della loro storia può favorire l’anamnesi di un’Europa transnazionale che aspetta di essere riletta alla luce del presente. I percorsi delle icone ricostruiti nel volume, infatti, invitano ad abbandonare la logica della delimitazione nazionale a favore di una logica dell’interdipendenza e della molteplicità di prospettive. Frutto di una stratificazione di significati diversi, queste icone sono figure mobili e composite che mostrano i sistemi simbolici della cultura nel segno della pluralità, dell’eterogeneità, dell’interconnessione. Sono forme trasversali dell’immaginario che funzionano da rivelatori della fondamentale interazione tra i diversi ambiti e media della comunicazione culturale – e rimandano perciò a una concezione sconfinata, altamente complessa, una concezione ipertestuale della cultura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.