Negli scenari, l’inviluppo di elementi di descrizione, interpretazione, intenzione assume il senso analogo alla narrazione di una possibile storia, dove si riconoscono ruoli, iniziative e un possibile sviluppo di azioni interdipendenti: in altra parola, un intreccio strategico. E la soggettività della narrazione, il carattere speculativo degli scenari, è anche l’elemento che mette in comunicazione rigore analitico e capacità visionaria, che mette in gioco l’“uso scientifico dell’immaginazione”. In questo senso, più cosa dicano gli scenari, la domanda vera riguarda per chi vengano scritti. Dal punto di vista della costruzione degli scenari, va ricordato il precedente negativo della debolezza delle rappresentazioni territoriali che hanno ispirato la programmazione trascorsa. Rappresentazioni ‘spesse’ del territorio, maturate nella crisi industriale, appaiono oggi -sia pur in misura diversa- usurate di fronte al ritmo veloce del decentramento e della terziarizzazione. Sembrerebbe allora naturale sollecitare uno sforzo di re-immaginazione della rappresentazione dei territori, che dovrà essere particolarmente incisivo per sostenere l’interfaccia tra dinamiche locali e globali.
Cremaschi, M. (a cura di). (2006). Investire nelle città?.
Investire nelle città?
CREMASCHI, Marco
2006-01-01
Abstract
Negli scenari, l’inviluppo di elementi di descrizione, interpretazione, intenzione assume il senso analogo alla narrazione di una possibile storia, dove si riconoscono ruoli, iniziative e un possibile sviluppo di azioni interdipendenti: in altra parola, un intreccio strategico. E la soggettività della narrazione, il carattere speculativo degli scenari, è anche l’elemento che mette in comunicazione rigore analitico e capacità visionaria, che mette in gioco l’“uso scientifico dell’immaginazione”. In questo senso, più cosa dicano gli scenari, la domanda vera riguarda per chi vengano scritti. Dal punto di vista della costruzione degli scenari, va ricordato il precedente negativo della debolezza delle rappresentazioni territoriali che hanno ispirato la programmazione trascorsa. Rappresentazioni ‘spesse’ del territorio, maturate nella crisi industriale, appaiono oggi -sia pur in misura diversa- usurate di fronte al ritmo veloce del decentramento e della terziarizzazione. Sembrerebbe allora naturale sollecitare uno sforzo di re-immaginazione della rappresentazione dei territori, che dovrà essere particolarmente incisivo per sostenere l’interfaccia tra dinamiche locali e globali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.