Il volume, in onore di Serena Ambroso, affronta le tematiche relative ad acquisizione, apprendimento, sviluppo delle abilità linguistiche, valutazione e certificazione delle competenze. Il volume parte da riflessioni di tipo teorico/epistemologico, per affrontare poi tematiche maggiormente legate agli studi acquisizionali e all’applicazione didattica. Apre la prima sezione - “Riflessioni di linguistica educativa” - il contributo di Annarita Puglielli che delinea alcune possibili future linee di ricerca incentrate sul plurilinguismo e sul suo ruolo facilitatore nell’apprendimento, e soprattutto della relazione tra la riflessione linguistica, ovvero la capacità di analisi di una lingua, e le abilità d’uso della lingua stessa. Paolo Balboni propone una riflessione sull’educazione linguistica e la scienza che la studia secondo un percorso filosofico classico, con l’obiettivo principale di capire sempre meglio la natura del nostro studio e della nostra comunità scientifica. Mara Frascarelli, invece, propone un modello didattico particolarmente adatto a classi multilingui, dove gli studenti si scoprono al contempo informanti e linguisti, allo scopo di riflettere sia su categorie linguistiche più tradizionali, come l’avverbio, sia su categorie più specialistiche, come i classificatori. Gli ultimi due contributi di questa sessione, strettamente collegati anche alla sessione successiva, riassumono ed esplorano nuovi percorsi didattici a partire da recenti modelli teorici. Anna Rita Tamponi illustra il cammino percorso dalla glottididattica, dalla visione più strutturale e meccanicistica alla visione più cognitivo-funzionale, verso una didattica operativa che vede l’apprendente come un utilizzatore attivo della L2. Marina Chini, dopo aver ripreso e illustrato due modelli cognitivisti, quali il Competition Model di Mac Whinney (1987) e la Construction Grammar (Goldberg, 1998, 2006), propone possibili percorsi didattici in cui fa tesoro delle conclusioni teoriche elaborate dai due modelli. Le seconda sezione “Apprendimento e acquisizione della L2” accoglie articoli che si muovono più decisamente nell’ambito della linguistica acquisizionale e del contributo di questa alla glottodidatica. Eleonora Luzi cerca di superare alcuni limiti delle sequenze di acquisizione evidenziati in letteratura attraverso un parallelismo teorico tra gli approcci più diffusi negli studi SLA e la Construction Grammar, evidenziando alcuni punti di contatto come il concetto di chunk, il ruolo predominante dell’input e il comune sostrato. Camilla Bettoni e Bruno Di Biase si occupano dell’apprendimento delle domande wh- all’interno del quadro formale della Teoria della Processabilità, arrivando così a delineare una progressione sintattica tramite l’analisi di dati longitudinali e trasversali di soggetti con L1 di tipo fronting e di tipo in situ che apprendono lingue tipologicamente diverse come l’inglese e l’italiano. Di tipologia si occupano anche Giuliano Bernini e Lunella Mereu. Giuliano Bernini, in particolare, investiga il ruolo della L1 nell’apprendimento di una L2, illustrando come fattori quali il livello di competenza nella L2 e la distanza tipologica determinino non solo il livello di analisi a cui avviene la permeazione ma anche la forza con essa si realizza. Lunella Mereu sottolinea nel suo contributo l’importanza della linguistica per le discipline più applicate. Tema molto vicino alla festeggiata. L’autrice ribadisce inoltre l’esigenza che la linguistica non esaurisca la sua ricerca sul piano sintattico ma che colga anche le interazioni con la morfologia e la pragmatica seguendo il modello di analisi degli studi tipologici per eccellenza. La sezione “Competenze d'uso e abilità linguistiche” presenta quattro studi che investigano a vari livelli lo sviluppo delle diverse abilità linguistiche. Il contributo di Elisabetta Bonvino, partendo dall’illustrazione della metodologia EuRom, si propone di mostrare il contributo dei principi dell’Intercomprensione allo sviluppo delle abilità ricettive ed in particolare allo sviluppo della comprensione scritta. Il lavoro sottolinea, fra l’altro, l’importanza delle competenze strategiche per la risoluzione di problemi e il processo che porta l’apprendente a diventare consapevole delle strategie cognitive e meta-cognitive per una comprensione efficace. Patrizia Mazzotta affronta il complesso tema delle implicazioni didattiche delle differenze interculturali nella scrittura accademica, sottolineando l’importanza sia della presa di coscienza delle differenze tra le convenzioni accademiche, che della tutela dell’identità culturale delle tradizioni retoriche. Sempre sull’abilità di produzione scritta, Anna De Meo presenta un’analisi pragmatica di tipo comparativo a partire da un corpus di lettere di presentazione redatte da giovani italiani e da coetanei stranieri di madrelingua cinese, vietnamita e giapponese. L’obiettivo dell’analisi condotta su due livelli interconnessi, uno macro-linguistico e uno micro-linguistico, è quello di generare ipotesi sulle pratiche di scrittura della lettera di presentazione. Con il contributo di Miriam Voghera ci spostiamo sulla produzione orale in contesto scolastico. L’autrice sottolinea che la mancanza di una specifica attenzione alla produzione e all’ascolto e comprensione dei testi orali in un contesto di valutazione deriva dal fatto che si dà per scontato il fatto che l’interrogazione sia assimilabile alla situazione di una normale conversazione e che quindi non richieda un particolare addestramento per un parlante madrelingua. Il contributo propone un confronto di alcune delle caratteristiche linguistiche del parlato conversazionale e quelle dell’interrogazione. Copre, invece, le varie abilità linguistiche, il contributo di Lucilla Lopriore incentrato sull’impiego didattico dei corpora nell’insegnamento della lingua inglese. L’articolo propone un excursus sulla Corpus Linguistics e sulle varie tipologie di corpora esistenti, per poi fornire indicazioni pratiche sulla consultazione di questi strumenti ed esempi di attività didattiche. Apre la sezione Immigrazione, italiano L2 e certificazione il contributo di Massimo Vedovelli che propone, anche cogliendo l’occasione del 150° anniversario dello Stato unitario, un excursus storico sull’emigrazione italiana all’estero. L’autore adatta fruttuosamente alle tematiche dell’emigrazione il concetto demauriano di “spazio linguistico”. Dall’italiano all’estero come lingua di emigrazione, passiamo all’italiano come lingua di immigrazione, con il contributo di Monica Barni che presenta una lucida riflessione sulle scelte politico-istituzionali riguardanti la valutazione della competenza comunicativa in italiano L2. L’autrice coglie l’occasione per evidenziare il mancato adeguamento dell’Italia dalle politiche linguistiche europee, che promuovono la qualità e la trasparenza, e di voler invece perseverare nella sua azione di non-politica linguistica, e di ritenere la lingua come filtro, come strumento di esclusione, invece che come strumento per lo sviluppo delle capacità espressivo-comunicative dei migranti nell’ottica dell’integrazione. Chiude la sezione e il volume il contributo di Franca Orletti, che mostra come il fenomeno dell’immigrazione in Italia abbia dato impulso alle linee di ricerca della linguistica acquisizionale, della comunicazione interculturale, dell’apprendimento e della valutazione dell’italiano come lingua seconda, della sociologia del linguaggio in tema di politiche linguistiche.

Bonvino, E., Luzi, E., Tamponi, A. (a cura di). (2012). (Far) apprendere, usare e certificare una lingua straniera: studi in onore di Maria Serena Ambroso. Formello (RM) : Bonacci editore.

(Far) apprendere, usare e certificare una lingua straniera: studi in onore di Maria Serena Ambroso

BONVINO, ELISABETTA;
2012-01-01

Abstract

Il volume, in onore di Serena Ambroso, affronta le tematiche relative ad acquisizione, apprendimento, sviluppo delle abilità linguistiche, valutazione e certificazione delle competenze. Il volume parte da riflessioni di tipo teorico/epistemologico, per affrontare poi tematiche maggiormente legate agli studi acquisizionali e all’applicazione didattica. Apre la prima sezione - “Riflessioni di linguistica educativa” - il contributo di Annarita Puglielli che delinea alcune possibili future linee di ricerca incentrate sul plurilinguismo e sul suo ruolo facilitatore nell’apprendimento, e soprattutto della relazione tra la riflessione linguistica, ovvero la capacità di analisi di una lingua, e le abilità d’uso della lingua stessa. Paolo Balboni propone una riflessione sull’educazione linguistica e la scienza che la studia secondo un percorso filosofico classico, con l’obiettivo principale di capire sempre meglio la natura del nostro studio e della nostra comunità scientifica. Mara Frascarelli, invece, propone un modello didattico particolarmente adatto a classi multilingui, dove gli studenti si scoprono al contempo informanti e linguisti, allo scopo di riflettere sia su categorie linguistiche più tradizionali, come l’avverbio, sia su categorie più specialistiche, come i classificatori. Gli ultimi due contributi di questa sessione, strettamente collegati anche alla sessione successiva, riassumono ed esplorano nuovi percorsi didattici a partire da recenti modelli teorici. Anna Rita Tamponi illustra il cammino percorso dalla glottididattica, dalla visione più strutturale e meccanicistica alla visione più cognitivo-funzionale, verso una didattica operativa che vede l’apprendente come un utilizzatore attivo della L2. Marina Chini, dopo aver ripreso e illustrato due modelli cognitivisti, quali il Competition Model di Mac Whinney (1987) e la Construction Grammar (Goldberg, 1998, 2006), propone possibili percorsi didattici in cui fa tesoro delle conclusioni teoriche elaborate dai due modelli. Le seconda sezione “Apprendimento e acquisizione della L2” accoglie articoli che si muovono più decisamente nell’ambito della linguistica acquisizionale e del contributo di questa alla glottodidatica. Eleonora Luzi cerca di superare alcuni limiti delle sequenze di acquisizione evidenziati in letteratura attraverso un parallelismo teorico tra gli approcci più diffusi negli studi SLA e la Construction Grammar, evidenziando alcuni punti di contatto come il concetto di chunk, il ruolo predominante dell’input e il comune sostrato. Camilla Bettoni e Bruno Di Biase si occupano dell’apprendimento delle domande wh- all’interno del quadro formale della Teoria della Processabilità, arrivando così a delineare una progressione sintattica tramite l’analisi di dati longitudinali e trasversali di soggetti con L1 di tipo fronting e di tipo in situ che apprendono lingue tipologicamente diverse come l’inglese e l’italiano. Di tipologia si occupano anche Giuliano Bernini e Lunella Mereu. Giuliano Bernini, in particolare, investiga il ruolo della L1 nell’apprendimento di una L2, illustrando come fattori quali il livello di competenza nella L2 e la distanza tipologica determinino non solo il livello di analisi a cui avviene la permeazione ma anche la forza con essa si realizza. Lunella Mereu sottolinea nel suo contributo l’importanza della linguistica per le discipline più applicate. Tema molto vicino alla festeggiata. L’autrice ribadisce inoltre l’esigenza che la linguistica non esaurisca la sua ricerca sul piano sintattico ma che colga anche le interazioni con la morfologia e la pragmatica seguendo il modello di analisi degli studi tipologici per eccellenza. La sezione “Competenze d'uso e abilità linguistiche” presenta quattro studi che investigano a vari livelli lo sviluppo delle diverse abilità linguistiche. Il contributo di Elisabetta Bonvino, partendo dall’illustrazione della metodologia EuRom, si propone di mostrare il contributo dei principi dell’Intercomprensione allo sviluppo delle abilità ricettive ed in particolare allo sviluppo della comprensione scritta. Il lavoro sottolinea, fra l’altro, l’importanza delle competenze strategiche per la risoluzione di problemi e il processo che porta l’apprendente a diventare consapevole delle strategie cognitive e meta-cognitive per una comprensione efficace. Patrizia Mazzotta affronta il complesso tema delle implicazioni didattiche delle differenze interculturali nella scrittura accademica, sottolineando l’importanza sia della presa di coscienza delle differenze tra le convenzioni accademiche, che della tutela dell’identità culturale delle tradizioni retoriche. Sempre sull’abilità di produzione scritta, Anna De Meo presenta un’analisi pragmatica di tipo comparativo a partire da un corpus di lettere di presentazione redatte da giovani italiani e da coetanei stranieri di madrelingua cinese, vietnamita e giapponese. L’obiettivo dell’analisi condotta su due livelli interconnessi, uno macro-linguistico e uno micro-linguistico, è quello di generare ipotesi sulle pratiche di scrittura della lettera di presentazione. Con il contributo di Miriam Voghera ci spostiamo sulla produzione orale in contesto scolastico. L’autrice sottolinea che la mancanza di una specifica attenzione alla produzione e all’ascolto e comprensione dei testi orali in un contesto di valutazione deriva dal fatto che si dà per scontato il fatto che l’interrogazione sia assimilabile alla situazione di una normale conversazione e che quindi non richieda un particolare addestramento per un parlante madrelingua. Il contributo propone un confronto di alcune delle caratteristiche linguistiche del parlato conversazionale e quelle dell’interrogazione. Copre, invece, le varie abilità linguistiche, il contributo di Lucilla Lopriore incentrato sull’impiego didattico dei corpora nell’insegnamento della lingua inglese. L’articolo propone un excursus sulla Corpus Linguistics e sulle varie tipologie di corpora esistenti, per poi fornire indicazioni pratiche sulla consultazione di questi strumenti ed esempi di attività didattiche. Apre la sezione Immigrazione, italiano L2 e certificazione il contributo di Massimo Vedovelli che propone, anche cogliendo l’occasione del 150° anniversario dello Stato unitario, un excursus storico sull’emigrazione italiana all’estero. L’autore adatta fruttuosamente alle tematiche dell’emigrazione il concetto demauriano di “spazio linguistico”. Dall’italiano all’estero come lingua di emigrazione, passiamo all’italiano come lingua di immigrazione, con il contributo di Monica Barni che presenta una lucida riflessione sulle scelte politico-istituzionali riguardanti la valutazione della competenza comunicativa in italiano L2. L’autrice coglie l’occasione per evidenziare il mancato adeguamento dell’Italia dalle politiche linguistiche europee, che promuovono la qualità e la trasparenza, e di voler invece perseverare nella sua azione di non-politica linguistica, e di ritenere la lingua come filtro, come strumento di esclusione, invece che come strumento per lo sviluppo delle capacità espressivo-comunicative dei migranti nell’ottica dell’integrazione. Chiude la sezione e il volume il contributo di Franca Orletti, che mostra come il fenomeno dell’immigrazione in Italia abbia dato impulso alle linee di ricerca della linguistica acquisizionale, della comunicazione interculturale, dell’apprendimento e della valutazione dell’italiano come lingua seconda, della sociologia del linguaggio in tema di politiche linguistiche.
2012
9788875734374
Bonvino, E., Luzi, E., Tamponi, A. (a cura di). (2012). (Far) apprendere, usare e certificare una lingua straniera: studi in onore di Maria Serena Ambroso. Formello (RM) : Bonacci editore.
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