A lighting design handbook, based on a interdisciplinary approach to project. A team group leaded by Marco Frascarolo has worked in last 4 years in order to stimulate the potential cultural synergies existing around lighting in Italy and abroad. Outputs of the research have been the optimization of educational program in Master in Lighting Design - “Sapienza”, Rome University – the development of conferencies, managed by “Sapienza” and “RomaTre” University and the the publication of a lighting design handbook, promoted and edited by M.E. Architectural Book and Review. Illustration of philosophy and structure of the handbook, in this paper, will synthesize methods and results of the Research. The challenge was create relations between many figures, drawing up different languages without renouncing to the originality of each expressions: the all expressed in “handbook style”. The book belongs to a series, whose challenge is overtaking the classical handbook style, made just by numbers, charts and datasheets, where the above instruments cohabit with constant research of a work method through the analysis of applications. This concept is worth specifically for lighting design, where every results is connected with visual perception, that is a brain elaboration, which passes through physiologic, psychological, cultural filters. Subjects have been choose to represent all the complexity of lighting applications and methods. Authors are University professors, researchers, architects, interior, industrial, lighting designers, energy and facility manager, photographers, theatre, television and cinema directors, visual artists art critics, etc – in general specialists and the kind of clients and manager who collaborates with lighting specialists. Italian team gets rich with international leading figures, as Anne Bureau, Louis Clair, Paul Gregory and Arup Lighting team from London. The research has some focus, that has been selected, evaluating the state of the art of publishing and a screening on professional, educational and research figures. Working on a matrix of professional figure versus topics has been chosen couples or threesome of authors in order to provide a complementary approach on main topics. As a case in point: the approach of different designers to lighting design application; different theoretical approach to visual perception; collaboration between authors coming from different cultural area on single chapter, as visual perception specialist and photographer. Complex theme, as sustainability, has been developed by different authors through different aspects: environment, energy, social aspects, cultural heritage protection. Lighting design topic has been developed following two path: the way to project and the way to represent the project, with a view to plant realization and management. Case studies section has been developed by designers in order to provide originality and in-depth examination. The research has been developed by a team of 40 elements, supported by Dipsa department and M.E. Architectural Book and Review.

Luce è la parola che più di ogni altra contiene significati fisici, simbolici, evocativi. Chiunque si occupi di luce non può prescindere da questa ricchezza di accezioni e, nel contempo, non deve mai perdere il contatto con la sua natura fisica, né dimenticare le sue relazioni con l’uomo e con l’ambiente. Il titolo, Manuale di progettazione Illuminotecnica, vuole indicare la ricerca di un metodo di lavoro che non neghi l’esistenza di regole, numeri e grandezze quantificabili, ma che abbia l’ambizione di non ridurre il processo progettuale a un approccio di tipo meramente quantitativo. Tecnica è il termine giusto se conserva il suo significato originario, dal greco téchne, arte nel senso di perizia, saper fare, saper operare, tecnica come territorio dove si traducono in soluzioni tecnologiche precise le scelte concettuali, compositive, semantiche. La sfida che ho raccolto quando l’Editore mi ha affidato la curatela del manuale è stata quella di coordinare la molteplicità delle voci che si articolano intorno al mondo della luce, garantendone l’originalità del linguaggio e allo stesso tempo indirizzandole verso l’obiettivo comune di dare le risposte che il lettore si aspetta da una pubblicazione di questo tipo. In questo modo si superano due limiti del manuale vecchio stile: uno di natura più concettuale, uno di natura più operativa. Il primo limite riguarda l’illusione che la progettazione consista esclusivamente nell’applicazione di regole prestabilite e nella verifica di parametri tabellati. Questo concetto vale per la luce più che in qualsiasi altro settore tecnico-progettuale, considerando che si parla di percezione visiva, ovvero di un’elaborazione del cervello che passa attraverso filtri di tipo fisiologico, psicologico, culturale. Il secondo limite riguarda l’invecchiamento precoce di un testo basato su numeri destinati a cambiare in tempi sempre più rapidi. L’altra linea d’impostazione che ho profondamente condiviso con l’Editore e con i Direttori della collana riguarda la veste tipografica, o meglio la scelta di orientarsi verso un prodotto ricco di immagini, disegni e fotografie a colori. Parlare di luce senza usare lo strumento del colore vorrebbe dire negare completamente l’inscindibilità del binomio luce-colore, che è certamente uno dei concetti più in evidenza nel testo. La fase più strategica nell’impostazione del manuale è stata senza dubbio la scelta degli argomenti e la conseguente formazione della squadra. Le figure coinvolte sono numerose e danno un’idea sufficientemente ampia del mondo che ruota intorno alla luce. Esse rappresentano il mondo accademico, gli enti di ricerca e di certificazione, i gestori di impianti di illuminazione pubblica, l’ambito dell’illuminazione architettonica, quindi i progettisti specialisti (lighting designer) e i progettisti che usano la luce in un ambito progettuale più ampio (architetti, ingegneri), i progettisti di apparecchi di illuminazione, le figure professionali che operano nei settori della fotografia, del teatro, della televisione e della comunicazione visiva in genere. Il manuale si arricchisce con i contributi di alcuni progettisti stranieri di altissimo profilo, come Louis Clair, Paul Gregory, Anne Bureau, il team Arup Lighting di Londra, che ci consentono di estendere lo sguardo al di fuori della realtà italiana. Si è scelto di realizzare il manuale in due volumi distinti: il primo volume approfondisce i molteplici aspetti, teorici ed applicativi, su cui si basa la disciplina; il secondo volume offre precise indicazioni per poter affrontare un progetto illuminotecnico nei diversi settori applicativi, tenendo conto delle singole specificità. La sezione A rappresenta la parte teorica di base, che ha l’obiettivo di fornire gli strumenti culturali per affrontare le sezioni successive. Dopo un primo capitolo (A.1) dedicato ai fondamenti di illuminotecnica e colorimetria, la luce viene trattata come forma di energia all’interno di un sistema complesso (A.2); vengono analizzate le sue relazioni con l’ambiente, con i materiali a cui è dedicata e con il sistema visivo di chi la rileva, la utilizza, la interpreta. In questo modo si è voluto evidenziare che il progetto della luce, oggetto di sezioni successive, non può prescindere da nessuno dei precedenti aspetti. Le sezioni B e C analizzano le modalità con cui viene prodotta, distribuita e controllata la luce. Una parte consistente di questa sezione è dedicata al progetto dell’apparecchio di illuminazione, con un rilevante approfondimento sugli aspetti tecnologici e sui materiali. L’obiettivo è fornire una chiave di lettura utile per le scelte tecnico-economiche in un mercato che offre apparecchi con costi e prestazioni estremamente diversificati. Ma l’apparecchio di illuminazione non è solo un dispositivo tecnico fatto di parti meccaniche e di ottiche, ma un oggetto con una sua valenza compositiva e architettonica: per cercare di analizzare un argomento a questo livello di complessità senza perdere alcun contenuto abbiamo pensato di lasciare sotto forma di intervista i colloqui intercorsi con quattro protagonisti indiscussi del design italiano contemporaneo: Piero Castiglioni, Michele De Lucchi, Alberto Meda e Paolo Rizzato. La sezione D estende l’analisi dei componenti ai sistemi per la gestione dinamica della luce e ai sistemi per l’emergenza. Nella sezione E si introduce il tema del progetto della luce, ma in relazione ai suoi aspetti più formali e documentali. In un settore della progettazione dove, in Italia, vige la massima indeterminazione sull’identità del progettista e sui contenuti minimi del progetto nelle sue diverse fasi, ho sentito l’esigenza di fornire riferimenti chiari su come si articola un progetto in ambito pubblico e privato. Parlando di adempimenti tecnico-amministrativi ho ritenuto fondamentale estendere la trattazione alle altre fasi che caratterizzano la vita di un impianto di illuminazione: la realizzazione e la gestione. All’interno dei contenuti del progetto troviamo la relazione di calcolo, che prevede la simulazione previsionale degli ambienti luminosi, a cui è dedicata la sezione F. La sezione G ci porta finalmente al tema del progetto della luce nei diversi ambiti applicativi, cercando di indicare un metodo di lavoro attraverso brevi trattazioni teoriche integrate con l’analisi di esperienze progettuali significative. Il tema è introdotto attraverso una lettura del progetto della luce nella storia, evidenziando le differenze tra l’approccio europeo e quello nordamericano. Gli Autori sono stati individuati tra coloro che hanno avuto esperienze progettuali di particolare interesse nell’ambito in cui sono stati chiamati a collaborare. Questo garantisce l’originalità dei contenuti e un elevato livello di approfondimento. Ciò risulta ancora più evidente nella sezione H, dove vengono illustrati alcuni progetti in maniera più estesa, dalla fase di ideazione alla definizione degli elaborati, alla documentazione fotografica nei casi in cui le realizzazioni siano state completate. Il livello di approfondimento varia al variare della complessità del progetto, del tipo di committenza e, naturalmente, del metodo di lavoro dei singoli progettisti. Per agevolare la fluidità della lettura, in alcune pagine si trovano dei box autonomi in cui vengono inseriti gli approfondimenti, che possono essere letti in qualsiasi momento senza inficiare la comprensione del discorso principale. Alla fine di ogni sezione si trova la bibliografia sintetica che rimanda ai testi indicati dagli Autori dei singoli paragrafi e, alla fine del testo, il glossario e l’indice analitico. Concludo con l’auspicio che questo manuale fornisca un contributo prezioso al lavoro quotidiano di chi progetta, gestisce o commissiona impianti di illuminazione, di chi progetta oggetti e spazi confidando sulle suggestioni che la luce può aggiungere, di chi è interessato all’arte e alla comunicazione visiva, o semplicemente, che soddisfi le curiosità di coloro che sono sempre stati affascinati dal mondo della luce ma non vi si erano avvicinati prima d’ora.

Frascarolo, M. (a cura di). (2010). Manuale di progettazione Illuminotecnica. Roma : M.E. Architectural Book and Review.

Manuale di progettazione Illuminotecnica

FRASCAROLO, MARCO
2010-01-01

Abstract

A lighting design handbook, based on a interdisciplinary approach to project. A team group leaded by Marco Frascarolo has worked in last 4 years in order to stimulate the potential cultural synergies existing around lighting in Italy and abroad. Outputs of the research have been the optimization of educational program in Master in Lighting Design - “Sapienza”, Rome University – the development of conferencies, managed by “Sapienza” and “RomaTre” University and the the publication of a lighting design handbook, promoted and edited by M.E. Architectural Book and Review. Illustration of philosophy and structure of the handbook, in this paper, will synthesize methods and results of the Research. The challenge was create relations between many figures, drawing up different languages without renouncing to the originality of each expressions: the all expressed in “handbook style”. The book belongs to a series, whose challenge is overtaking the classical handbook style, made just by numbers, charts and datasheets, where the above instruments cohabit with constant research of a work method through the analysis of applications. This concept is worth specifically for lighting design, where every results is connected with visual perception, that is a brain elaboration, which passes through physiologic, psychological, cultural filters. Subjects have been choose to represent all the complexity of lighting applications and methods. Authors are University professors, researchers, architects, interior, industrial, lighting designers, energy and facility manager, photographers, theatre, television and cinema directors, visual artists art critics, etc – in general specialists and the kind of clients and manager who collaborates with lighting specialists. Italian team gets rich with international leading figures, as Anne Bureau, Louis Clair, Paul Gregory and Arup Lighting team from London. The research has some focus, that has been selected, evaluating the state of the art of publishing and a screening on professional, educational and research figures. Working on a matrix of professional figure versus topics has been chosen couples or threesome of authors in order to provide a complementary approach on main topics. As a case in point: the approach of different designers to lighting design application; different theoretical approach to visual perception; collaboration between authors coming from different cultural area on single chapter, as visual perception specialist and photographer. Complex theme, as sustainability, has been developed by different authors through different aspects: environment, energy, social aspects, cultural heritage protection. Lighting design topic has been developed following two path: the way to project and the way to represent the project, with a view to plant realization and management. Case studies section has been developed by designers in order to provide originality and in-depth examination. The research has been developed by a team of 40 elements, supported by Dipsa department and M.E. Architectural Book and Review.
2010
978-88-96589-03-8
Luce è la parola che più di ogni altra contiene significati fisici, simbolici, evocativi. Chiunque si occupi di luce non può prescindere da questa ricchezza di accezioni e, nel contempo, non deve mai perdere il contatto con la sua natura fisica, né dimenticare le sue relazioni con l’uomo e con l’ambiente. Il titolo, Manuale di progettazione Illuminotecnica, vuole indicare la ricerca di un metodo di lavoro che non neghi l’esistenza di regole, numeri e grandezze quantificabili, ma che abbia l’ambizione di non ridurre il processo progettuale a un approccio di tipo meramente quantitativo. Tecnica è il termine giusto se conserva il suo significato originario, dal greco téchne, arte nel senso di perizia, saper fare, saper operare, tecnica come territorio dove si traducono in soluzioni tecnologiche precise le scelte concettuali, compositive, semantiche. La sfida che ho raccolto quando l’Editore mi ha affidato la curatela del manuale è stata quella di coordinare la molteplicità delle voci che si articolano intorno al mondo della luce, garantendone l’originalità del linguaggio e allo stesso tempo indirizzandole verso l’obiettivo comune di dare le risposte che il lettore si aspetta da una pubblicazione di questo tipo. In questo modo si superano due limiti del manuale vecchio stile: uno di natura più concettuale, uno di natura più operativa. Il primo limite riguarda l’illusione che la progettazione consista esclusivamente nell’applicazione di regole prestabilite e nella verifica di parametri tabellati. Questo concetto vale per la luce più che in qualsiasi altro settore tecnico-progettuale, considerando che si parla di percezione visiva, ovvero di un’elaborazione del cervello che passa attraverso filtri di tipo fisiologico, psicologico, culturale. Il secondo limite riguarda l’invecchiamento precoce di un testo basato su numeri destinati a cambiare in tempi sempre più rapidi. L’altra linea d’impostazione che ho profondamente condiviso con l’Editore e con i Direttori della collana riguarda la veste tipografica, o meglio la scelta di orientarsi verso un prodotto ricco di immagini, disegni e fotografie a colori. Parlare di luce senza usare lo strumento del colore vorrebbe dire negare completamente l’inscindibilità del binomio luce-colore, che è certamente uno dei concetti più in evidenza nel testo. La fase più strategica nell’impostazione del manuale è stata senza dubbio la scelta degli argomenti e la conseguente formazione della squadra. Le figure coinvolte sono numerose e danno un’idea sufficientemente ampia del mondo che ruota intorno alla luce. Esse rappresentano il mondo accademico, gli enti di ricerca e di certificazione, i gestori di impianti di illuminazione pubblica, l’ambito dell’illuminazione architettonica, quindi i progettisti specialisti (lighting designer) e i progettisti che usano la luce in un ambito progettuale più ampio (architetti, ingegneri), i progettisti di apparecchi di illuminazione, le figure professionali che operano nei settori della fotografia, del teatro, della televisione e della comunicazione visiva in genere. Il manuale si arricchisce con i contributi di alcuni progettisti stranieri di altissimo profilo, come Louis Clair, Paul Gregory, Anne Bureau, il team Arup Lighting di Londra, che ci consentono di estendere lo sguardo al di fuori della realtà italiana. Si è scelto di realizzare il manuale in due volumi distinti: il primo volume approfondisce i molteplici aspetti, teorici ed applicativi, su cui si basa la disciplina; il secondo volume offre precise indicazioni per poter affrontare un progetto illuminotecnico nei diversi settori applicativi, tenendo conto delle singole specificità. La sezione A rappresenta la parte teorica di base, che ha l’obiettivo di fornire gli strumenti culturali per affrontare le sezioni successive. Dopo un primo capitolo (A.1) dedicato ai fondamenti di illuminotecnica e colorimetria, la luce viene trattata come forma di energia all’interno di un sistema complesso (A.2); vengono analizzate le sue relazioni con l’ambiente, con i materiali a cui è dedicata e con il sistema visivo di chi la rileva, la utilizza, la interpreta. In questo modo si è voluto evidenziare che il progetto della luce, oggetto di sezioni successive, non può prescindere da nessuno dei precedenti aspetti. Le sezioni B e C analizzano le modalità con cui viene prodotta, distribuita e controllata la luce. Una parte consistente di questa sezione è dedicata al progetto dell’apparecchio di illuminazione, con un rilevante approfondimento sugli aspetti tecnologici e sui materiali. L’obiettivo è fornire una chiave di lettura utile per le scelte tecnico-economiche in un mercato che offre apparecchi con costi e prestazioni estremamente diversificati. Ma l’apparecchio di illuminazione non è solo un dispositivo tecnico fatto di parti meccaniche e di ottiche, ma un oggetto con una sua valenza compositiva e architettonica: per cercare di analizzare un argomento a questo livello di complessità senza perdere alcun contenuto abbiamo pensato di lasciare sotto forma di intervista i colloqui intercorsi con quattro protagonisti indiscussi del design italiano contemporaneo: Piero Castiglioni, Michele De Lucchi, Alberto Meda e Paolo Rizzato. La sezione D estende l’analisi dei componenti ai sistemi per la gestione dinamica della luce e ai sistemi per l’emergenza. Nella sezione E si introduce il tema del progetto della luce, ma in relazione ai suoi aspetti più formali e documentali. In un settore della progettazione dove, in Italia, vige la massima indeterminazione sull’identità del progettista e sui contenuti minimi del progetto nelle sue diverse fasi, ho sentito l’esigenza di fornire riferimenti chiari su come si articola un progetto in ambito pubblico e privato. Parlando di adempimenti tecnico-amministrativi ho ritenuto fondamentale estendere la trattazione alle altre fasi che caratterizzano la vita di un impianto di illuminazione: la realizzazione e la gestione. All’interno dei contenuti del progetto troviamo la relazione di calcolo, che prevede la simulazione previsionale degli ambienti luminosi, a cui è dedicata la sezione F. La sezione G ci porta finalmente al tema del progetto della luce nei diversi ambiti applicativi, cercando di indicare un metodo di lavoro attraverso brevi trattazioni teoriche integrate con l’analisi di esperienze progettuali significative. Il tema è introdotto attraverso una lettura del progetto della luce nella storia, evidenziando le differenze tra l’approccio europeo e quello nordamericano. Gli Autori sono stati individuati tra coloro che hanno avuto esperienze progettuali di particolare interesse nell’ambito in cui sono stati chiamati a collaborare. Questo garantisce l’originalità dei contenuti e un elevato livello di approfondimento. Ciò risulta ancora più evidente nella sezione H, dove vengono illustrati alcuni progetti in maniera più estesa, dalla fase di ideazione alla definizione degli elaborati, alla documentazione fotografica nei casi in cui le realizzazioni siano state completate. Il livello di approfondimento varia al variare della complessità del progetto, del tipo di committenza e, naturalmente, del metodo di lavoro dei singoli progettisti. Per agevolare la fluidità della lettura, in alcune pagine si trovano dei box autonomi in cui vengono inseriti gli approfondimenti, che possono essere letti in qualsiasi momento senza inficiare la comprensione del discorso principale. Alla fine di ogni sezione si trova la bibliografia sintetica che rimanda ai testi indicati dagli Autori dei singoli paragrafi e, alla fine del testo, il glossario e l’indice analitico. Concludo con l’auspicio che questo manuale fornisca un contributo prezioso al lavoro quotidiano di chi progetta, gestisce o commissiona impianti di illuminazione, di chi progetta oggetti e spazi confidando sulle suggestioni che la luce può aggiungere, di chi è interessato all’arte e alla comunicazione visiva, o semplicemente, che soddisfi le curiosità di coloro che sono sempre stati affascinati dal mondo della luce ma non vi si erano avvicinati prima d’ora.
Frascarolo, M. (a cura di). (2010). Manuale di progettazione Illuminotecnica. Roma : M.E. Architectural Book and Review.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/192631
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