In the second half of the sixteenth century, became popular new painting trends, in which the image of the city and the territory acquire increasing autonomy. In the two centuries after, Rome is the place of the ideal synthesis between the various trends, providing endless inspiration for the development of landscape painting. In the work of Gaspar Van Wittel many of the previous trends reach a refined expression. The Dutch artist cleverly composed his views of the city with a careful choice of the point of view to guarantee balance and objectivity of pictorial representation. During the eighteenth century we are witness to the development of a genre, such as the Capriccio, based on the technique of assembly; therefore the objectivity of the view is at the same time mastered, manipulated and betrayed: as if to herald the similar doubts about the reliability of the truth that to this day through the fertile paths of photography and film.

Nella seconda metà del Cinquecento si affermano nuove tendenze pittoriche, al cui interno l'immagine della città e del territorio acquista una autonomia sempre maggiore, tanto da divenire sempre più frequentemente protagonista esclusiva della rappresentazione pittorica. Nei due secoli successivi Roma costituisce il luogo della sintesi ideale fra molteplici tendenze, fornendo infiniti spunti per lo sviluppo della veduta. Nell'opera di Gaspar Van Wittel molte delle precedenti tendenze raggiungono una espressione raffinata. L'artista olandese compone sapientemente le sue vedute di città con una attenzione alla scelta del punto di vista tale da garantire alla veduta un elevatissimo equilibrio compositivo e l'oggettività della rappresentazione pittorica. Nel corso del Settecento si assiste anche allo sviluppo di un genere, come il Capriccio, che pur nascendo dalla attitudine alla rappresentazione realistica della città, ne altera le caratteristiche ricorrendo alla tecnica del montaggio; conseguentemente l'oggettività della veduta viene al tempo stesso padroneggiata, manipolata e tradita: quasi a preannunciare gli analoghi dubbi sulla attendibilità del vero che a tutt'oggi attraversano i fertili tracciati della fotografia e del cinema.

Micalizzi, P., Greco, A. (a cura di). (2010). I punti di vista e le vedute di città - secoli XVII-XX. Roma : Edizioni Kappa.

I punti di vista e le vedute di città - secoli XVII-XX

MICALIZZI, Paolo;
2010-01-01

Abstract

In the second half of the sixteenth century, became popular new painting trends, in which the image of the city and the territory acquire increasing autonomy. In the two centuries after, Rome is the place of the ideal synthesis between the various trends, providing endless inspiration for the development of landscape painting. In the work of Gaspar Van Wittel many of the previous trends reach a refined expression. The Dutch artist cleverly composed his views of the city with a careful choice of the point of view to guarantee balance and objectivity of pictorial representation. During the eighteenth century we are witness to the development of a genre, such as the Capriccio, based on the technique of assembly; therefore the objectivity of the view is at the same time mastered, manipulated and betrayed: as if to herald the similar doubts about the reliability of the truth that to this day through the fertile paths of photography and film.
2010
Nella seconda metà del Cinquecento si affermano nuove tendenze pittoriche, al cui interno l'immagine della città e del territorio acquista una autonomia sempre maggiore, tanto da divenire sempre più frequentemente protagonista esclusiva della rappresentazione pittorica. Nei due secoli successivi Roma costituisce il luogo della sintesi ideale fra molteplici tendenze, fornendo infiniti spunti per lo sviluppo della veduta. Nell'opera di Gaspar Van Wittel molte delle precedenti tendenze raggiungono una espressione raffinata. L'artista olandese compone sapientemente le sue vedute di città con una attenzione alla scelta del punto di vista tale da garantire alla veduta un elevatissimo equilibrio compositivo e l'oggettività della rappresentazione pittorica. Nel corso del Settecento si assiste anche allo sviluppo di un genere, come il Capriccio, che pur nascendo dalla attitudine alla rappresentazione realistica della città, ne altera le caratteristiche ricorrendo alla tecnica del montaggio; conseguentemente l'oggettività della veduta viene al tempo stesso padroneggiata, manipolata e tradita: quasi a preannunciare gli analoghi dubbi sulla attendibilità del vero che a tutt'oggi attraversano i fertili tracciati della fotografia e del cinema.
Micalizzi, P., Greco, A. (a cura di). (2010). I punti di vista e le vedute di città - secoli XVII-XX. Roma : Edizioni Kappa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/190331
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